Riduzione vaccini, Conte: «Ricorreremo a tutti gli strumenti e a tutte le iniziative legali»
Dopo i rallentamenti nella distribuzione di quello Pfizer-BioNTech, problemi anche con AstraZeneca
domenica 24 gennaio 2021
00.30
Nuovi rallentamenti in vista nella somministrazione del vaccino Pfizer-BioNTech in Italia ed in Puglia, dove sino a sabato 23 gennaio, sono state iniettate le prime dosi a poco più di 73mila persone tra medici, operatori sanitari ed ospiti delle residenze socio-assistenziali.
Proprio ieri sera nuova doccia gelata arrivata dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il quale ha confermato il rallentamento nella distribuzione di questo primo tipo di vaccino, ma ha anche spiegato come vi sarà una riduzione del 60% nella distribuzione alle nazioni dell'Unione Europea di quello prodotto da AstraZeneca. Una ipotesi che, se confermata, come anticipato dal Premier, «significherebbe che in Italia verrebbero consegnate 3,4 milioni di dosi anziché 8 milioni».
Conte ha anche raccontato dell'incontro avvenuto ieri mattina tra i vertici italiani dell'azienda farmaceutica britannica ed il Ministro Roberto Speranza ed il Commissario all'emergenza Domenico Arcuri, che tuttavia ha portato ad un nulla di fatto, con colosso pronto a continuare per la sua strada.
«Tutto questo è inaccettabile - ha quindi tuonato il Premier dalle pagine social -. Il nostro piano vaccinale, approvato dal Parlamento italiano e ratificato anche in Conferenza Stato-Regioni, è stato elaborato sulla base di impegni contrattuali liberamente assunti e sottoscritti dalle aziende farmaceutiche con la Commissione Europea.
Questi rallentamenti delle consegne - ha spiegato Giuseppe Conte - costituiscono gravi violazioni contrattuali, che producono danni enormi all'Italia e agli altri Paesi europei, con ricadute dirette sulla vita e la salute dei cittadini e sul nostro tessuto economico-sociale già fortemente provato da un anno di pandemia.
Ricorreremo a tutti gli strumenti e a tutte le iniziative legali - ha concluso il Presidente del Consiglio -, come già stiamo facendo con Pfizer-BioNTech, per rivendicare il rispetto degli impegni contrattuali e per proteggere in ogni forma la nostra comunità nazionale».
Un'ennesima tegola su un popolo piegato dall'emergenza sanitaria ed atterrato da quella economica.
Proprio ieri sera nuova doccia gelata arrivata dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il quale ha confermato il rallentamento nella distribuzione di questo primo tipo di vaccino, ma ha anche spiegato come vi sarà una riduzione del 60% nella distribuzione alle nazioni dell'Unione Europea di quello prodotto da AstraZeneca. Una ipotesi che, se confermata, come anticipato dal Premier, «significherebbe che in Italia verrebbero consegnate 3,4 milioni di dosi anziché 8 milioni».
Conte ha anche raccontato dell'incontro avvenuto ieri mattina tra i vertici italiani dell'azienda farmaceutica britannica ed il Ministro Roberto Speranza ed il Commissario all'emergenza Domenico Arcuri, che tuttavia ha portato ad un nulla di fatto, con colosso pronto a continuare per la sua strada.
«Tutto questo è inaccettabile - ha quindi tuonato il Premier dalle pagine social -. Il nostro piano vaccinale, approvato dal Parlamento italiano e ratificato anche in Conferenza Stato-Regioni, è stato elaborato sulla base di impegni contrattuali liberamente assunti e sottoscritti dalle aziende farmaceutiche con la Commissione Europea.
Questi rallentamenti delle consegne - ha spiegato Giuseppe Conte - costituiscono gravi violazioni contrattuali, che producono danni enormi all'Italia e agli altri Paesi europei, con ricadute dirette sulla vita e la salute dei cittadini e sul nostro tessuto economico-sociale già fortemente provato da un anno di pandemia.
Ricorreremo a tutti gli strumenti e a tutte le iniziative legali - ha concluso il Presidente del Consiglio -, come già stiamo facendo con Pfizer-BioNTech, per rivendicare il rispetto degli impegni contrattuali e per proteggere in ogni forma la nostra comunità nazionale».
Un'ennesima tegola su un popolo piegato dall'emergenza sanitaria ed atterrato da quella economica.