Referendum, le ragioni del NO spiegate dai 5 Stelle
Al via la campagna referendaria del Meetup Giovinazzo 5 Stelle
giovedì 15 settembre 2016
Partita domenica 4 settembre, la campagna referendaria per il no alla riforma costituzionale, del Meetup Giovinazzo 5 Stelle. La riforma della Costituzione italiana è, infatti, l'argomento su cui il comitato referendario cittadino per il NO sta informando, a trecentosessanta gradi, la cittadinanza.
«È fondamentale difendere la nostra Costituzione, così come l'hanno concepita i suoi padri costituenti. Questa riforma - si legge in una nota pentastellata - ne modifica ben 47 articoli.
Si cambia - rimarcano -, in particolare, non solo la sua seconda parte, ma anche i suoi principi fondamentali, perché viene a modificarsi, ad esempio, anche l'art. 5. In particolare, la riforma stravolge uno dei principi cardine della Carta del 1947: l'impegno della Repubblica nel "riconoscere e promuovere" le autonomie locali, favorendo, altresì, il "più ampio decentramento amministrativo"».
I pentastellati giovinazzesi rimarcano un altro aspetto: «Si sta cercando, insomma, di introdurre un premierato forte. Se passa il sì, avremo un Parlamento di politici nominati dai partiti, arrivati da Regioni e Comuni (cioè politici nominati da altri politici), con immunità parlamentare (data la provenienza dalla peggior classe politica: corrotta, indagata ed inquisita). E non solo.
Con l'Italicum in vigore si avrà un Parlamento di nominati che farà ciò che dice il Governo ed un solo partito, con un premio di maggioranza (abnorme ed anticostituzionale), potrà eleggere i più rilevanti organi costituzionali ed indipendenti (CSM, giudici della Corte Costituzionale, Presidente della Repubblica, CdA RAI, eccetera): il trionfo della politica che si autoelegge.
Questo produrrà - sottolineano - grossi squilibri ed una alterazione dell'assetto costituzionale riducendo il peso del Parlamento e rendendo il Senato un ibrido impotente».
Infine un'altra importante precisazione sulle tempistiche dell'iter legislativo: «Si dice spesso - continuano i 5 Stelle - che il processo legislativo sia lento: il nuovo prevede dieci diversi iter per le leggi; quindi non si semplifica affatto, anzi, vi sarà il fondato rischio di conflitto di competenze fra le Camere (dei Deputati e del Senato che, di fatto, non sparisce). Faremo banchetti informativi, in piazza Vittorio Emanuele II, per tutto il mese di settembre per stimolare la riflessione ed informare i concittadini.
La Costituzione non è dei Governi - è l'affondo - ma del sovrano popolo dei cittadini italiani. Se non passa la riforma - chiosano -, Renzi ha detto che andrà a casa (?), ma per noi questo non è un voto contro il Governo, ma per la difesa della nostra Costituzione».
«È fondamentale difendere la nostra Costituzione, così come l'hanno concepita i suoi padri costituenti. Questa riforma - si legge in una nota pentastellata - ne modifica ben 47 articoli.
Si cambia - rimarcano -, in particolare, non solo la sua seconda parte, ma anche i suoi principi fondamentali, perché viene a modificarsi, ad esempio, anche l'art. 5. In particolare, la riforma stravolge uno dei principi cardine della Carta del 1947: l'impegno della Repubblica nel "riconoscere e promuovere" le autonomie locali, favorendo, altresì, il "più ampio decentramento amministrativo"».
I pentastellati giovinazzesi rimarcano un altro aspetto: «Si sta cercando, insomma, di introdurre un premierato forte. Se passa il sì, avremo un Parlamento di politici nominati dai partiti, arrivati da Regioni e Comuni (cioè politici nominati da altri politici), con immunità parlamentare (data la provenienza dalla peggior classe politica: corrotta, indagata ed inquisita). E non solo.
Con l'Italicum in vigore si avrà un Parlamento di nominati che farà ciò che dice il Governo ed un solo partito, con un premio di maggioranza (abnorme ed anticostituzionale), potrà eleggere i più rilevanti organi costituzionali ed indipendenti (CSM, giudici della Corte Costituzionale, Presidente della Repubblica, CdA RAI, eccetera): il trionfo della politica che si autoelegge.
Questo produrrà - sottolineano - grossi squilibri ed una alterazione dell'assetto costituzionale riducendo il peso del Parlamento e rendendo il Senato un ibrido impotente».
Infine un'altra importante precisazione sulle tempistiche dell'iter legislativo: «Si dice spesso - continuano i 5 Stelle - che il processo legislativo sia lento: il nuovo prevede dieci diversi iter per le leggi; quindi non si semplifica affatto, anzi, vi sarà il fondato rischio di conflitto di competenze fra le Camere (dei Deputati e del Senato che, di fatto, non sparisce). Faremo banchetti informativi, in piazza Vittorio Emanuele II, per tutto il mese di settembre per stimolare la riflessione ed informare i concittadini.
La Costituzione non è dei Governi - è l'affondo - ma del sovrano popolo dei cittadini italiani. Se non passa la riforma - chiosano -, Renzi ha detto che andrà a casa (?), ma per noi questo non è un voto contro il Governo, ma per la difesa della nostra Costituzione».