Riordino ospedaliero: il "Mons. Bello" resta struttura di base
Riconvertito il "Sarcone" di Terlizzi
martedì 1 marzo 2016
10.39
«Non ci sono strutture che chiudono, ma ci sono strutture che vengono riconvertite». Così Michele Emiliano, Presidente della Regione Puglia, ha commentato l'approvazione del Piano di riordino ospedaliero approvato ieri dalla sua Giunta. Ci saranno dodici ospedali di base, e tra questi, una buona notizia per i giovinazzesi, ci sarà anche il "Monsignor Bello" di Molfetta.
Il Piano prevede undici ospedali di primo livello (ospedale "Masselli" di San Severo, "Tatarella" di Cerignola, "Bonomo" di Andria, "Dimiccoli" di Barletta, "Di Venere" e San Paolo di Bari, ospedale della Murgia di Altamura, ospedale civile di Castellaneta, "Camberlingo" di Francavilla Fontana, Sacro Cuore di Gallipoli, "Delli Ponti" di Scorrano), cui si aggiungono gli ospedali privati e classificati dotati di pronto soccorso.
Tra i dodici nosocomi di base ci sono, tra gli altri, Molfetta ed il "Vittorio Emanuele" di Bisceglie. Quanto al "Sarcone" di Terlizzi, invece, sarà destinato a una innovativa vocazione territoriale, riabilitativa, di supporto in post acuzie. La rete di assistenza ospedaliera si arricchirà, inoltre, di quattro nuovi ospedali, la cui costruzione «consentirà l'ulteriore e successivo accorpamento degli stabilimenti». Una buona parte degli ospedali di base conserveranno la configurazione voluta dal Ministero (anestesia, pronto soccorso, medicina, chirurgia, ortopedia), unendole alle ulteriori discipline che «storicamente presidiano il fabbisogno epidemiologico locale».
Se da una parte i giovinazzesi possono tirare un sospiro di sollievo, dall'altra farà discutere la riconversione di Terlizzi. Le polemiche riguardano la ristrutturazione di molti ospedali, in cui, tanti reparti, saranno chiusi.
La Regione Puglia tira dritta per la sua strada e da via Capruzzi hanno così commentato la decisione: «I nuovi standard così come indicati dal decreto ministeriale 70 del 2015 e dalla legge di stabilità 2016 - ricorda la nota - hanno, infatti, l'obiettivo di portare le reti ospedaliere nazionali dentro omogenei parametri di sicurezza, efficacia di cura ed efficienza gestionale. La Puglia parte da una rete che offre, alla data del 21 gennaio 2016, 13mila posti letto, distribuiti tra 74 stabilimenti pubblici e privati accreditati. E - spiegano ancora dalla Regione - l'operazione di riordino non taglia i posti letto, ridistribuendoli tra ospedali di secondo livello (hub), ospedali di primo livello e ospedali di base».
Il Piano prevede undici ospedali di primo livello (ospedale "Masselli" di San Severo, "Tatarella" di Cerignola, "Bonomo" di Andria, "Dimiccoli" di Barletta, "Di Venere" e San Paolo di Bari, ospedale della Murgia di Altamura, ospedale civile di Castellaneta, "Camberlingo" di Francavilla Fontana, Sacro Cuore di Gallipoli, "Delli Ponti" di Scorrano), cui si aggiungono gli ospedali privati e classificati dotati di pronto soccorso.
Tra i dodici nosocomi di base ci sono, tra gli altri, Molfetta ed il "Vittorio Emanuele" di Bisceglie. Quanto al "Sarcone" di Terlizzi, invece, sarà destinato a una innovativa vocazione territoriale, riabilitativa, di supporto in post acuzie. La rete di assistenza ospedaliera si arricchirà, inoltre, di quattro nuovi ospedali, la cui costruzione «consentirà l'ulteriore e successivo accorpamento degli stabilimenti». Una buona parte degli ospedali di base conserveranno la configurazione voluta dal Ministero (anestesia, pronto soccorso, medicina, chirurgia, ortopedia), unendole alle ulteriori discipline che «storicamente presidiano il fabbisogno epidemiologico locale».
Se da una parte i giovinazzesi possono tirare un sospiro di sollievo, dall'altra farà discutere la riconversione di Terlizzi. Le polemiche riguardano la ristrutturazione di molti ospedali, in cui, tanti reparti, saranno chiusi.
La Regione Puglia tira dritta per la sua strada e da via Capruzzi hanno così commentato la decisione: «I nuovi standard così come indicati dal decreto ministeriale 70 del 2015 e dalla legge di stabilità 2016 - ricorda la nota - hanno, infatti, l'obiettivo di portare le reti ospedaliere nazionali dentro omogenei parametri di sicurezza, efficacia di cura ed efficienza gestionale. La Puglia parte da una rete che offre, alla data del 21 gennaio 2016, 13mila posti letto, distribuiti tra 74 stabilimenti pubblici e privati accreditati. E - spiegano ancora dalla Regione - l'operazione di riordino non taglia i posti letto, ridistribuendoli tra ospedali di secondo livello (hub), ospedali di primo livello e ospedali di base».