"Quelli dell'IVE" cercano casa
Gli ex ragazzi dell’Istituto Vittorio Emanuele II chiedono di poter custodire la memoria del luogo in cui sono cresciuti
lunedì 25 maggio 2015
01.08
Si incontrano, si riabbracciano, programmano, visitano nuovi posti… ma il loro pensiero corre sempre all'Istituto Vittorio Emanuele II di Giovinazzo. Sono gli ex allievi che oggi si chiamano "Quelli dell'IVE" e che qualche giorno fa hanno celebrato a Conversano la trentunesima riunione dell'associazione, nata nel 2005.
Hanno avuto modo di apprezzare le bellezze della suggestiva cittadina del sudest barese, inserita nel loro peregrinare che ha come unica utilità quella di recuperare sempre più amici di infanzia andando a trovarli quasi a domicilio. Ma loro non si muoverebbero dal luogo da cui è partita la loro vita.
Perché "Quelli dell'IVE" si definiscono «alcuni di quegli 8.000 ragazzi cresciuti nell'Istituto Vittorio Emanuele II di Giovinazzo, oggi uomini evergreen, che perseguono il desiderio di riempire, con i valori della fratellanza e la conservazione di documenti storici, cimeli e opere artistiche appartenenti al secolo scorso, trovati e ben conservati, una delle 100 stanze vuote dell'imponente monumento giovinazzese. I testimonial di oggi, in maggioranza non giovinazzesi, vivono ancora i forti legami umani originati dalla convivenza decennale, e forse più, nell'IVE, al pari di un bisogno morale di difesa dell'opera, facente parte della storia di Giovinazzo, per l'importante servizio sociale svolto in favore di bambini e ragazzi orfani in difficoltà familiari cessato negli anni '90».
«Invano, da tempo - confidano addolorati - cerchiamo casa nell'Istituto, in quella che oggi sembra essere una scatola vuota. I fratelli nell'IVE non demordono e ricordano che l'Istituto, eretto dai Padri Domenicani a partire dal 1704, ha superato la veneranda età di 310 anni. E così "Quelli dell'IVE", ogni volta che hanno bisogno di ritrovarsi, sono costretti ad individuare altrove il luogo in cui incontrarsi per programmare iniziative culturali che interessano Giovinazzo. Guardare oggi l'Istituto rattrista ed offende i giovinazzesi e "Quelli dell'IVE", provenienti da ogni parte della Puglia e d'Italia, che lo amano più dei giovinazzesi».
E chissà che almeno stavolta giunga loro una risposta dalla Città Metropolitana che custodisce il gigante che troneggia nella nostra piazza principale. Il lungo lavoro di riqualificazione di quel luogo, portato avanti dal Delegato Nicola De Matteo è appena all'inizio e l'auspicio è che le parti possano incontrarsi ancora, cercando soluzioni comuni. La nostra redazione resta in attesa di una eventuale replica.
Hanno avuto modo di apprezzare le bellezze della suggestiva cittadina del sudest barese, inserita nel loro peregrinare che ha come unica utilità quella di recuperare sempre più amici di infanzia andando a trovarli quasi a domicilio. Ma loro non si muoverebbero dal luogo da cui è partita la loro vita.
Perché "Quelli dell'IVE" si definiscono «alcuni di quegli 8.000 ragazzi cresciuti nell'Istituto Vittorio Emanuele II di Giovinazzo, oggi uomini evergreen, che perseguono il desiderio di riempire, con i valori della fratellanza e la conservazione di documenti storici, cimeli e opere artistiche appartenenti al secolo scorso, trovati e ben conservati, una delle 100 stanze vuote dell'imponente monumento giovinazzese. I testimonial di oggi, in maggioranza non giovinazzesi, vivono ancora i forti legami umani originati dalla convivenza decennale, e forse più, nell'IVE, al pari di un bisogno morale di difesa dell'opera, facente parte della storia di Giovinazzo, per l'importante servizio sociale svolto in favore di bambini e ragazzi orfani in difficoltà familiari cessato negli anni '90».
«Invano, da tempo - confidano addolorati - cerchiamo casa nell'Istituto, in quella che oggi sembra essere una scatola vuota. I fratelli nell'IVE non demordono e ricordano che l'Istituto, eretto dai Padri Domenicani a partire dal 1704, ha superato la veneranda età di 310 anni. E così "Quelli dell'IVE", ogni volta che hanno bisogno di ritrovarsi, sono costretti ad individuare altrove il luogo in cui incontrarsi per programmare iniziative culturali che interessano Giovinazzo. Guardare oggi l'Istituto rattrista ed offende i giovinazzesi e "Quelli dell'IVE", provenienti da ogni parte della Puglia e d'Italia, che lo amano più dei giovinazzesi».
E chissà che almeno stavolta giunga loro una risposta dalla Città Metropolitana che custodisce il gigante che troneggia nella nostra piazza principale. Il lungo lavoro di riqualificazione di quel luogo, portato avanti dal Delegato Nicola De Matteo è appena all'inizio e l'auspicio è che le parti possano incontrarsi ancora, cercando soluzioni comuni. La nostra redazione resta in attesa di una eventuale replica.