Sette domande di Depalma al PD

Continua il confronto a distanza tra amministratori ed opposizione

mercoledì 15 giugno 2016
Serrato, a tratti infuocato. Il confronto tra l'Amministrazione comunale ed il Partito Democratico è entrato nel vivo in vista delle elezioni amministrative della primavera 2017.

Tutto era iniziato il 1° giugno scorso con un incontro con i cittadini voluto da Tommaso Depalma ed i suoi. In quella occasione il sindaco aveva parlati di tributi, rifiuti e discarica e su questi ultimi due punti aveva attaccato il PD per la passata gestione dell'intero ciclo. Domenica 12 giugno era giunta la risposta di Antonello Natalicchio e dei Democratici, che avevano duramente controbattuto al primo cittadino. Poi il terzo round, in Consiglio comunale, con i Dem che hanno lasciato l'Aula consiliare dopo aver consegnato al Presidente Vito Favuzzi un affondo perentorio contro le politiche dell'Amministrazione. Un affondo non discusso, fanno sapere dal PD, perché parrebbe si sia passati subito all'ordine del giorno. Di questo vi daremo dettagliatamente conto nelle prossime giornate grazie ad una ESCLUSIVA.

Intanto, però, Tommaso Depalma non ha perso tempo ed ha voluto replicare con una lettera aperta al comizio piddino di domenica scorsa. La sua sfida è lanciata, visto che il primo cittadino asserisce che il PD stia fuggendo da un confronto verbale in pubblica piazza. Questo è quello che ci ha inviato:

«Considerato che il PD nell'ultimo comizio di domenica scorsa ha eluso le questioni inerenti la gestione dei rifiuti e del contratto di igiene urbana da me sollevate e, inoltre, ha evitato il confronto con il sottoscritto in pubblica piazza, ripropongo le domande così da poter confidare in un dibattito seppur "epistolare".
Non si tratta di rivangare fatti del passato per far inutile polemica perché, le scelte fatte allora, impattano pesatamente sulla nostra quotidianità (pulizia, igiene urbana, tariffa sui rifiuti).

1. Sulla base di quali motivate considerazioni la Giunta nel 2011 ha espresso il proprio assenso per la cessione del contratto tra Innovambiente e Daneco? Ricordo che era l'unica finestra per poter avviare una nuova gara e migliorare il servizio ed i costi.

2. Come si spiega la delibera di annullamento che a marzo 2012 la Giunta Natalicchio dovette approvare per far fronte ad un atto illegittimo (ossia l'approvazione della cessione del contratto tra Innovambiente e Daneco fatta un anno prima sempre in giunta) e addirittura sospeso per sentenza del TAR Puglia?

3. Sono stati approfonditi i motivi che hanno spinto un'azienda a cedere il proprio contratto ad un'altra azienda che ha la sede presso la stessa sede della precedente? Ovvero tra Aspica, InnovAmbiente e Daneco si tratta del gioco delle tre carte?

4. Il fatto che nel frattempo Daneco si sia aggiudicata la realizzazione dell'impianto di biostabilizzazione e la gestione della discarica di San Pietro Pago può aver influito nella scelta di esprimere il proprio assenso alla cessione del contratto?

5. Nella delibera di Consiglio comunale che infaustamente nel 2009 approvava la realizzazione del famoso sesto lotto con una previsione di riempimento di circa 230.000 metri cubi di rifiuti (diventati poi 520.000 grazie al duo Vendola-Natalicchio) il Consiglio si espresse perché il soggetto concessionario (Daneco) effettuasse un intervento di sponsorizzazione sul territorio comunale. Da atti successivi si apprende che tale intervento è consistito nei lavori di riqualificazione del verde della Villa Comunale per un intervento di 150.000 euro. Come si è stabilita questa modica cifra – alias "piatto di lenticchie" – in cambio di diverse migliaia di metri cubi di rifiuti? Facciamo notare che sui comunicati stampa dell'epoca (GiovinazzoLive) né il Sindaco Natalicchio né il vicesindaco Tempesta hanno avuto il coraggio di affermare che l'intervento di riqualificazione della Villa Comunale derivava dalla misera sponsorizzazione Daneco. (Allegati 3,4 e 5)

6. Perché mentre si teneva in piedi un contratto scaduto per via dell'art. 204 del D. lgs. 3 aprile 2006 n. 152, che concedeva ai Comuni di restare con il vecchio gestore sino a quando (in modo indefinito…) non si sarebbe individuato un nuovo gestore unico in sede ATO, il 21 dicembre 2011 si affidava a professionista esterno il servizio per la redazione del capitolato speciale d'appalto dei servizi di igiene urbana e degli atti di gara per l'individuazione del nuovo gestore? Vi è una grande contraddizione: da una parte si affida un servizio in regime di ordinanza perché non si può fare una nuova gara, dall'altro si commissionano a pagamento gli atti per una nuova gara. Chi spiega questa contraddizione?

7. Perché a seguito dell'ordinanza a Daneco e a seguito dell'incarico a professionista esterno per redigere gli atti di una nuova gara, vista la gravità della situazione (ossia un gestore che effettua un servizio senza ALCUN PRESUPPOSTO, visto che la delibera di cessione del contratto era stata annullata), nei 6 mesi a seguire, ossia prima dell'entrata in vigore della legge regionale che istituiva gli ARO, non si è bandita la nuova gara?

Al termine di queste domande ci tengo a chiarire finalmente un passaggio chiave che invece riguarda la mia Amministrazione. Quando si è insediata ha finalmente approvato in Consiglio comunale, il 28 novembre 2012 con delibera n. 50, il nuovo capitolato d'appalto del servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti urbani e assimilati, compreso lo spazzamento delle strade e altri servizi complementari, redatto dal settore Gestione del Territorio del Comune di Giovinazzo. Il PD durante quel Consiglio comunale si oppose fortemente alla scelta dell'Amministrazione Comunale.

L'Amministrazione comunale, consapevole della necessità di bandire una nuova regolare gara e soprattutto avviare finalmente la raccolta differenziata (unica soluzione utile per calmierare la tassa sui rifiuti ed avere soprattutto una città più pulita senza cassonetti e con mezzi di raccolta non idonei), decise di approvare il capitolato e di scrivere alla Regione chiedendo la DEROGA al divieto di bandire nuove procedure di gara per l'affidamento dei servizi di igiene urbana e complementari previsto dalla legge regionale 24/2012, art. 24.

Con nota dell'8 febbraio 2013 (n. prot. 1023) la Regione Puglia ha comunicato l'impossibilità per il singolo Comune di procedere all'indizione della gara d'appalto alla luce della legge regionale 24/2012 e alla luce della delibera di Giunta regionale n. 2147 del 23 ottobre 2012, che prevede che il Comune di Giovinazzo sia compreso nell'ARO 2/BA deputato ad avviare le procedure di affidamento del servizio.

Con delibera n. 215 del 2 marzo 2016 il presidente dell'Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC), Raffaele Cantone, evidenzia come il divieto di bandire nuove gare per i singoli Comuni in attesa del subentro del nuovo gestore "sine die" era del tutto non condivisibile!

Queste sono le 7 domande che mi preme rivolgere al PD di Giovinazzo affinché i cittadini sappiano come sono andate le cose. Ho chiesto più volte un incontro pubblico ma non ho mai ricevuto risposta. Per quello che mi riguarda, resto sempre a disposizione. Mi dicessero data e luogo e io ci sarò».

Questo per intero quanto scritto dal sindaco. Al Partito Democratico, oltre allo spazio che offriremo domani, va il diritto di replica punto su punto e nei medesimi spazi, così da dare a voi lettori la possibilità di formarvi un'idea completa sull'intera vicenda.