Rinnovato il rito della "Madonna sotto l'organo" (FOTO)
Don Andrea Azzollini: «Maria, serva di Dio, prenda per mano la nostra comunità»
martedì 27 marzo 2018
06.00
«Servire non è minorarsi. Servire è un atto profondo d'amore. Anche Maria si è fatta serva di Dio e sin dal principio ha fatto la sua volontà. A Lei rivolgiamo la nostra preghiera, a Lei ci affidiamo perché prenda per mano la nostra comunità e le doni pace».
Le parole sono quelle di don Andrea Azzollini, parroco della Concattedrale di Santa Maria Assunta, che ieri sera ha ospitato l'antico rito detto popolarmente della "Madonna sotto l'organo". All'interno della celebrazione eucaristica, il toccante avanzare della statua dell'Addolorata, portata a spalla dai confratelli del Santissimo Sacramento. La Madre accorre ai piedi della Croce dove è stato inchiodato suo Figlio, venuto al mondo per questo, per compiere ciò che il Padre gli ha affidato.
Il rito è stato scandito dalla recitazione di un passaggio in cui la Madonna e Gesù dialogano col cuore, a distanza, Madre e Figlio il cui legame non si spezzerà nemmeno con la morte terrena. Maria è quindi serva sino in fondo, nel senso più alto del termine: donna di umili origini, scelta tra tanti dal Signore e fattasi strumento attraverso cui quel destino, amarissimo, ma fondamentale perché il mondo venga mondato dai suoi peccati, si compia.
Tanti i fedeli che hanno preso parte alla prima della celebrazioni della Settimana Santa giovinazzese. Un vero peccato, come ricordato da don Andrea Azzollini, è che fossero pochi i giovani che «non vanno tuttavia obbligati. Non bisogna più dire "ai miei tempi era diverso" - ha ricordato il parroco durante l'omelia - ma bisogna fare qualcosa di concreto per avvicinarli a Dio. Perché Dio non giudica, ama».
E poi ancora, parlando di questa celebrazione e rivolgendosi ai confratelli: «Che lo si faccia per fede - ha ammonito don Andrea -, magari per Tradizione con la T maiuscola, ma mai per qualcosa di meramente esteriore».
Nei nostri scatti, alcuni dei momenti più emozionanti di questo antico rito del Lunedì Santo, che negli ultimi anni sta per fortuna riprendendo vigore.
Le parole sono quelle di don Andrea Azzollini, parroco della Concattedrale di Santa Maria Assunta, che ieri sera ha ospitato l'antico rito detto popolarmente della "Madonna sotto l'organo". All'interno della celebrazione eucaristica, il toccante avanzare della statua dell'Addolorata, portata a spalla dai confratelli del Santissimo Sacramento. La Madre accorre ai piedi della Croce dove è stato inchiodato suo Figlio, venuto al mondo per questo, per compiere ciò che il Padre gli ha affidato.
Il rito è stato scandito dalla recitazione di un passaggio in cui la Madonna e Gesù dialogano col cuore, a distanza, Madre e Figlio il cui legame non si spezzerà nemmeno con la morte terrena. Maria è quindi serva sino in fondo, nel senso più alto del termine: donna di umili origini, scelta tra tanti dal Signore e fattasi strumento attraverso cui quel destino, amarissimo, ma fondamentale perché il mondo venga mondato dai suoi peccati, si compia.
Tanti i fedeli che hanno preso parte alla prima della celebrazioni della Settimana Santa giovinazzese. Un vero peccato, come ricordato da don Andrea Azzollini, è che fossero pochi i giovani che «non vanno tuttavia obbligati. Non bisogna più dire "ai miei tempi era diverso" - ha ricordato il parroco durante l'omelia - ma bisogna fare qualcosa di concreto per avvicinarli a Dio. Perché Dio non giudica, ama».
E poi ancora, parlando di questa celebrazione e rivolgendosi ai confratelli: «Che lo si faccia per fede - ha ammonito don Andrea -, magari per Tradizione con la T maiuscola, ma mai per qualcosa di meramente esteriore».
Nei nostri scatti, alcuni dei momenti più emozionanti di questo antico rito del Lunedì Santo, che negli ultimi anni sta per fortuna riprendendo vigore.