Quella croce in fondo a via Cattedrale
L'infinita Passione ai tempi del Covid
giovedì 18 febbraio 2021
1.37
C'è una grande croce che si illumina di sera in fondo a via Cattedrale. Una croce che indica il cammino a chi sente il peso di una infinita attesa, sotto la scure di un nemico che non si vede ed è pronto a trafiggerci.
L'accensione del simbolo cristiano per eccellenza, che come ogni anno è frutto della volontà dell'Arciconfraternita di Maria SS del Carmine, un pio sodalizio di grande importanza sul territorio cittadino, rappresenta l'inizio della Quaresima a Giovinazzo, la seconda in tempi di pandemia.
Ma quella croce, che si intravede imboccando la strada da piazza Costantinopoli, è anche sintesi della nostra Passione in tempi bui, prova tremenda per tutti, cristiani per primi. È illuminata per tracciare il cammino, così come lo sono di notte le cupole e i campanili delle nostre chiese (lo abbiamo scritto ieri a proposito di uno scatto da noi pubblicato), per dare la direzione a chi si sente smarrito. Quest'anno più di tutti gli altri, come mai era accaduto dal dopoguerra, abbiamo bisogno di rifugiarci in qualcosa che possa darci certezze, scacciando paure, restituendoci un cuore rinfrancato.
«Con Cristo saliamo anche noi a Gerusalemme per adorare il grande amore di Dio», ha scritto don Andrea Azzollini parafrasando Matteo per salutare l'inizio della Quaresima ed è questo il senso più profondo di quello che forse ci attende: non evitare i problemi, i dolori, le rinunce e guardare dritto davanti a noi, affidandosi a quella croce che brilla sempre, soprattutto di notte quando nessuno la vede.
Nelle prossime settimane, l'artista Saverio Amorisco, in accordo con l'Arciconfraternita, potrebbe regalare a tutti i giovinazzesi un altro pezzo di bravura, per il decimo anno consecutivo. Si studiano soluzioni e possibilità per rendere tutto questo possibile in periodo pandemico e magari potrebbe essere un primissimo momento di spiritualità condivisa fuori dalle celebrazioni liturgiche, come non accade da tempo, troppo tempo.
Intanto il simbolo di Cristo è nel cuore del borgo antico, a sua volta cuore di Giovinazzo. Siamo meno soli nell'attesa di una vera e duratura Pasqua delle nostre esistenze.
L'accensione del simbolo cristiano per eccellenza, che come ogni anno è frutto della volontà dell'Arciconfraternita di Maria SS del Carmine, un pio sodalizio di grande importanza sul territorio cittadino, rappresenta l'inizio della Quaresima a Giovinazzo, la seconda in tempi di pandemia.
Ma quella croce, che si intravede imboccando la strada da piazza Costantinopoli, è anche sintesi della nostra Passione in tempi bui, prova tremenda per tutti, cristiani per primi. È illuminata per tracciare il cammino, così come lo sono di notte le cupole e i campanili delle nostre chiese (lo abbiamo scritto ieri a proposito di uno scatto da noi pubblicato), per dare la direzione a chi si sente smarrito. Quest'anno più di tutti gli altri, come mai era accaduto dal dopoguerra, abbiamo bisogno di rifugiarci in qualcosa che possa darci certezze, scacciando paure, restituendoci un cuore rinfrancato.
«Con Cristo saliamo anche noi a Gerusalemme per adorare il grande amore di Dio», ha scritto don Andrea Azzollini parafrasando Matteo per salutare l'inizio della Quaresima ed è questo il senso più profondo di quello che forse ci attende: non evitare i problemi, i dolori, le rinunce e guardare dritto davanti a noi, affidandosi a quella croce che brilla sempre, soprattutto di notte quando nessuno la vede.
Nelle prossime settimane, l'artista Saverio Amorisco, in accordo con l'Arciconfraternita, potrebbe regalare a tutti i giovinazzesi un altro pezzo di bravura, per il decimo anno consecutivo. Si studiano soluzioni e possibilità per rendere tutto questo possibile in periodo pandemico e magari potrebbe essere un primissimo momento di spiritualità condivisa fuori dalle celebrazioni liturgiche, come non accade da tempo, troppo tempo.
Intanto il simbolo di Cristo è nel cuore del borgo antico, a sua volta cuore di Giovinazzo. Siamo meno soli nell'attesa di una vera e duratura Pasqua delle nostre esistenze.