Sicurezza, l'analisi di Domenico Mortellaro su Giovinazzo
Nel suo intervento in Consiglio comunale, il criminologo ha fotografato la situazione cittadina chiedendo di non imitare il modello "securitario" fallito altrove
sabato 7 ottobre 2023
«Il modello securitario è fallito».
Lo ha più volte affermato ieri sera Domenico Mortellaro, nel corso del suo intervento all'interno del Consiglio comunale monotematico su sicurezza e legalità.
Il criminologo giovinazzese ha spiegato come quel modello, in parte adottato a Bari, non abbia portato a grossi risultati ed anzi, con la creazione di grandi periferie urbano, ampie sacche della popolazione vivono tutt'oggi grazie ad un para-Stato.
Mortellaro ha quindi illustrato la situazione a Giovinazzo, dove agiscono «pochi cani sciolti» che tuttavia non devono avere campo. L'unico modo per non fornire loro un assist è implementare il pattugliamento notturno e soprattutto riavviare percorsi di legalità che in un recente passato avevano fatto la fortuna di questa comunità. Non vi sarebbero, dunque, veri e propri clan, ma diramazioni di sodalizi criminali baresi che di fatto devono fare pensare a Giovinazzo, in ambito di contrasto al malaffare, come ad una periferia barese. Alta la guardia, quindi, senza drammi, ma con atti concreti fattibili nel breve tempo.
Il criminologo giovinazzese ha anche raccontato come la piazza di spaccio della stazione ferroviaria si stia spostando in piazzetta Stallone, dove gli atti vandalici non sono affatto isolati ed estemporanei, ma frutto di un progetto criminale che vuole «l'allontanamento delle famiglie da un luogo di aggregazione».
Ed è su questo punto che Mortellaro ha invocato maggiore attenzione da parte delle istituzioni sovracomunali e comunali, affinché quell'area non diventi terreno sempre più fertile per le attività di spaccio di droga.
Lucido poi nell'analisi delle prospettive: non basta solo reprimere, bisogna evitare che un giovanissimo preferisca la scuola, i percorsi educativi e di socializzazione, ai «500 euro» per fare da vedetta o per spacciare. In altre zone della Puglia accade ed accadrà ancora, a Giovinazzo ci si può ancora salvare con politiche che non creino sacche di consenso a cui attingere piccoli soldati di malavita.
Lo ha più volte affermato ieri sera Domenico Mortellaro, nel corso del suo intervento all'interno del Consiglio comunale monotematico su sicurezza e legalità.
Il criminologo giovinazzese ha spiegato come quel modello, in parte adottato a Bari, non abbia portato a grossi risultati ed anzi, con la creazione di grandi periferie urbano, ampie sacche della popolazione vivono tutt'oggi grazie ad un para-Stato.
Mortellaro ha quindi illustrato la situazione a Giovinazzo, dove agiscono «pochi cani sciolti» che tuttavia non devono avere campo. L'unico modo per non fornire loro un assist è implementare il pattugliamento notturno e soprattutto riavviare percorsi di legalità che in un recente passato avevano fatto la fortuna di questa comunità. Non vi sarebbero, dunque, veri e propri clan, ma diramazioni di sodalizi criminali baresi che di fatto devono fare pensare a Giovinazzo, in ambito di contrasto al malaffare, come ad una periferia barese. Alta la guardia, quindi, senza drammi, ma con atti concreti fattibili nel breve tempo.
Il criminologo giovinazzese ha anche raccontato come la piazza di spaccio della stazione ferroviaria si stia spostando in piazzetta Stallone, dove gli atti vandalici non sono affatto isolati ed estemporanei, ma frutto di un progetto criminale che vuole «l'allontanamento delle famiglie da un luogo di aggregazione».
Ed è su questo punto che Mortellaro ha invocato maggiore attenzione da parte delle istituzioni sovracomunali e comunali, affinché quell'area non diventi terreno sempre più fertile per le attività di spaccio di droga.
Lucido poi nell'analisi delle prospettive: non basta solo reprimere, bisogna evitare che un giovanissimo preferisca la scuola, i percorsi educativi e di socializzazione, ai «500 euro» per fare da vedetta o per spacciare. In altre zone della Puglia accade ed accadrà ancora, a Giovinazzo ci si può ancora salvare con politiche che non creino sacche di consenso a cui attingere piccoli soldati di malavita.