Sollecito sul voto del Senato contro Salvini: «Mossa politica miope»
Un lungo post per spiegare la posizione del Vicensindaco di Giovinazzo sulla vicenda legata alla Gregoretti
giovedì 13 febbraio 2020
15.23
Ospitiamo sulle nostre pagine un post pubblico del Vicensindaco di Giovinazzo, Michele Sollecito, sul voto espresso dal Senato ieri, 12 febbraio, che ha dato il via libera a processare l'ex Ministro dell'Interno, Matteo Salvini, per la vicenda legata alla nave Gregoretti, rimasta ferma alla fonda nell'agosto 2018 con 144 migranti salvati in mare. Sollecito è certamente tra gli amministratori giovani del territorio più preparati sulle vicende extracomunali ed intendiamo così avviare un dibattito attraverso il nostro portale, invitando altri politici locali ad esprimersi (e saremo pronti ad ospitarli) su un fatto che, senza timore di smentita, ha rappresentato un precedente giurisprudenziale importante nel nostro Paese, comunque la si pensi. Giusto fare in modo che un Ministro dell'Interno finisca sotto processo per una decisione presa nelle sue funzioni? Quali ripercussioni politiche potrebbero esserci e quali gli scenari possibili? Sollecito la pensa così.
«Da tempo seguo il fenomeno immigrazione e il suo impatto a livello politico nazionale e locale. E da tempo penso che si debba affrontare il problema con un approccio diverso evitando il distinguo pro/contro Salvini, pro/contro i migranti. Da questa dicotomia non caveremo mai nulla di buono. Vengo al dunque.
Gran parte del successo elettorale della Lega si basa sull'insofferenza di molti italiani all'arrivo incontrollato di migranti. Magari non sono sfiorati da questo problema a livello locale ma comunque sono raggiunti dalle notizie dei Tg che di giorno in giorno aggiornano dell'arrivo di barconi e di navi quasi creando l'impatto di una "invasione" lenta e inesorabile. Buona parte di questi elettori hanno votato Salvini non certo chiedendo a lui di tenere esposti i migranti a bordo al sole per diversi giorni, per lasciarli in balia delle onde a tempo indeterminato… per farli soffrire inutilmente… ma di sicuro votando per lui hanno in mente una politica diversa che controlla e gestisca meglio il fenomeno dell'immigrazione.
A sinistra hanno ragione da vendere dicendo che una nave militare italiana con 135 migranti a bordo non può significare un pericolo per la Patria e per i suoi confini. Una no. Ma diverse navi in questi anni hanno creato un fenomeno mediatico (è un dato innegabile ahimé) e un impatto sulla cittadinanza che negli anni è molto cambiato. Dalla strage di Lampedusa ad oggi ne è passata di acqua sotto i ponti e la percezione generale è molto cambiata.
Però. Mentre l'Italia si divideva tra tifosi di Carola e tifosi del capitano, i giornali indefessi continuavamo a parlarci della tratta e della fuga dei migranti dai Lager libici. Lager libici. Lager libici. Questa parola torna puntualmente quando si parla di immigrati. Ora mi domando: ha senso celebrare la giornata della memoria e lo sfondamento dei cancelli di Auschwitz se poi non siamo in grado come comunità internazionale di porre fine ad una situazione di internamento e di prigionia come quella libica?
Il problema dell'immigrazione non può e non deve essere ricondotto tutto sulle scelte di Salvini. Qui è in ballo una questione di umanità che tocca tutta la comunità internazionale! E anche i governi di centrosinistra che hanno stretto accordi con la Libia e con altre nazioni non certo rispettose dei diritti umani (ricordate l'esclamazione di Minniti?) hanno la loro parte di responsabilità! Vederli pontificare in Senato e mandare a processo un loro avversario politico per me si rivelerà un errore. Perché il nodo dell'immigrazione è lì, perché i lager libici sono lì, e finché sono lì nessuno può sentirsi con la coscienza a posto.
Sogno un'Europa che si faccia carico politicamente della questione, con corridoi umanitari sicuri, intervenendo pesantemente su questa tratta fatta di barconi di fortuna che sono uno schiaffo alla nostra civiltà. Uomini e donne torturati, mamme incinta e bambini sofferenti non devono mai più finire in un lager libico e mai più finire su un barcone al limite del collasso!
La politica ha tutti gli strumenti per gestire questa situazione, coinvolgendo l'Unione degli stati africani, l'Onu, le Ong. Finora il fenomeno è stato gestito in modo rabberciato, è normale che i cittadini si indignino!
A livello locale ribadisco: non è possibile che le Prefetture, come accaduto in passato, intervengano per chiedere continuamente ai sindaci strutture pubbliche per migranti (ad avercele), convocandoli magari per ben 3 volte in 20 giorni. E non è possibile che facciano gare per affidare ai privati l'accoglienza. Si generano casi anomali di migranti mandati in strutture in disuso come soggetti esterni alle comunità locali. E non è possibile seguire tabelle di parametri di proporzione tra migranti e cittadini perché non tutti i Comuni hanno strutture adeguate. Su questo punto l'unica soluzione che funziona è il progetto SPRAR tarato sulle possibilità effettive dei comuni e con una progettualità che mira a tutelare e ad accompagnare i richiedenti asilo nelle pratiche di inclusione.
Tra l'altro sarebbe bello ogni tanto essere convocati in prefettura per discutere anche del bisogno di sicurezza che cresce dai territori, delle richieste di maggior presenza delle forze dell'ordine in un territorio come il nord barese che a mio parere sta subendo una maggiore aggressività dei clan mafiosi.
Ecco perché la percezione dei cittadini è cambiata. Mandare a processo Salvini è stata una mossa politica miope e non vorrei che domani questa scelta non rafforzi quanti vorrebbero addirittura uscire dall'Unione Europea per tutelare meglio i nostri interessi nazionali. Anche perché se il Regno Unito non dovesse più partecipare ai meccanismi di distribuzione sarà la miccia perfetta per i tifosi degli stati nazionali, un ritorno pauroso al peggior nazionalismo del '900.
La politica si riprenda il primato, non faccia giudicare un ministro da un giudice, non faccia risolvere le questioni dell'immigrazione dalle Procure, non perda la sua dignità ignorando i lager libici e un problema di natura internazionale pur di batter colpo contro un avversario politico».
«Da tempo seguo il fenomeno immigrazione e il suo impatto a livello politico nazionale e locale. E da tempo penso che si debba affrontare il problema con un approccio diverso evitando il distinguo pro/contro Salvini, pro/contro i migranti. Da questa dicotomia non caveremo mai nulla di buono. Vengo al dunque.
Gran parte del successo elettorale della Lega si basa sull'insofferenza di molti italiani all'arrivo incontrollato di migranti. Magari non sono sfiorati da questo problema a livello locale ma comunque sono raggiunti dalle notizie dei Tg che di giorno in giorno aggiornano dell'arrivo di barconi e di navi quasi creando l'impatto di una "invasione" lenta e inesorabile. Buona parte di questi elettori hanno votato Salvini non certo chiedendo a lui di tenere esposti i migranti a bordo al sole per diversi giorni, per lasciarli in balia delle onde a tempo indeterminato… per farli soffrire inutilmente… ma di sicuro votando per lui hanno in mente una politica diversa che controlla e gestisca meglio il fenomeno dell'immigrazione.
A sinistra hanno ragione da vendere dicendo che una nave militare italiana con 135 migranti a bordo non può significare un pericolo per la Patria e per i suoi confini. Una no. Ma diverse navi in questi anni hanno creato un fenomeno mediatico (è un dato innegabile ahimé) e un impatto sulla cittadinanza che negli anni è molto cambiato. Dalla strage di Lampedusa ad oggi ne è passata di acqua sotto i ponti e la percezione generale è molto cambiata.
Però. Mentre l'Italia si divideva tra tifosi di Carola e tifosi del capitano, i giornali indefessi continuavamo a parlarci della tratta e della fuga dei migranti dai Lager libici. Lager libici. Lager libici. Questa parola torna puntualmente quando si parla di immigrati. Ora mi domando: ha senso celebrare la giornata della memoria e lo sfondamento dei cancelli di Auschwitz se poi non siamo in grado come comunità internazionale di porre fine ad una situazione di internamento e di prigionia come quella libica?
Il problema dell'immigrazione non può e non deve essere ricondotto tutto sulle scelte di Salvini. Qui è in ballo una questione di umanità che tocca tutta la comunità internazionale! E anche i governi di centrosinistra che hanno stretto accordi con la Libia e con altre nazioni non certo rispettose dei diritti umani (ricordate l'esclamazione di Minniti?) hanno la loro parte di responsabilità! Vederli pontificare in Senato e mandare a processo un loro avversario politico per me si rivelerà un errore. Perché il nodo dell'immigrazione è lì, perché i lager libici sono lì, e finché sono lì nessuno può sentirsi con la coscienza a posto.
Sogno un'Europa che si faccia carico politicamente della questione, con corridoi umanitari sicuri, intervenendo pesantemente su questa tratta fatta di barconi di fortuna che sono uno schiaffo alla nostra civiltà. Uomini e donne torturati, mamme incinta e bambini sofferenti non devono mai più finire in un lager libico e mai più finire su un barcone al limite del collasso!
La politica ha tutti gli strumenti per gestire questa situazione, coinvolgendo l'Unione degli stati africani, l'Onu, le Ong. Finora il fenomeno è stato gestito in modo rabberciato, è normale che i cittadini si indignino!
A livello locale ribadisco: non è possibile che le Prefetture, come accaduto in passato, intervengano per chiedere continuamente ai sindaci strutture pubbliche per migranti (ad avercele), convocandoli magari per ben 3 volte in 20 giorni. E non è possibile che facciano gare per affidare ai privati l'accoglienza. Si generano casi anomali di migranti mandati in strutture in disuso come soggetti esterni alle comunità locali. E non è possibile seguire tabelle di parametri di proporzione tra migranti e cittadini perché non tutti i Comuni hanno strutture adeguate. Su questo punto l'unica soluzione che funziona è il progetto SPRAR tarato sulle possibilità effettive dei comuni e con una progettualità che mira a tutelare e ad accompagnare i richiedenti asilo nelle pratiche di inclusione.
Tra l'altro sarebbe bello ogni tanto essere convocati in prefettura per discutere anche del bisogno di sicurezza che cresce dai territori, delle richieste di maggior presenza delle forze dell'ordine in un territorio come il nord barese che a mio parere sta subendo una maggiore aggressività dei clan mafiosi.
Ecco perché la percezione dei cittadini è cambiata. Mandare a processo Salvini è stata una mossa politica miope e non vorrei che domani questa scelta non rafforzi quanti vorrebbero addirittura uscire dall'Unione Europea per tutelare meglio i nostri interessi nazionali. Anche perché se il Regno Unito non dovesse più partecipare ai meccanismi di distribuzione sarà la miccia perfetta per i tifosi degli stati nazionali, un ritorno pauroso al peggior nazionalismo del '900.
La politica si riprenda il primato, non faccia giudicare un ministro da un giudice, non faccia risolvere le questioni dell'immigrazione dalle Procure, non perda la sua dignità ignorando i lager libici e un problema di natura internazionale pur di batter colpo contro un avversario politico».