Renato Casaro, ovvero il cinema tra mito e realtà
Ieri sera l'omaggio al maestro trevigiano in piazzale Aeronautica Militare
giovedì 6 agosto 2020
11.38
Il pericolo del maltempo non ha ostacolato l'omaggio a Renato Casaro, che ieri sera, 5 agosto, Giovinazzo ha voluto fortemente ed orgogliosamente dedicare al mito vivente dell'illustrazione cinematografica ieri sera in piazzale Aeronautica Militare.
L'abbraccio della città al Maestro Casaro è avvenuto in primo luogo attraverso il saluto del Sindaco Tommaso Depalma e dell'Assessora alla Cultura Cristina Piscitelli (colei che con Nicola Giotti ha voluto questa serata) e successivamente con la proiezione del docu-film "L'ultimo uomo che dipinse il cinema", realizzato da Walter Bencini per rendere un tributo significativo al talento sorprendente ed alla straordinaria carriera di colui che fece dei manifesti dei film capolavori da ammirare al pari delle più belle opere d'arte. Il film ha inaugurato l'edizione 2020 del "Cinema sotto le stelle", evento già battezzato nel corso dell'Estate giovinazzese 2019.
Nella pellicola, introdotta da un interessante e vivo dialogo tra Casaro e due critici cinematografici, è scorsa tutta la vita dell'artista, raccontata dal maestro in prima persona e dai curiosi aneddoti di critici, collezionisti e di illustri personaggi, tra cui Carlo Verdone, Aurelio De Laurentiis, Vittorio Cecchi Gori, Dario Argento e Terence Hill, che hanno conosciuto l'uomo ed il professionista e ne hanno apprezzato il garbo e la genialità.
Un viaggio nei decenni, quello realizzato da Bencini, che si snoda su due linee indipendenti ma al tempo stesso interconnesse: la vita personale e professionale dell'illustratore, con le tendenze pittoriche di volta in volta adottate, e la storia del cinema italiano e mondiale. Si raccontano la prima esperienza lavorativa in una tipografia e le locandine per il cinema Garibaldi di Treviso, commissionategli per attirare il maggior numero di spettatori, a cui seguì il tanto desiderato trasferimento a Roma, dove la vera e propria svolta avvenne con la realizzazione del manifesto del film "La Bibbia", prodotto da Dino De Laurentiis. Poi, il periodo d'oro della cinematografia italiana degli anni '60 e '70 e le grandi collaborazioni con i registi importanti di Hollywood negli anni '80, quando Casaro passò dal realismo all'iperrealismo con l'uso dell'aerografo, fino ad arrivare all'ultimo manifesto, disegnato nel 1999 per il film "Asterix e Obelix", con cui l'artista trevigiano decise di fermarsi, chiudendo così l'epoca del cartellonismo e dell'arte di dipingere il cinema, soppiantati da tecniche digitali che poco hanno di originale e di artistico.
Ne viene fuori il ritratto di un professionista libero, che non amava costrizioni nell'espressione del proprio estro pur essendo aperto a suggerimenti, estremamente preciso, e di un uomo di grande simpatia, dote che spiccava nel stringere facilmente rapporti di amicizia con gli attori e lavorando direttamente sul set. Questi gli elementi di quello che gli addetti ai lavori hanno definito "stile Casaro", capace di cogliere gli aspetti salienti dei film che rappresentava e di vedere ciò che era invisibile ai più, che ha fatto la fortuna di molte pellicole. Come quello "humor" che è stato in grado di raffigurare nei film con Bud Spencer e Terence Hill, come ricordato da quest'ultimo, e che incise non poso nel loro successo.
«Felice di essere qui a Giovinazzo ed in questo luogo che è l'ideale per vivere al meglio il cinema», ha affermato Renato Casaro qualche minuto prima della proiezione del docu-film. Al suo fianco durante il tributo a lui dedicato, Alberto Ponno, altro nome importante dell'aerografia italiana e mondiale, che ha attribuito a Giovinazzo ed al I Festival di Aerografia (voluto dall'allora Assessora Marianna Paladino, dallo stesso Nicola Giotti e Nicola De Matteo, ndr) il merito di aver rinsaldato l'amicizia tra i due artisti, ora ancora più legati di prima.
Poi ai nostri taccuini, il Maestro Casaro si è detto: «Onorato di essere celebrato in questa città, dove nel 2016 ho lasciato un pezzo di cuore, in occasione della mostra con alcune dei manifesti da me realizzati. Della Puglia – ha proseguito - mi colpisce la vivacità dei suoi giovani e la bellezza dei suoi paesaggi, in primis degli ulivi, che per la loro forma sono di grande ispirazione per me».
«Lavorerò alla locandina di un importante evento che omaggerà Federico Fellini e che girerà il mondo», ha rivelato rispondendo alla nostra domanda sui suoi progetti futuri.
Questo per l'immediato, ma sono tante le idee che il maestro intende realizzare, a dimostrazione di quanto ancora "il pittore del cinema" come in tanti lo hanno soprannominato, possa dare alla "settima arte" ed alla cultura italiana tutta.
L'abbraccio della città al Maestro Casaro è avvenuto in primo luogo attraverso il saluto del Sindaco Tommaso Depalma e dell'Assessora alla Cultura Cristina Piscitelli (colei che con Nicola Giotti ha voluto questa serata) e successivamente con la proiezione del docu-film "L'ultimo uomo che dipinse il cinema", realizzato da Walter Bencini per rendere un tributo significativo al talento sorprendente ed alla straordinaria carriera di colui che fece dei manifesti dei film capolavori da ammirare al pari delle più belle opere d'arte. Il film ha inaugurato l'edizione 2020 del "Cinema sotto le stelle", evento già battezzato nel corso dell'Estate giovinazzese 2019.
Nella pellicola, introdotta da un interessante e vivo dialogo tra Casaro e due critici cinematografici, è scorsa tutta la vita dell'artista, raccontata dal maestro in prima persona e dai curiosi aneddoti di critici, collezionisti e di illustri personaggi, tra cui Carlo Verdone, Aurelio De Laurentiis, Vittorio Cecchi Gori, Dario Argento e Terence Hill, che hanno conosciuto l'uomo ed il professionista e ne hanno apprezzato il garbo e la genialità.
Un viaggio nei decenni, quello realizzato da Bencini, che si snoda su due linee indipendenti ma al tempo stesso interconnesse: la vita personale e professionale dell'illustratore, con le tendenze pittoriche di volta in volta adottate, e la storia del cinema italiano e mondiale. Si raccontano la prima esperienza lavorativa in una tipografia e le locandine per il cinema Garibaldi di Treviso, commissionategli per attirare il maggior numero di spettatori, a cui seguì il tanto desiderato trasferimento a Roma, dove la vera e propria svolta avvenne con la realizzazione del manifesto del film "La Bibbia", prodotto da Dino De Laurentiis. Poi, il periodo d'oro della cinematografia italiana degli anni '60 e '70 e le grandi collaborazioni con i registi importanti di Hollywood negli anni '80, quando Casaro passò dal realismo all'iperrealismo con l'uso dell'aerografo, fino ad arrivare all'ultimo manifesto, disegnato nel 1999 per il film "Asterix e Obelix", con cui l'artista trevigiano decise di fermarsi, chiudendo così l'epoca del cartellonismo e dell'arte di dipingere il cinema, soppiantati da tecniche digitali che poco hanno di originale e di artistico.
Ne viene fuori il ritratto di un professionista libero, che non amava costrizioni nell'espressione del proprio estro pur essendo aperto a suggerimenti, estremamente preciso, e di un uomo di grande simpatia, dote che spiccava nel stringere facilmente rapporti di amicizia con gli attori e lavorando direttamente sul set. Questi gli elementi di quello che gli addetti ai lavori hanno definito "stile Casaro", capace di cogliere gli aspetti salienti dei film che rappresentava e di vedere ciò che era invisibile ai più, che ha fatto la fortuna di molte pellicole. Come quello "humor" che è stato in grado di raffigurare nei film con Bud Spencer e Terence Hill, come ricordato da quest'ultimo, e che incise non poso nel loro successo.
«Felice di essere qui a Giovinazzo ed in questo luogo che è l'ideale per vivere al meglio il cinema», ha affermato Renato Casaro qualche minuto prima della proiezione del docu-film. Al suo fianco durante il tributo a lui dedicato, Alberto Ponno, altro nome importante dell'aerografia italiana e mondiale, che ha attribuito a Giovinazzo ed al I Festival di Aerografia (voluto dall'allora Assessora Marianna Paladino, dallo stesso Nicola Giotti e Nicola De Matteo, ndr) il merito di aver rinsaldato l'amicizia tra i due artisti, ora ancora più legati di prima.
Poi ai nostri taccuini, il Maestro Casaro si è detto: «Onorato di essere celebrato in questa città, dove nel 2016 ho lasciato un pezzo di cuore, in occasione della mostra con alcune dei manifesti da me realizzati. Della Puglia – ha proseguito - mi colpisce la vivacità dei suoi giovani e la bellezza dei suoi paesaggi, in primis degli ulivi, che per la loro forma sono di grande ispirazione per me».
«Lavorerò alla locandina di un importante evento che omaggerà Federico Fellini e che girerà il mondo», ha rivelato rispondendo alla nostra domanda sui suoi progetti futuri.
Questo per l'immediato, ma sono tante le idee che il maestro intende realizzare, a dimostrazione di quanto ancora "il pittore del cinema" come in tanti lo hanno soprannominato, possa dare alla "settima arte" ed alla cultura italiana tutta.