«Sanità, nessuna cupola». Assolto Tommaso Stallone
Esce di scena con un proscioglimento pieno il funzionario del "De Bellis" di Castellana Grotte
giovedì 25 giugno 2015
12.28
Nel febbraio del 2011 era finito nell'elenco degli indagati a piede libero nell'inchiesta sul malaffare della sanità pugliese. Ora Tommaso Antonio Stallone, direttore amministrativo dell'istituto di ricerca e cura a carattere scientifico "Saverio de Bellis" di Castellana Grotte, è stato assolto.
Non era colpevole il dirigente, così come gli altri cinque imputati del procedimento, nato dall'inchiesta più ampia sulla gestione della sanità. Il direttore dell'azienda ospedaliera pubblica specializzata in gastroenterologia era incriminato di abuso d'ufficio. Una contestazione che è caduta.
Il giudice dell'udienza preliminare Francesco Pellecchia, infatti, non ha condiviso la tesi della Procura della Repubblica di Bari e ha assolto con formula piena dall'accusa di abuso d'ufficio (un reato che il pm Desirèe Digeronimo gli aveva contestato nel 2011) il dirigente di Giovinazzo «perché il fatto non sussiste».
Con lui sono stati assolti anche Felice De Piero e Vincenzo Valente, rispettivamente ex direttore amministrativo dell'Asl di Bari e funzionario dell'Asl di Lecce. Escono di scena, con un'assoluzione dalle accuse di abuso d'ufficio e falso anche il dipendente della Asl di Bari Gabriele D'Addato, l'imprenditore Domenico Marzocca e il funzionario della Asl di Bari Giuseppe Borraccino.
Per quest'ultimo il pm Lino Giorgio Bruno aveva chiesto l'assoluzione mentre per gli altri sei condanne comprese tra 1 anno e 4 mesi di reclusione e i 2 anni e 6 mesi. Al centro del processo, quindi, il sistema che secondo l'accusa Alberto Tedesco, ex Assessore regionale alla Sanità, avrebbe messo in piedi e del quale tre imputati, sosteneva il pm, facevano parte, le nomine di alcuni dirigenti delle Asl e le presunte irregolarità in un appalto per per la fornitura di attrezzatura sanitaria all'oncologico di Bari.
«Nessuna assoluzione - è scritto in una nota giunta in redazione - potrà ripagare Tommaso Antonio Stallone dalle sofferenze personali, economiche e professionali patite negli ultimi quattro anni».
Non era colpevole il dirigente, così come gli altri cinque imputati del procedimento, nato dall'inchiesta più ampia sulla gestione della sanità. Il direttore dell'azienda ospedaliera pubblica specializzata in gastroenterologia era incriminato di abuso d'ufficio. Una contestazione che è caduta.
Il giudice dell'udienza preliminare Francesco Pellecchia, infatti, non ha condiviso la tesi della Procura della Repubblica di Bari e ha assolto con formula piena dall'accusa di abuso d'ufficio (un reato che il pm Desirèe Digeronimo gli aveva contestato nel 2011) il dirigente di Giovinazzo «perché il fatto non sussiste».
Con lui sono stati assolti anche Felice De Piero e Vincenzo Valente, rispettivamente ex direttore amministrativo dell'Asl di Bari e funzionario dell'Asl di Lecce. Escono di scena, con un'assoluzione dalle accuse di abuso d'ufficio e falso anche il dipendente della Asl di Bari Gabriele D'Addato, l'imprenditore Domenico Marzocca e il funzionario della Asl di Bari Giuseppe Borraccino.
Per quest'ultimo il pm Lino Giorgio Bruno aveva chiesto l'assoluzione mentre per gli altri sei condanne comprese tra 1 anno e 4 mesi di reclusione e i 2 anni e 6 mesi. Al centro del processo, quindi, il sistema che secondo l'accusa Alberto Tedesco, ex Assessore regionale alla Sanità, avrebbe messo in piedi e del quale tre imputati, sosteneva il pm, facevano parte, le nomine di alcuni dirigenti delle Asl e le presunte irregolarità in un appalto per per la fornitura di attrezzatura sanitaria all'oncologico di Bari.
«Nessuna assoluzione - è scritto in una nota giunta in redazione - potrà ripagare Tommaso Antonio Stallone dalle sofferenze personali, economiche e professionali patite negli ultimi quattro anni».