Sollecito chiede i danni per ingiusta detenzione
L'ingegnere giovinazzese chiede allo Stato un risarcimento di 516.000 euro
martedì 26 gennaio 2016
Raffaele Sollecito chiede allo Stato italiano oltre mezzo milione di euro per l'ingiusta detenzione subita nell'indagine sull'omicidio di Meredith Kercher, verificatosi a Perugia nella notte tra l'1 ed il 2 novembre del 2007.
L'istanza è stata depositata ieri alla Corte d'Appello di Firenze dai suoi legali, gli avvocati Giulia Bongiorno e Luca Maori. I legali hanno deciso di rivolgersi all'ultimo giudice di merito che si è occupato del processo. In particolare hanno chiesto un risarcimento di 516.000 euro per la detenzione a cui Sollecito è stato sottoposto dal 6 novembre 2007 al 4 ottobre 2011.
L'ingegnere informatico giovinazzese, che si è sempre proclamato estraneo all'omicidio, è stato definitivamente assolto per il delitto Kercher dalla V Sezione Penale della Corte di Cassazione, insieme all'americana Amanda Knox. La sentenza del 27 marzo 2015 ha posto fine al lungo procedimento ed a ben 5 giudizi complessivi. Intanto resta in carcere, come unico colpevole, l'italo-ivoriano Rudy Guede, che sta scontando una pena definitiva di 16 anni. Anch'egli si proclama da sempre innocente.
L'istanza è stata depositata ieri alla Corte d'Appello di Firenze dai suoi legali, gli avvocati Giulia Bongiorno e Luca Maori. I legali hanno deciso di rivolgersi all'ultimo giudice di merito che si è occupato del processo. In particolare hanno chiesto un risarcimento di 516.000 euro per la detenzione a cui Sollecito è stato sottoposto dal 6 novembre 2007 al 4 ottobre 2011.
L'ingegnere informatico giovinazzese, che si è sempre proclamato estraneo all'omicidio, è stato definitivamente assolto per il delitto Kercher dalla V Sezione Penale della Corte di Cassazione, insieme all'americana Amanda Knox. La sentenza del 27 marzo 2015 ha posto fine al lungo procedimento ed a ben 5 giudizi complessivi. Intanto resta in carcere, come unico colpevole, l'italo-ivoriano Rudy Guede, che sta scontando una pena definitiva di 16 anni. Anch'egli si proclama da sempre innocente.