Rinnovata a Giovinazzo la tradizione degli altarini di San Giuseppe (FOTO)
Ieri, 19 marzo, il tradizionale rito collettivo che va preservato
lunedì 20 marzo 2023
1.08
Una festività che si rinnova è quella in onore di San Giuseppe, padre putativo di Gesù, festività abbinata alla festa del papà.
Nella nostra città, la tradizione di allestire gli altarini con la statua del santo ha ripreso quest'anno il suo tradizionale corso, in punta di piedi, potremmo dire in forma ridotta. Dopo la lunga pausa forzata a causa dell'emergenza sanitaria da Covid, nella giornata di ieri, 19 marzo, solo alcune famiglie, poche per la verità rispetto al passato, hanno mantenuto intatto l'appuntamento con la creazione dell'altarino da far visitare ai fedeli della città.
Qualche famiglia, di quelle note per questa devozione, non ha realizzato questa creazione che trasuda fede e storia per ragioni private. Altre hanno omaggiato il Santo ridimensionando la loro "opera", trasformandola in prettamente domestica e quindi non visitabile.
Gli altarini che abbiamo visitato e fotografato sono quelli dei quali vi forniamo elementi e dettagli da scoprire per i quali, innanzitutto ringraziamo le famiglie che ci hanno ospitato.
La famiglia Padiglione segue da tempi antichi la tradizione con grande devozione, proponendo un altarino con una statua di cartapesta risalente ai primi dell'800, di cui ha fatto restaurare di recente il vestito, che ora presenta i suoi colori autentici: giallo e azzurro. Quest'anno il tema che si è evinto dall'allestimento voleva essere una preghiera contro la guerra. Nella scenografia allestita, infatti, un fiore viene fuori da una pistola ed un filo spinato ha voluto rappresentare le trincee e le croci di tanti popoli afflitti. Straordinario l'impatto di gerbere rosse e sterlizie.
La famiglia Martinucci-Perrino da quarantuno anni allestisce l'altarino. La loro attenzione è dedicata al bianco con fiori, fresie, tulipani e lilium che inneggiano al candore e alla purezza del cuore. Quest'anno è stata inserita una statua di Gesù Bambino per un chiaro richiamo alla pace. La fede e la devozione per l'altarino di San Giuseppe nacque in segno di ringraziamento per la risoluzione di un problema di salute. Sull'altare ci sono undici lampade: sette per le sante allegrezze in onore di S. Giuseppe e le altre per defunti, ammalati, per la pace e per i fedeli che lì ripongono le loro intenzioni. La Statua del santo arrivò quarantuno anni fa dal Santuario di Fatima e da allora ogni anno è stata omaggiata in questa occasione di fede mista a tradizione.
L'altarino, anche questo molto noto in città, allestito dalla famiglia Nacci, risale al 1950. La statua, in cartapesta con mani, piedi e testa in creta, fu donata da un'anziana signora alla famiglia con l'impegno di proseguire la tradizione. L'addobbo floreale che è stato scelto dai fratelli Nacci mostrava gerbere rosa, il tradizionale fiore di pesco e le astroamelie, comunemente dette gigli del Perù, di colore bianco. Durante la visita agli altarini aperti al pubblico i visitatori ricevono in dono pane, tarallini e cuoricini di pasta di pane benedetti dal sacerdote.
Il tema comune nell'edizione del 2023 degli altarini è stato quello che inneggia alla pace, con un intenso pensiero rivolto alle popolazioni e ai Paesi che in questo momento storico stanno vivendo difficili momenti, per cui, da buoni cattolici non ci si deve mai stancare di pregare per loro. Quella degli altarini in onore di San Giuseppe è stata un'occasione in più per riflettere e raccogliersi in preghiera, una preghiera autentica perché nasce dal cuore di gente comune.
Nella nostra città, la tradizione di allestire gli altarini con la statua del santo ha ripreso quest'anno il suo tradizionale corso, in punta di piedi, potremmo dire in forma ridotta. Dopo la lunga pausa forzata a causa dell'emergenza sanitaria da Covid, nella giornata di ieri, 19 marzo, solo alcune famiglie, poche per la verità rispetto al passato, hanno mantenuto intatto l'appuntamento con la creazione dell'altarino da far visitare ai fedeli della città.
Qualche famiglia, di quelle note per questa devozione, non ha realizzato questa creazione che trasuda fede e storia per ragioni private. Altre hanno omaggiato il Santo ridimensionando la loro "opera", trasformandola in prettamente domestica e quindi non visitabile.
Gli altarini che abbiamo visitato e fotografato sono quelli dei quali vi forniamo elementi e dettagli da scoprire per i quali, innanzitutto ringraziamo le famiglie che ci hanno ospitato.
Gli altarini
La famiglia Depalo-Gagliardi ha rinnovato la tradizione che la lega a questa festività da quarant'anni. Partendo dal nonno Raffaele Gagliardi, prima in vico Spinelli, nei pressi della vecchia caserma dei Carabinieri di Giovinazzo, poi in via Cappuccini e in via Crocifisso, questo nucleo ha allestito un altarino con un antico quadro che raffigura San Giuseppe, che porta in braccio Gesù Bambino adornato da rami di orchidee bianche Singapore. Non si trattava di un altarino visitabileLa famiglia Padiglione segue da tempi antichi la tradizione con grande devozione, proponendo un altarino con una statua di cartapesta risalente ai primi dell'800, di cui ha fatto restaurare di recente il vestito, che ora presenta i suoi colori autentici: giallo e azzurro. Quest'anno il tema che si è evinto dall'allestimento voleva essere una preghiera contro la guerra. Nella scenografia allestita, infatti, un fiore viene fuori da una pistola ed un filo spinato ha voluto rappresentare le trincee e le croci di tanti popoli afflitti. Straordinario l'impatto di gerbere rosse e sterlizie.
La famiglia Martinucci-Perrino da quarantuno anni allestisce l'altarino. La loro attenzione è dedicata al bianco con fiori, fresie, tulipani e lilium che inneggiano al candore e alla purezza del cuore. Quest'anno è stata inserita una statua di Gesù Bambino per un chiaro richiamo alla pace. La fede e la devozione per l'altarino di San Giuseppe nacque in segno di ringraziamento per la risoluzione di un problema di salute. Sull'altare ci sono undici lampade: sette per le sante allegrezze in onore di S. Giuseppe e le altre per defunti, ammalati, per la pace e per i fedeli che lì ripongono le loro intenzioni. La Statua del santo arrivò quarantuno anni fa dal Santuario di Fatima e da allora ogni anno è stata omaggiata in questa occasione di fede mista a tradizione.
L'altarino, anche questo molto noto in città, allestito dalla famiglia Nacci, risale al 1950. La statua, in cartapesta con mani, piedi e testa in creta, fu donata da un'anziana signora alla famiglia con l'impegno di proseguire la tradizione. L'addobbo floreale che è stato scelto dai fratelli Nacci mostrava gerbere rosa, il tradizionale fiore di pesco e le astroamelie, comunemente dette gigli del Perù, di colore bianco. Durante la visita agli altarini aperti al pubblico i visitatori ricevono in dono pane, tarallini e cuoricini di pasta di pane benedetti dal sacerdote.
Il pane ed i tarallini fatti in casa
I tarallini sono rigorosamente fatti a mano da donne devote di San Giuseppe, donne mosse da una fede incrollabile che anima il loro cuore da tutta una vita. Il pane e i tarallini rappresentano la Divina Provvidenza, che permette sostentamento ai poveri mentre il cuoricino di pasta di pane, nell'antica tradizione, lo si lancia per strada durante i temporali per scongiurare eventuali danni.Il tema comune nell'edizione del 2023 degli altarini è stato quello che inneggia alla pace, con un intenso pensiero rivolto alle popolazioni e ai Paesi che in questo momento storico stanno vivendo difficili momenti, per cui, da buoni cattolici non ci si deve mai stancare di pregare per loro. Quella degli altarini in onore di San Giuseppe è stata un'occasione in più per riflettere e raccogliersi in preghiera, una preghiera autentica perché nasce dal cuore di gente comune.