Regionali 2015, il pentito accusa Mariella: «Pagò 100mila euro»

Michele Di Cosola elenca i territori coinvolti: Ceglie del Campo, Giovinazzo, Bitritto e Valenzano

giovedì 13 ottobre 2016
«Il voto veniva pagato 50-60 euro dal politico, 15-20 euro alla persona che doveva andare a votare e poi c'era il guadagnano su quel voto. A ognuno di noi sono arrivati dopo le elezioni 4-5mila euro a testa».

Le rivelazioni fanno riferimento alle elezioni regionali in Puglia del 2015 e sono contenute nel verbale di interrogatorio di Michele Di Cosola, figlio dello storico capoclan barese, divenuto nei mesi scorsi collaboratore di giustizia. Il politico al quale Michele Di Cosola si riferisce è Natale Mariella, candidato nella lista dei Popolari a sostegno di Michele Emiliano alle elezioni regionali del 2015.

Mariella (che non venne eletto) risulta indagato per gli stessi fatti in un diverso fascicolo insieme con altri esponenti del clan Di Cosola.

Le dichiarazioni di Michele Di Cosola sono agli atti del procedimento nei confronti di cinque presunti affiliati al clan capeggiato da suo padre, accusati di voto di scambio e coercizione elettorale. Sarebbero cioè stati pagati per raccogliere voti. «Secondo me al politico - dice il pentito - questa cosa è costata almeno 100mila euro».

Nel suo interrogatorio, reso agli inquirenti baresi nel maggio scorso, Michele Di Cosola spiega che «c'erano parecchi soggetti che hanno lavorato per questo politico, per portare il voto a questo politico in vari paesi», divisi per zone fra il rione barese di Ceglie del Campo, Giovinazzo, Bitritto e Valenzano, alle porte del capoluogo.

A una decina di affiliati al clan «avevano promesso lavoro e soldi, - dice il pentito - avevano mangiato tante persone su quelle cose». Affermazioni al vaglio degli inquirenti.