Rubato nella notte del 31 ottobre. Ritrovato lo stemma dell'Arciconfraternita del Carmine

Un vergognoso atto vandalico contro uno storico sodalizio

venerdì 2 novembre 2018
A cura di Gianluca Battista
Le festa degli ebeti, maggiorenni e minorenni, si è tramutata ancora una volta in un'occasione per sfogare bassi istinti repressi. Il vandalismo ha colpito ancora nella notte tra il 31 ottobre ed il 1° novembre: lo stemma sovrastante la porta di ingresso della sede dell'Arciconfraternita di Maria SS del Carmine è stato asportato da ignoti in via Cattedrale, per poi essere ritrovato, ieri, 1° novembre, su via Marina.

Un trofeo nella notte delle bravate, dell'assenza di regole, istigata non senza responsabilità da uno stuolo di adulti incapaci di capire che Halloween non ha alcun fondamento nelle nostre radici e che in Italia è (forse) solo festa per le tasche di qualcuno.

Non è un caso che sia stato colpito un simbolo di un presidio cattolico sul territorio, quello di un sodalizio di uomini e donne impegnatissimi non solo da un punto di vista religioso, ma anche e soprattutto culturale e della solidarietà.

Speriamo che si tratti di una inutile quanto disgustosa bravata di qualche minore, visti i numerosi imbrattamenti con uova e farina di chiese, palazzi e chianche nel centro storico ed i petardi esplosi in varie zone della città.

Ma se così non fosse, se non fosse solo opera di ragazzini, ci sarebbe da riflettere tutti insieme sul gesto compiuto nella notte di una ricorrenza (a cui non ne riconosciamo il rango) divenuta ormai endemica. Paganesimo di ritorno, condito da tanti interessi commerciali e non, che continua a far danni.

Ai rappresentanti della Confraternita, già colpita altre volte da atti vandalici ed a cui i nostri redattori sono profondamente legati per i propri esordi giornalistici, tutta la solidarietà del caso.