Sgarbi, Emiliano ed il Premio Porta d'Oriente
Il racconto e le riflessioni di Enrico Tedeschi
martedì 17 dicembre 2019
14.12
Ospitiamo sulla nostra testata un articolo di Enrico Tedeschi, il quale, partendo dal parallelo fatto da Vittorio Sgarbi sulla somiglianza tra il Governatore Michele Emiliano e il San Felice in Cattedra, il capolavoro del Lotto da lui portato da Giovinazzo all'Expo 2015 di Milano, trae spunto dalla cronaca del prestigioso Premio Letterario Porta d'Oriente, venerdì scorso, per ricordare a tutti l'attenzione del noto critico d'arte per la nostra Città e la Puglia. Ma anche rivelarci che, proprio per la sua centralità e per l'immenso patrimonio materiale ed immateriale che possiede, ci sarebbe un piano che vedrebbe Giovinazzo al centro di un rilancio più che credibile dell'intera Terra di Bari.
Il volto di un invecchiato Governatore Michele Emiliano, quasi un sosia del cupo "San Felice in Cattedra" (il celeberrimo ritratto del Lotto nella chiesa di San Domenico a Giovinazzo ed ammiratissimo all'Expo 2015 di Milano): è questo l'accostamento, non solo fisico, tra due personaggi entrambi preoccupati per una possibile fine imminente. Questo, traducendo in immagini alcune parole di Vittorio Sgarbi, il contenuto di post ed articoli subito divenuti virali ma che, al di là del messaggio ironico, confermano pure la sua attenzione (antica e recente) per la nostra Città; ma anche per l'intera Puglia «la regione più bella del mondo… benché stuprata dalle pale eoliche» come da lui in più occasioni affermato. E che questo amore per la nostra terra sia davvero tanto, lo dimostra la recente venuta a Bari di Sgarbi, appositamente per il "Premio Letterario Nazionale Porta d'Oriente – Libero Sviluppo del Mediterraneo" (una vetrina eccezionale per la nostra regione, ndr) intitolato a Nicola Saponaro, ma che si è subito complicata, ob torto collo, a seguito di una sua visita a sorpresa al cantiere del Kursaal Santa Lucia, e poi all'ex Teatro Margherita ed al rinnovato Teatro Piccinni. Ecco quindi che, dopo la sua lectio magistralis la mattina, nella splendida sala del Circolo Unione del Petruzzelli - messa generosamente a disposizione dal suo presidente Giacomo Tomasicchio - la scaletta del pomeriggio ne è uscita a dir poco rivoluzionata. Né certo si poteva rinviare il suo appuntamento per una diretta televisiva, a Barletta, dalla Pinacoteca De Nittis che ospitava una mostra (fino al 3 maggio prossimo) di imperdibili capolavori di Giovanni Boldini.
Peccato perciò per i tempi drammaticamente accorciatisi, perché proprio quella del pomeriggio era un'occasione preziosa per la prof. Cettina Fazio Bonina, presidente dell'Associazione "Porta d'Oriente", per potersi confrontare con Sgarbi su alcune iniziative che potrebbero vedere Giovinazzo al centro di un programma di rilancio dell'intera Terra di Bari. Notizie invece più che confortanti sul fronte del Premio, presieduto dalla scrittrice e psicoterapeuta Vera Slepoj, cui sempre Sgarbi ha annunciato un suo intervento diretto acché questa manifestazione possa avere, per l'anno prossimo e in occasione del suo decennale, una eco degna dell'evento e dell'importanza di questa competizione, ormai divenuta tra le più autorevoli del genere in Italia. Quasi doveroso a questo punto un minimo report sull'avvenimento cui non poco ha pesato, a nostro avviso, proprio la presenza garantita del critico ferrarese, noto peraltro per la sua proverbiale vis polemica: pubblico accalcatosi persino nei corridoi della capiente Sala delle Muse ma, se si esclude il solo consigliere regionale Domenico Damascelli, assenza totale di tutte le altre presenze istituzionali, per quanto regolarmente e debitamente invitate per tempo.
"In Aeropago iudicatum est", ordunque, il vincitore della IX edizione del "Premio Nazionale Porta d'Oriente 2019" è lo scrittore Roberto Pazzi con Verso Sant'Elena (Bompiani ed.) che la spunta su Raffaello Mastrolonardo con Gente del Sud (ed. Tre 60) e su Letizia Muratori con Carissimi (La nave di Teseo). E su questa terna ci ha pure scherzato sopra Vittorio Sgarbi , presidente della giuria, prima di lasciare anzitempo la manifestazione con un «Vinca il migliore!» parlando del suo imbarazzo personale per la scelta tra «uno scrittore e poeta validissimo, di Ferrara come me ed amico da 50 anni » (appunto il pluripremiato Pazzi) ed un'autrice straordinaria come la Muratori «che oltretutto fa parte della scuderia di mia sorella Elisabetta» (La nave di Teseo edizioni) o dell'acclamato scrittore "di casa", Mastrolonardo, col suo "romanzo-mondo… che celebra la Puglia".
Giudizio cristallino e al di sopra di ogni sospetto, quindi, per questo Premio cresciuto negli anni e divenuto, senza ombra di dubbio, uno degli appuntamenti più ambiti anche dagli scrittori più conosciuti. Né d'altronde poteva essere diversamente considerato il rigore con cui sono selezionate le singole opere e la giuria di assoluta eccellenza che vanta, peraltro, anche di nomi di indiscusso calibro non solo nazionale. Questo comunque l'elenco dei giudici, anche a dimostrazione di quanto appena detto: Cosma Cafueri, Marisa Di Bello, Gian Arturo Ferrari, Valentino Losito, Lino Patruno, Corrado Petrocelli, Gennaro Sangiuliano e Stefano Zecchi insieme naturalmente a Sgarbi e alle già citate Slepoj e Fazio Bonina. Ampiamente riportato il resto - anche con i riconoscimenti per la sezione poesia guidata dalla prof.ssa Franca Fabris Angelillo – sul sito dell'Associazione, sui vari social e con passaggi sui vari media, impossibile chiudere senza una menzione alle brillanti conduzioni delle giornaliste Enrica Simonetti e Antonella Daloiso che hanno dato ulteriore smalto ad una kermesse allietata pure da interventi musicali affidati alla regia della prof.ssa Annamaria Sallustio. All'anno prossimo, allora!
Enrico Tedeschi
Il volto di un invecchiato Governatore Michele Emiliano, quasi un sosia del cupo "San Felice in Cattedra" (il celeberrimo ritratto del Lotto nella chiesa di San Domenico a Giovinazzo ed ammiratissimo all'Expo 2015 di Milano): è questo l'accostamento, non solo fisico, tra due personaggi entrambi preoccupati per una possibile fine imminente. Questo, traducendo in immagini alcune parole di Vittorio Sgarbi, il contenuto di post ed articoli subito divenuti virali ma che, al di là del messaggio ironico, confermano pure la sua attenzione (antica e recente) per la nostra Città; ma anche per l'intera Puglia «la regione più bella del mondo… benché stuprata dalle pale eoliche» come da lui in più occasioni affermato. E che questo amore per la nostra terra sia davvero tanto, lo dimostra la recente venuta a Bari di Sgarbi, appositamente per il "Premio Letterario Nazionale Porta d'Oriente – Libero Sviluppo del Mediterraneo" (una vetrina eccezionale per la nostra regione, ndr) intitolato a Nicola Saponaro, ma che si è subito complicata, ob torto collo, a seguito di una sua visita a sorpresa al cantiere del Kursaal Santa Lucia, e poi all'ex Teatro Margherita ed al rinnovato Teatro Piccinni. Ecco quindi che, dopo la sua lectio magistralis la mattina, nella splendida sala del Circolo Unione del Petruzzelli - messa generosamente a disposizione dal suo presidente Giacomo Tomasicchio - la scaletta del pomeriggio ne è uscita a dir poco rivoluzionata. Né certo si poteva rinviare il suo appuntamento per una diretta televisiva, a Barletta, dalla Pinacoteca De Nittis che ospitava una mostra (fino al 3 maggio prossimo) di imperdibili capolavori di Giovanni Boldini.
Peccato perciò per i tempi drammaticamente accorciatisi, perché proprio quella del pomeriggio era un'occasione preziosa per la prof. Cettina Fazio Bonina, presidente dell'Associazione "Porta d'Oriente", per potersi confrontare con Sgarbi su alcune iniziative che potrebbero vedere Giovinazzo al centro di un programma di rilancio dell'intera Terra di Bari. Notizie invece più che confortanti sul fronte del Premio, presieduto dalla scrittrice e psicoterapeuta Vera Slepoj, cui sempre Sgarbi ha annunciato un suo intervento diretto acché questa manifestazione possa avere, per l'anno prossimo e in occasione del suo decennale, una eco degna dell'evento e dell'importanza di questa competizione, ormai divenuta tra le più autorevoli del genere in Italia. Quasi doveroso a questo punto un minimo report sull'avvenimento cui non poco ha pesato, a nostro avviso, proprio la presenza garantita del critico ferrarese, noto peraltro per la sua proverbiale vis polemica: pubblico accalcatosi persino nei corridoi della capiente Sala delle Muse ma, se si esclude il solo consigliere regionale Domenico Damascelli, assenza totale di tutte le altre presenze istituzionali, per quanto regolarmente e debitamente invitate per tempo.
"In Aeropago iudicatum est", ordunque, il vincitore della IX edizione del "Premio Nazionale Porta d'Oriente 2019" è lo scrittore Roberto Pazzi con Verso Sant'Elena (Bompiani ed.) che la spunta su Raffaello Mastrolonardo con Gente del Sud (ed. Tre 60) e su Letizia Muratori con Carissimi (La nave di Teseo). E su questa terna ci ha pure scherzato sopra Vittorio Sgarbi , presidente della giuria, prima di lasciare anzitempo la manifestazione con un «Vinca il migliore!» parlando del suo imbarazzo personale per la scelta tra «uno scrittore e poeta validissimo, di Ferrara come me ed amico da 50 anni » (appunto il pluripremiato Pazzi) ed un'autrice straordinaria come la Muratori «che oltretutto fa parte della scuderia di mia sorella Elisabetta» (La nave di Teseo edizioni) o dell'acclamato scrittore "di casa", Mastrolonardo, col suo "romanzo-mondo… che celebra la Puglia".
Giudizio cristallino e al di sopra di ogni sospetto, quindi, per questo Premio cresciuto negli anni e divenuto, senza ombra di dubbio, uno degli appuntamenti più ambiti anche dagli scrittori più conosciuti. Né d'altronde poteva essere diversamente considerato il rigore con cui sono selezionate le singole opere e la giuria di assoluta eccellenza che vanta, peraltro, anche di nomi di indiscusso calibro non solo nazionale. Questo comunque l'elenco dei giudici, anche a dimostrazione di quanto appena detto: Cosma Cafueri, Marisa Di Bello, Gian Arturo Ferrari, Valentino Losito, Lino Patruno, Corrado Petrocelli, Gennaro Sangiuliano e Stefano Zecchi insieme naturalmente a Sgarbi e alle già citate Slepoj e Fazio Bonina. Ampiamente riportato il resto - anche con i riconoscimenti per la sezione poesia guidata dalla prof.ssa Franca Fabris Angelillo – sul sito dell'Associazione, sui vari social e con passaggi sui vari media, impossibile chiudere senza una menzione alle brillanti conduzioni delle giornaliste Enrica Simonetti e Antonella Daloiso che hanno dato ulteriore smalto ad una kermesse allietata pure da interventi musicali affidati alla regia della prof.ssa Annamaria Sallustio. All'anno prossimo, allora!
Enrico Tedeschi