Siccità in Puglia, Coldiretti denuncia: «In tre giorni persi 1,3 milioni di metri cubi d'acqua»
Muraglia: «Stagione di caldo anomalo che già necessita dell’irrigazione di soccorso»
martedì 19 maggio 2020
Primo assaggio in Puglia di caldo estivo con le temperature che hanno raggiunto i 38 gradi e le campagne arse dalla siccità per l'assoluta mancanza di piogge e una diminuzione di acqua negli invasi in soli 3 giorni dal 15 al 18 maggio di 1,3 milioni di metri cubi.
È quanto denuncia Coldiretti Puglia che lancia l'allarme sulla condizione di grano, pomodori, frutta, ulivi, primizie e ortaggi in pieno campo, con gravi danni causati dalla tropicalizzazione del clima e il calo sostanziale di acqua negli invasi di oltre 118 milioni di acqua rispetto all'anno scorso, dopo l'inverno più caldo dal 1800 e una primavera pazza che sta compromettendo i raccolti.
«Da Foggia a Lecce tutte le province in Puglia stanno vivendo una grave stagione siccitosa, con la mancanza di acqua che sta pregiudicando le colture in atto, ma anche le produzioni che saranno raccolte nei prossimi mesi. Grano, pomodoro, ulivi, angurie, uva, albicocche, melograni, pesche e percoche, e ortaggi hanno necessità di essere irrigati. Viviamo una stagione di caldo anomalo che già necessita dell'irrigazione di soccorso», insiste Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
La sostanziale assenza di piogge è aggravata - aggiunge Coldiretti Puglia - dalle reti colabrodo che fanno perdere 1 litro di acqua su 2. Serve un piano infrastrutturale per la creazione di piccoli invasi che raccolgano tutta l'acqua piovana che va perduta e la distribuiscano quando ce n'è poca ai fini di regimazione della acque, irrigui, ambientali e dell'accumulo/produzione di energia idroelettrica.
Servono – insiste la Coldiretti – interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque, campagne di informazione ed educazione sull'uso corretto dell'acqua, un impegno per la diffusione di sistemi di irrigazione a basso consumo, ma anche ricerca e innovazione per lo sviluppo di coltivazioni a basso fabbisogno idrico.
Le aree pugliesi esposte al rischio desertificazione sono pari al 57% - conclude Coldiretti Puglia – con gli agricoltori che stanno facendo la loro parte con un impegno per la diffusione di sistemi di irrigazione a basso consumo, ma anche ricerca e innovazione per lo sviluppo di coltivazioni a basso fabbisogno idrico.
Se non ci sarà un profondo cambiamento a breve, con adeguate precipitazioni, mancherà in molte aziende – sottolinea la Coldiretti - l'acqua necessaria per la crescita delle colture. L'andamento anomalo del clima dunque – continua la Coldiretti – si manifesta con la più elevata frequenza di eventi estremi e sfasamenti stagionali che sconvolgono i normali cicli colturali ed impattano sul calendario di raccolta e sulle disponibilità dei prodotti che i consumatori mettono nel carrello della spesa.
L'agricoltura – conclude la Coldiretti – è l'attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici con sfasamenti stagionali ed eventi estremi che hanno causato una perdita in Puglia di oltre 3 miliardi di euro nel corso del decennio della produzione agricola regionale.
È quanto denuncia Coldiretti Puglia che lancia l'allarme sulla condizione di grano, pomodori, frutta, ulivi, primizie e ortaggi in pieno campo, con gravi danni causati dalla tropicalizzazione del clima e il calo sostanziale di acqua negli invasi di oltre 118 milioni di acqua rispetto all'anno scorso, dopo l'inverno più caldo dal 1800 e una primavera pazza che sta compromettendo i raccolti.
«Da Foggia a Lecce tutte le province in Puglia stanno vivendo una grave stagione siccitosa, con la mancanza di acqua che sta pregiudicando le colture in atto, ma anche le produzioni che saranno raccolte nei prossimi mesi. Grano, pomodoro, ulivi, angurie, uva, albicocche, melograni, pesche e percoche, e ortaggi hanno necessità di essere irrigati. Viviamo una stagione di caldo anomalo che già necessita dell'irrigazione di soccorso», insiste Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
La sostanziale assenza di piogge è aggravata - aggiunge Coldiretti Puglia - dalle reti colabrodo che fanno perdere 1 litro di acqua su 2. Serve un piano infrastrutturale per la creazione di piccoli invasi che raccolgano tutta l'acqua piovana che va perduta e la distribuiscano quando ce n'è poca ai fini di regimazione della acque, irrigui, ambientali e dell'accumulo/produzione di energia idroelettrica.
Servono – insiste la Coldiretti – interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque, campagne di informazione ed educazione sull'uso corretto dell'acqua, un impegno per la diffusione di sistemi di irrigazione a basso consumo, ma anche ricerca e innovazione per lo sviluppo di coltivazioni a basso fabbisogno idrico.
Le aree pugliesi esposte al rischio desertificazione sono pari al 57% - conclude Coldiretti Puglia – con gli agricoltori che stanno facendo la loro parte con un impegno per la diffusione di sistemi di irrigazione a basso consumo, ma anche ricerca e innovazione per lo sviluppo di coltivazioni a basso fabbisogno idrico.
Se non ci sarà un profondo cambiamento a breve, con adeguate precipitazioni, mancherà in molte aziende – sottolinea la Coldiretti - l'acqua necessaria per la crescita delle colture. L'andamento anomalo del clima dunque – continua la Coldiretti – si manifesta con la più elevata frequenza di eventi estremi e sfasamenti stagionali che sconvolgono i normali cicli colturali ed impattano sul calendario di raccolta e sulle disponibilità dei prodotti che i consumatori mettono nel carrello della spesa.
L'agricoltura – conclude la Coldiretti – è l'attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici con sfasamenti stagionali ed eventi estremi che hanno causato una perdita in Puglia di oltre 3 miliardi di euro nel corso del decennio della produzione agricola regionale.