Sanremo 2021, GRF da record. Sei big in gara sono passati da Giovinazzo
Bugo, Davide Toffolo, Dimartino, Edipo dei Coma Cose, Willie Peyote, La Rappresentante di Lista. Gli organizzatori: «Che soddisfazione vedere i nostri beniamini di fronte al “grande pubblico"»
sabato 19 dicembre 2020
Il clima è ancora quello tipico da "inverno del nostro scontento". Ma i raggi di sole si cominciano a intravedere. Sarà un Sanremo da record per il Giovinazzo Rock Festival. Sono infatti ben sei i big selezionati dal direttore artistico Amadeus per l'edizione 2021 del Festival (in programma dal 2 al 6 marzo), che negli anni sono transitati sul palco della kermesse giovinazzese organizzata dall'Arci Tressett. Si tratta di Bugo (edizione 2006), Davide Toffolo dei Tre Allegri Ragazzi Morti (edizioni 2007 e 2010), Dimartino (edizione 2011), Edipo, ora nei Coma Cose (edizione 2013), Willie Peyote (edizione 2018), La Rappresentante di Lista (edizione 2019).
È bene sottolineare che per il GRF non è affatto una prima volta: già negli anni passati sono stati diversi gli artisti sbarcati sul palcoscenico dell'Ariston che si erano già esibiti a Giovinazzo. Una lista che comprende i Marlene Kuntz, Nada, Samuel, Giuliano Palma, Almamegretta, Zen Circus e Bugo stesso, protagonista suo malgrado l'anno scorso del famigerato duetto con Morgan. In un periodo come quello del Covid-19, che penalizza enormemente la musica dal vivo e tutto il settore artistico, si tratta di una ottima notizia che rende merito al festival giovinazzese, che ha all'attivo 20 edizioni, e sottolinea una volta di più la capacità di scoprire gli astri nascenti del panorama musicale italiano e internazionale.
«Proprio alla fine di questo 2020 che ha imposto uno stop traumatico al GRF e all'intero settore dello spettacolo dal vivo- si legge sulla pagina Facebook del Festival -, arriva una notizia inattesa ma forse non troppo: sul palco della prossima edizione di Sanremo ci sarà tanto GRF! Non è certo la prima volta, ma in questo caso è proprio un record». «Facciamo - prosegue la nota - a tutti loro un grosso "in bocca al lupo", non possiamo nascondere una certa soddisfazione nel veder arrivare i nostri beniamini al "grande pubblico" e non vediamo l'ora di tornare a portare sul nostro palco "la musica del futuro"».
Ma la vera domanda è: il GRF precorre i tempi o Sanremo ha cambiato pelle? «Possiamo dire entrambe le cose - afferma Tommi Bonvino, direttore artistico del Festival -. Il GRF in 20 edizioni ha sempre cercato di scovare il meglio delle produzioni musicali giovanili e innovative, il livello di selezione per ospiti e partecipanti al contest è sempre stato molto alto, anche con esclusioni eccellenti. Ma d'altro canto Sanremo è in una fase di rinnovamento, quest'anno portato forse all'estremo, perché sta finalmente seguendo il mondo della musica "reale" e meno quella della nostalgia e dell'antica sicurezza dei soliti nomi». Del resto ciò che conta di più è la musica italiana, quella bella. Perciò lunga vita al GRF che ce la fa ascoltare.
È bene sottolineare che per il GRF non è affatto una prima volta: già negli anni passati sono stati diversi gli artisti sbarcati sul palcoscenico dell'Ariston che si erano già esibiti a Giovinazzo. Una lista che comprende i Marlene Kuntz, Nada, Samuel, Giuliano Palma, Almamegretta, Zen Circus e Bugo stesso, protagonista suo malgrado l'anno scorso del famigerato duetto con Morgan. In un periodo come quello del Covid-19, che penalizza enormemente la musica dal vivo e tutto il settore artistico, si tratta di una ottima notizia che rende merito al festival giovinazzese, che ha all'attivo 20 edizioni, e sottolinea una volta di più la capacità di scoprire gli astri nascenti del panorama musicale italiano e internazionale.
«Proprio alla fine di questo 2020 che ha imposto uno stop traumatico al GRF e all'intero settore dello spettacolo dal vivo- si legge sulla pagina Facebook del Festival -, arriva una notizia inattesa ma forse non troppo: sul palco della prossima edizione di Sanremo ci sarà tanto GRF! Non è certo la prima volta, ma in questo caso è proprio un record». «Facciamo - prosegue la nota - a tutti loro un grosso "in bocca al lupo", non possiamo nascondere una certa soddisfazione nel veder arrivare i nostri beniamini al "grande pubblico" e non vediamo l'ora di tornare a portare sul nostro palco "la musica del futuro"».
Ma la vera domanda è: il GRF precorre i tempi o Sanremo ha cambiato pelle? «Possiamo dire entrambe le cose - afferma Tommi Bonvino, direttore artistico del Festival -. Il GRF in 20 edizioni ha sempre cercato di scovare il meglio delle produzioni musicali giovanili e innovative, il livello di selezione per ospiti e partecipanti al contest è sempre stato molto alto, anche con esclusioni eccellenti. Ma d'altro canto Sanremo è in una fase di rinnovamento, quest'anno portato forse all'estremo, perché sta finalmente seguendo il mondo della musica "reale" e meno quella della nostalgia e dell'antica sicurezza dei soliti nomi». Del resto ciò che conta di più è la musica italiana, quella bella. Perciò lunga vita al GRF che ce la fa ascoltare.