SerMolfetta, pillole di primo soccorso con i bimbi e le bimbe di Giovinazzo
L'iniziativa nell'ambito del cartellone "L'autunno dei bambini"
mercoledì 29 novembre 2023
Nell'ambito del programma d'iniziative "L'autunno dei bambini", promosso e patrocinato dalla città di Giovinazzo, è stato inserito un percorso di conoscenza e prima formazione di educazione alla salute, educazione alle emozioni e alla cittadinanza attiva, dal titolo "Pillole di primo soccorso".
Gli incontri pomeridiani, a cura di Arancio, società cooperativa sociale che collabora con il SerMolfetta, sono stati rivolti a ragazzi in età compresa tra i sei e i quattordici anni e si sono svolti dal 20 al 25 novembre presso la sede succursale del SerMolfetta che nella nostra città è situata in via Cappuccini n. 28. Con piacere e attenzione anche noi abbiamo seguito l'iniziativa che ha visto impegnati direttamente tra i formatori Antonio Minervini, Maddalena Sgherza e Giovanni Sasso, vice presidente Ser Molfetta.
Nella prima parte, ogni incontro ha convogliato l'attenzione dei ragazzi nel campo delle emozioni e delle svariate tipologie di reazioni che si possono presentare a causa degli eventi. Gli incontri di formazione "Pillole di primo soccorso"
Nella prima fase Maddalena Sgherza ha proposto un gioco delle emozioni per approfondire questo contenuto e cercare di comprendere le emozioni che suscitano in noi gli eventi sia positivi sia negativi. La brava formatrice è dipendente della Cooperativa Arancio del Ser Molfetta e insieme alla psicologa si occupa dei migranti, nell'ambito del progetto di accoglienza "Sai" indetto dal Ministero dell'Interno. Dialogando e giocando scopriamo che non ci sono emozioni brutte; un corso come questo ci ha fatto scoprire come reagire di fronte alle emozioni e quali azioni ognuno di noi può compiere per aiutare se stesso e chi gli sta vicino a stare bene perché aiutare qualcuno aiuta a sentirsi bene con se stessi. Per stare bene con il proprio corpo è meglio riconoscere le proprie emozioni ed è giusto rispettare anche le emozioni degli altri, capire se abbiamo urtato la sensibilità di chi abbiamo di fronte e gestire le emozioni non solo nell'emergenza.
La riflessione si amplia: cosa si prova di fronte a situazioni di emergenza, che si fa? Tocca ad Antonio Minervini, autista e soccorritore del SerMolfetta da tanto tempo, oltre che formatore, illustrare semplici comportamenti da mettere in atto in caso di emergenza.
Innanzitutto, ci spiega che una delle emozioni che entrano in ballo quando il Ser è chiamato è la paura e per lui, autista dell'ambulanza, sopraggiunge anche l'ansia perché non si sa cosa può succedere. Il primo soccorso è molto importante, quante più cose si sanno, meglio è. I ragazzi l'hanno ascoltato con attenzione quando ha spiegato che a fronte di una richiesta di soccorso e di aiuto si chiama il numero 118, che risponde da Bari e che tra qualche mese dovrebbe cambiare in 112, numero unico dell'emergenza: sanitaria, polizia e vigili del fuoco. L'operatore chiederà di che tipologia di emergenza si tratta e la richiesta verrà indirizzata telefonicamente a chi di competenza. I ragazzi hanno posto domande alle quali i due formatori hanno risposto utilizzando un linguaggio chiaro, comprensibile e adeguato all'età di chi li stava ascoltando.
Ecco alcune tra le nozioni semplici ma importanti di primo soccorso enunciate durante gli incontri: se una persona cade e urta il ginocchio si mette subito il ghiaccio perché la ferita è calda e bisogna raffreddarla;
se una persona sviene alziamo le gambe per aiutare a far arrivare il sangue al cervello, oppure si alzano le braccia se le gambe sono doloranti perché è bene non muovere la persona; se si vede un inizio d'incendio, si chiamano i pompieri, i Vigili del Fuoco al numero 115.
Quello che con chiarezza viene trasmesso ai ragazzi è che ogni cittadino se vede qualcuno che ha bisogno di soccorso deve chiamare il 118: non ci si deve far prendere dalle emozioni e soprattutto dalla paura. Gli incontri a carattere ludico-conoscitivi hanno proposto differenti contenuti tutti interessanti che di volta in volta sono stai adeguatamente approfonditi durante il percorso formativo.
Il vice presidente del SerMolfetta
In un altro incontro dal rilevante contenuto abbiamo incontrato e ascoltato Giovanni Sasso, vice presidente del SerMolfetta. Gli abbiamo chiesto in merito all'idea di creare iniziative come questa rivolta a bambini e adolescenti. « Se non si gestiscono le emozioni non si può fare pratica-ci ha subito detto Giovanni Sasso. In primis affrontiamo la gestione delle emozioni in emergenza e primo soccorso poi segue sempre la pratica, com'è stato con la simulazione di rimedio per l'epistassi che è la perdita di sangue dal naso. L'idea di questo percorso progettuale e formativo nasce dal voler sensibilizzare i più giovani alla conoscenza dei valori del volontariato, sapere che esiste una realtà importante utile per la collettività come il SerMolfetta, composta di volontari che studiano, si formano e si preparano per essere d'aiuto a chi ha bisogno. Sono certo che per il futuro sia importante ampliare l' impegno nel volontariato in ambito sanitario per conoscere meglio tutto ciò di cui si occupa il Ser Molfetta, e in questo programma dell'"Autunno dei bambini" ben si colloca il nostro percorso formativo che ci ha portato a fornire "pillole", cioè nozioni di primo soccorso in merito a cadute, tagli, a momenti di gioco come quello del 118 per scoprire come agisce, cosa fa, oppure all'utilizzo opportuno dei presidi di primo soccorso per esempio del ghiaccio». L'iniziativa attuata con il SerMolfetta ha avuto un buon riscontro e un risultato soddisfacente in relazione all'interesse e alla partecipazione dei bambini e dei ragazzi, suddivisi in piccoli gruppi. A nostro avviso è bene permettere ai più giovani di ampliare le conoscenze e attingere a contenuti sempre nuovi per affrontare anche situazioni un po' più delicate che si possono presentare nella vita quotidiana, oltre che rivolgere attenzione al mondo del volontariato che nel futuro avrà bisogno di nuove leve, nuova linfa per creare un necessario cambio generazionale e far fronte il più possibile alle situazioni di emergenza e soccorso di cui la collettività può aver bisogno.
Gli incontri pomeridiani, a cura di Arancio, società cooperativa sociale che collabora con il SerMolfetta, sono stati rivolti a ragazzi in età compresa tra i sei e i quattordici anni e si sono svolti dal 20 al 25 novembre presso la sede succursale del SerMolfetta che nella nostra città è situata in via Cappuccini n. 28. Con piacere e attenzione anche noi abbiamo seguito l'iniziativa che ha visto impegnati direttamente tra i formatori Antonio Minervini, Maddalena Sgherza e Giovanni Sasso, vice presidente Ser Molfetta.
Nella prima parte, ogni incontro ha convogliato l'attenzione dei ragazzi nel campo delle emozioni e delle svariate tipologie di reazioni che si possono presentare a causa degli eventi. Gli incontri di formazione "Pillole di primo soccorso"
Nella prima fase Maddalena Sgherza ha proposto un gioco delle emozioni per approfondire questo contenuto e cercare di comprendere le emozioni che suscitano in noi gli eventi sia positivi sia negativi. La brava formatrice è dipendente della Cooperativa Arancio del Ser Molfetta e insieme alla psicologa si occupa dei migranti, nell'ambito del progetto di accoglienza "Sai" indetto dal Ministero dell'Interno. Dialogando e giocando scopriamo che non ci sono emozioni brutte; un corso come questo ci ha fatto scoprire come reagire di fronte alle emozioni e quali azioni ognuno di noi può compiere per aiutare se stesso e chi gli sta vicino a stare bene perché aiutare qualcuno aiuta a sentirsi bene con se stessi. Per stare bene con il proprio corpo è meglio riconoscere le proprie emozioni ed è giusto rispettare anche le emozioni degli altri, capire se abbiamo urtato la sensibilità di chi abbiamo di fronte e gestire le emozioni non solo nell'emergenza.
La riflessione si amplia: cosa si prova di fronte a situazioni di emergenza, che si fa? Tocca ad Antonio Minervini, autista e soccorritore del SerMolfetta da tanto tempo, oltre che formatore, illustrare semplici comportamenti da mettere in atto in caso di emergenza.
Innanzitutto, ci spiega che una delle emozioni che entrano in ballo quando il Ser è chiamato è la paura e per lui, autista dell'ambulanza, sopraggiunge anche l'ansia perché non si sa cosa può succedere. Il primo soccorso è molto importante, quante più cose si sanno, meglio è. I ragazzi l'hanno ascoltato con attenzione quando ha spiegato che a fronte di una richiesta di soccorso e di aiuto si chiama il numero 118, che risponde da Bari e che tra qualche mese dovrebbe cambiare in 112, numero unico dell'emergenza: sanitaria, polizia e vigili del fuoco. L'operatore chiederà di che tipologia di emergenza si tratta e la richiesta verrà indirizzata telefonicamente a chi di competenza. I ragazzi hanno posto domande alle quali i due formatori hanno risposto utilizzando un linguaggio chiaro, comprensibile e adeguato all'età di chi li stava ascoltando.
Ecco alcune tra le nozioni semplici ma importanti di primo soccorso enunciate durante gli incontri: se una persona cade e urta il ginocchio si mette subito il ghiaccio perché la ferita è calda e bisogna raffreddarla;
se una persona sviene alziamo le gambe per aiutare a far arrivare il sangue al cervello, oppure si alzano le braccia se le gambe sono doloranti perché è bene non muovere la persona; se si vede un inizio d'incendio, si chiamano i pompieri, i Vigili del Fuoco al numero 115.
Quello che con chiarezza viene trasmesso ai ragazzi è che ogni cittadino se vede qualcuno che ha bisogno di soccorso deve chiamare il 118: non ci si deve far prendere dalle emozioni e soprattutto dalla paura. Gli incontri a carattere ludico-conoscitivi hanno proposto differenti contenuti tutti interessanti che di volta in volta sono stai adeguatamente approfonditi durante il percorso formativo.
Il vice presidente del SerMolfetta
In un altro incontro dal rilevante contenuto abbiamo incontrato e ascoltato Giovanni Sasso, vice presidente del SerMolfetta. Gli abbiamo chiesto in merito all'idea di creare iniziative come questa rivolta a bambini e adolescenti. « Se non si gestiscono le emozioni non si può fare pratica-ci ha subito detto Giovanni Sasso. In primis affrontiamo la gestione delle emozioni in emergenza e primo soccorso poi segue sempre la pratica, com'è stato con la simulazione di rimedio per l'epistassi che è la perdita di sangue dal naso. L'idea di questo percorso progettuale e formativo nasce dal voler sensibilizzare i più giovani alla conoscenza dei valori del volontariato, sapere che esiste una realtà importante utile per la collettività come il SerMolfetta, composta di volontari che studiano, si formano e si preparano per essere d'aiuto a chi ha bisogno. Sono certo che per il futuro sia importante ampliare l' impegno nel volontariato in ambito sanitario per conoscere meglio tutto ciò di cui si occupa il Ser Molfetta, e in questo programma dell'"Autunno dei bambini" ben si colloca il nostro percorso formativo che ci ha portato a fornire "pillole", cioè nozioni di primo soccorso in merito a cadute, tagli, a momenti di gioco come quello del 118 per scoprire come agisce, cosa fa, oppure all'utilizzo opportuno dei presidi di primo soccorso per esempio del ghiaccio». L'iniziativa attuata con il SerMolfetta ha avuto un buon riscontro e un risultato soddisfacente in relazione all'interesse e alla partecipazione dei bambini e dei ragazzi, suddivisi in piccoli gruppi. A nostro avviso è bene permettere ai più giovani di ampliare le conoscenze e attingere a contenuti sempre nuovi per affrontare anche situazioni un po' più delicate che si possono presentare nella vita quotidiana, oltre che rivolgere attenzione al mondo del volontariato che nel futuro avrà bisogno di nuove leve, nuova linfa per creare un necessario cambio generazionale e far fronte il più possibile alle situazioni di emergenza e soccorso di cui la collettività può aver bisogno.