Scuola “Papa Giovanni XIII”, richiesti fondi dall’8x1000
L’iter messo in moto dal voto in Consiglio Comunale
venerdì 28 novembre 2014
12.30
Giovinazzo si candida ad ottenere i fondi dell'8x1000 per l'edilizia scolastica. A stabilirlo è stato un voto in Consiglio Comunale, per un importo di poco superiore ai 300.000 euro che andrebbe a coprire i lavori di ristrutturazione della scuola "Papa Giovanni XXIII", facente parte del II circolo didattico.
Il 3 novembre scorso era arrivato dal Consiglio dei Ministri il via libera all'utilizzazione di fondi che volontariamente i cittadini destinano allo scopo. Palazzo Chigi aveva modificato la precedente normativa riguardante i criteri e le procedure per l'utilizzazione della quota devoluta alla diretta gestione statale. Gli italiani che dovessero barrare la casella "Stato", destinerebbero i fondi oltre che, per esempio, alla fame nel mondo, alle calamità naturali, all'assistenza ai rifugiati e alla conservazione dei beni culturali, anche ad una quinta tipologia approvata in via definitiva dal Governo, quella che ricade sotto la dicitura "Ristrutturazione, miglioramento, messa in sicurezza, adeguamento antisismico ed efficientamento energetico degli immobili di proprietà pubblica adibiti all'istruzione scolastica".
Un successo targato Movimento 5 Stelle, che, grazie ad un emendamento (con prima firma del deputato Francesco Cariello), aveva di fatto modificato l'articolo 1 della precedente legge relativa al Patto di stabilità. «Risulta paradossale ristrutturare le nostre scuole con soldi volontari e quindi dei cittadini che già versano le tasse - ha commentato l'assessore alla Pubblica Istruzione, Michele Sollecito -, ma questa normativa va incontro alle esigenze economiche degli Enti locali. Va sottolineato - ha proseguito - il continuo scambio di opinioni in tal senso con i parlamentari pentastellati del territorio che, al contrario di quanto accade tra loro ed altre forze politiche locali, hanno con noi un buon rapporto». Non una marcia indietro quindi, rispetto a quanto dichiarato in passato dallo stesso assessore circa l'utilizzo dei fondi ricavati dall'8x1000, ma l'esigenza di adeguarsi ad una cruda realtà di fronte a cui si trovano spesso gli amministratori locali.
Ora la parola passa a Roma, che deciderà se affidare o meno quei fondi a Giovinazzo.
Il 3 novembre scorso era arrivato dal Consiglio dei Ministri il via libera all'utilizzazione di fondi che volontariamente i cittadini destinano allo scopo. Palazzo Chigi aveva modificato la precedente normativa riguardante i criteri e le procedure per l'utilizzazione della quota devoluta alla diretta gestione statale. Gli italiani che dovessero barrare la casella "Stato", destinerebbero i fondi oltre che, per esempio, alla fame nel mondo, alle calamità naturali, all'assistenza ai rifugiati e alla conservazione dei beni culturali, anche ad una quinta tipologia approvata in via definitiva dal Governo, quella che ricade sotto la dicitura "Ristrutturazione, miglioramento, messa in sicurezza, adeguamento antisismico ed efficientamento energetico degli immobili di proprietà pubblica adibiti all'istruzione scolastica".
Un successo targato Movimento 5 Stelle, che, grazie ad un emendamento (con prima firma del deputato Francesco Cariello), aveva di fatto modificato l'articolo 1 della precedente legge relativa al Patto di stabilità. «Risulta paradossale ristrutturare le nostre scuole con soldi volontari e quindi dei cittadini che già versano le tasse - ha commentato l'assessore alla Pubblica Istruzione, Michele Sollecito -, ma questa normativa va incontro alle esigenze economiche degli Enti locali. Va sottolineato - ha proseguito - il continuo scambio di opinioni in tal senso con i parlamentari pentastellati del territorio che, al contrario di quanto accade tra loro ed altre forze politiche locali, hanno con noi un buon rapporto». Non una marcia indietro quindi, rispetto a quanto dichiarato in passato dallo stesso assessore circa l'utilizzo dei fondi ricavati dall'8x1000, ma l'esigenza di adeguarsi ad una cruda realtà di fronte a cui si trovano spesso gli amministratori locali.
Ora la parola passa a Roma, che deciderà se affidare o meno quei fondi a Giovinazzo.