Si chiude la stagione del Teatro Diffuso

Stasera in scena"Skàuschê (il film di Michele)" di e con Roberto Corradino

giovedì 13 aprile 2017
A cura di Gabriella Serrone
Si chiuderà questa sera il sipario sulla bella rassegna del Teatro Diffuso 2017, voluta da Mimmo Fiorentino e dal Vecchio Caffè Amoia, curata da Senza Piume Teatro, col sostegno di Saicaf , l'Associazione Culturale Explorer e gli allievi della Piccola Scuola di Teatro.

In scena per l'ultimo appuntamento la pièce "Skàuschê (il film di Michele)" di e con Roberto Corradino, che ha curato anche la drammaturgia e l'allestimento scenico. Si tratta di un'opera ben congegnata, che pone l'accento sulle difficoltà di emergere di un ragazzo, condannato ad essere pastore come la sua gente, legato a convenzioni popolari mortificanti. "Skàuschê", nel dialetto murgiano, significa scheggia, pagliuzza, particella infinitesimale.

«È la storia di una lingua che si estingue - ha detto l'artista -, di una terra che viene rivoltata, di una pietra che non suona più. È l'ultimo ululato alla vita un "cane di jazzo", i cani dei pastori murgiani. Perché quando si muore, si muore in dialetto. Ed è un film, che vorrò fare. Per la memoria di M.C. Dove Emme sta per Miseria e Ci per Cosìvailmondo».

Lo spettacolo è tratto da una storia realmente accaduta negli anni '70 e racconta la vergognosa vicenda, taciuta dai più, della cosiddetta "tratta dei calzoni corti", il mercato di minori comprati e venduti, condannati ad essere forzatamente pastori, intrappolati in una terra bella e selvaggia almeno quanto i loro aguzzini.

Iangelino è il protagonista, il punto focale su cui si concentra l'attenzione dello spettatore e che vive tra le "mazzate" , ma non smette di sognare. "Skàuschê (il film di Michele)" non è solo una pièce teatrale, ma è anche e soprattutto denuncia sociale, memoria storica, riflessione approfondita sulla solitudine di giovani vite messe al margine.

Ultimo appuntamento col Teatro Diffuso, da non perdere per chi ama gli spettacoli di qualità. Ultimo appuntamento con una rassegna che sa stupire ogni anno, perché capace di rigenerarsi, rinnovarsi ed indurre, attraverso l'arte, riflessioni profonde.