Sant'Anna e San Gioacchino, il rito si ripete in piazza San Salvatore
Ieri sera, 26 luglio, la santa messa con la benedizione delle gestanti e dei nonni
giovedì 27 luglio 2023
1.10
Giovinazzo ha di nuovo degnamente festeggiato ieri sera, 26 luglio, la solennità di Sant'Anna e San Gioacchino, genitori della Madonna.
A loro è stata dedicata la Novena dal 17 al 25 luglio nei pressi dell'edicola votiva in piazza Sant'Anna e ieri sera la messa solenne in piazza San Salvatore, gremita di fedeli per rinnovare l'antico rito della benedizione delle partorienti e dei nonni, impartita da don Andrea Azzollini, parroco della Concattedrale di Santa Maria Assunta, agli ultimi mesi del suo ministero giovinazzese. Commovente anche il saluto ai fedeli da parte di don Giuseppe Milillo.
Sant'Anna e San Gioacchino si festeggiano nella medesima data dalla promulgazione del nuovo calendario liturgico voluto da Paolo VI nel 1969. I loro nomi non ci sono tramandati da fonti storiche sicure, ma dal Protoevangelo apocrifo di Giacomo, che anticamente si chiamava Storia della Natività di Maria.
«Gioacchino e Anna - ricordano autorevoli fonti cattoliche - sarebbero stati due israeliti della tribù di Giuda, benestanti. Riconoscenti a Dio per l'abbondanza di greggi, offrivano al tempio il doppio dei doni obbligatori. Ma la loro sterilità era per gli israeliti segno della maledizione divina. Per ottenere il dono della paternità, Gioacchino si ritirò in una sua proprietà montana dove pregò e digiunò quaranta giorni. Dio ascoltò le preghiere degli anziani coniugi».
Da loro nacque Maria, che sarebbe stata la Madre delle Madri, la donna mirabile, senza peccato, incarnazione dell'Immacolata concezione. Ed è proprio questo il messaggio più importante emerso dalla celebrazione eucaristica: don Andrea ha ricordato come Anna e Gioacchino non fossero «extraterrestri dotati di superpoteri», ma una donna ed un uomo che hanno avuto una grandissima fede. Dapprima per concepire Maria in tarda età e poi quando Anna ha accettato che la Madonna desse inizio alla «comunità dei fedeli» col concepimento di Gesù, che p Dio e dà la vita.
A quei nonni ed a quelle madri benedette da don Andrea è andato l'augurio di una vita serena col segno distintivo dell'ascolto dei figli e col forte senso della famiglia ad essere faro per le loro esistenze.
A loro è stata dedicata la Novena dal 17 al 25 luglio nei pressi dell'edicola votiva in piazza Sant'Anna e ieri sera la messa solenne in piazza San Salvatore, gremita di fedeli per rinnovare l'antico rito della benedizione delle partorienti e dei nonni, impartita da don Andrea Azzollini, parroco della Concattedrale di Santa Maria Assunta, agli ultimi mesi del suo ministero giovinazzese. Commovente anche il saluto ai fedeli da parte di don Giuseppe Milillo.
Sant'Anna e San Gioacchino si festeggiano nella medesima data dalla promulgazione del nuovo calendario liturgico voluto da Paolo VI nel 1969. I loro nomi non ci sono tramandati da fonti storiche sicure, ma dal Protoevangelo apocrifo di Giacomo, che anticamente si chiamava Storia della Natività di Maria.
«Gioacchino e Anna - ricordano autorevoli fonti cattoliche - sarebbero stati due israeliti della tribù di Giuda, benestanti. Riconoscenti a Dio per l'abbondanza di greggi, offrivano al tempio il doppio dei doni obbligatori. Ma la loro sterilità era per gli israeliti segno della maledizione divina. Per ottenere il dono della paternità, Gioacchino si ritirò in una sua proprietà montana dove pregò e digiunò quaranta giorni. Dio ascoltò le preghiere degli anziani coniugi».
Da loro nacque Maria, che sarebbe stata la Madre delle Madri, la donna mirabile, senza peccato, incarnazione dell'Immacolata concezione. Ed è proprio questo il messaggio più importante emerso dalla celebrazione eucaristica: don Andrea ha ricordato come Anna e Gioacchino non fossero «extraterrestri dotati di superpoteri», ma una donna ed un uomo che hanno avuto una grandissima fede. Dapprima per concepire Maria in tarda età e poi quando Anna ha accettato che la Madonna desse inizio alla «comunità dei fedeli» col concepimento di Gesù, che p Dio e dà la vita.
A quei nonni ed a quelle madri benedette da don Andrea è andato l'augurio di una vita serena col segno distintivo dell'ascolto dei figli e col forte senso della famiglia ad essere faro per le loro esistenze.