«Quel pasticciaccio brutto della Greenway»
Ieri sera l'incontro di PrimaVera Alternativa: «Un'opera pubblica che rappresenta il loro metodo: quello del tanto per fare... male»
venerdì 26 luglio 2019
8.46
Ieri sera PrimaVera Alternativa è tornata a dialogare con la gente nelle strade del rione Immacolata su un tema divenuto particolarmente scottante in questi ultimi giorni: la "Greenway".
Un'opera pubblica che per Sabino Sterlacci, volto noto del movimento politico, rappresenterebbe plasticamente «il metodo dell'amministrazione Depalma-Forza Italia: quello del tanto per fare... male! Un fallimentare protocollo operativo che si ripete sempre uguale a se stesso!».
Per Sterlacci «si parte da un progetto di cui nessuno sa nulla, gli si attribuisce un nome inglese o suadente (Greenway o Casa delle Tartarughe) e lo si insignisce di un premio farlocco, pagato profumatamente dai cittadini giovinazzesi (Urban Promo). Si salta a piè pari la fase della partecipazione, della condivisione e del confronto con i cittadini sul progetto. Si pagano profumatamente dei progetti che nessuno legge o controlla, infarciti di elaborati generici, pieni di omissioni e che raccontano di una città che non esiste».
«Prova ne è - sempre secondo Sterlacci - che lo stesso Sindaco è costretto a parlare di varianti da apportare alla Greenway, sulla base delle indicazioni di non meglio precisati cittadini. Quindi? Il progetto era sbagliato? E in cosa consistono queste varianti? E chi sono questi cittadini? Esistono veramente allora cittadini di serie A e cittadini di serie B? Quelli che se conoscono il Sindaco o l'Assessore riescono ad ottenere la modifica di un progetto, magari a scapito di altri concittadini?».
«Poi, a lavori aggiudicati, quasi a sfottò, quando ormai si può fare poco o nulla - continua - ecco che Depalma & Co. si ricordano dei cittadini. E perché se ne ricordano? Solo per raccogliere un consenso che stanno perdendo giorno dopo giorno. Solo che poi arriva il momento in cui iniziano a materializzarsi i lavori veri e propri e tutti si accorgono che tutto quello che è stato raccontato (anzi propagandato) era solo un gigantesco bluff!».
«E così la Greenway si mostra in tutto ciò che realmente è: un marciapiede di asfalto che segue un percorso quasi surreale escludendo luoghi davvero "green" (inconcepibile l'esclusione dal suo percorso del Parco Scianatico!); un'opera senza capo né coda che non solo non si adatta alla città, ma che paradossalmente - conclude Sterlacci - pretende che sia la città ed i suoi cittadini a doversi adattare a lei!».
È stato l'ingegnere Saverio de Candia a parlare diffusamente delle tante criticità tecniche che vanificherebbero proprio uno dei propositi principali del progetto: quello cioè di garantire una maggiore sicurezza delle utenze deboli del traffico (pedoni, bambini, disabili in carrozzella, ciclisti, etc).
«Troppi - secondo de Candia - i restringimenti di carreggiata che costringono a continue interruzioni della pista ciclopedonale (soprattutto in piazza e nel centro storico), eccessiva la promiscuità con il traffico veicolare; numerose le caditoie per la raccolta delle acque piovane sulle stesse corsie; pericolosi i cordoli in rilievo e le numerose interferenze con gli accessi privati carrabili; molto ravvicinata la distanza dalle aree parcheggio che non consente spazi adeguati per l'apertura delle portiere delle auto senza il pericolo di colpire ciclisti e/o pedoni».
Ed ancora: «Nessun raccordo o coordinamento con gli strumenti di pianificazione della mobilità (piano urbano del traffico generale, esecutivo e particolareggiato, piano dei parcheggi), con conseguente riduzione di aree di sosta e con tutte le negative ripercussioni dei restringimenti di carreggiata sul traffico veicolare, soprattutto nelle aree più sensibili (piazza, centro storico, in prossimità di scuole, aree mercatali, ecc.)».
«Non è dato neanche sapere - dice ancora de Candia - se si sia acquisito un parere di fattibilità del responsabile del servizio viabilità sul progetto! Il dubbio, non remoto viste le precedenti esperienze sulla ciclovia Giovinazzo-Santo Spirito, è che opere realizzate così in fretta, oltre che sospette per le modalità di attuazione, rischino di apportare molti più danni che benefici e possano costringere a posteriori a misure correttive molto onerose per le casse comunali».
Ma PVA, da sempre convintamente favorevole alla mobilità sostenibile, non si è limitata alla sola fase della critica ed ha provato anche a tendere una mano all'amministrazione, chiedendo la immediata convocazione delle commissioni Urbanistica e Lavori Pubblici, dove tali problematiche possano essere istituzionalmente e pubblicamente discusse e superate.
Una proposta che non può cadere nel vuoto, anche in considerazione della straordinaria partecipazione popolare all'incontro di ieri sera.
Un'opera pubblica che per Sabino Sterlacci, volto noto del movimento politico, rappresenterebbe plasticamente «il metodo dell'amministrazione Depalma-Forza Italia: quello del tanto per fare... male! Un fallimentare protocollo operativo che si ripete sempre uguale a se stesso!».
Per Sterlacci «si parte da un progetto di cui nessuno sa nulla, gli si attribuisce un nome inglese o suadente (Greenway o Casa delle Tartarughe) e lo si insignisce di un premio farlocco, pagato profumatamente dai cittadini giovinazzesi (Urban Promo). Si salta a piè pari la fase della partecipazione, della condivisione e del confronto con i cittadini sul progetto. Si pagano profumatamente dei progetti che nessuno legge o controlla, infarciti di elaborati generici, pieni di omissioni e che raccontano di una città che non esiste».
«Prova ne è - sempre secondo Sterlacci - che lo stesso Sindaco è costretto a parlare di varianti da apportare alla Greenway, sulla base delle indicazioni di non meglio precisati cittadini. Quindi? Il progetto era sbagliato? E in cosa consistono queste varianti? E chi sono questi cittadini? Esistono veramente allora cittadini di serie A e cittadini di serie B? Quelli che se conoscono il Sindaco o l'Assessore riescono ad ottenere la modifica di un progetto, magari a scapito di altri concittadini?».
«Poi, a lavori aggiudicati, quasi a sfottò, quando ormai si può fare poco o nulla - continua - ecco che Depalma & Co. si ricordano dei cittadini. E perché se ne ricordano? Solo per raccogliere un consenso che stanno perdendo giorno dopo giorno. Solo che poi arriva il momento in cui iniziano a materializzarsi i lavori veri e propri e tutti si accorgono che tutto quello che è stato raccontato (anzi propagandato) era solo un gigantesco bluff!».
«E così la Greenway si mostra in tutto ciò che realmente è: un marciapiede di asfalto che segue un percorso quasi surreale escludendo luoghi davvero "green" (inconcepibile l'esclusione dal suo percorso del Parco Scianatico!); un'opera senza capo né coda che non solo non si adatta alla città, ma che paradossalmente - conclude Sterlacci - pretende che sia la città ed i suoi cittadini a doversi adattare a lei!».
È stato l'ingegnere Saverio de Candia a parlare diffusamente delle tante criticità tecniche che vanificherebbero proprio uno dei propositi principali del progetto: quello cioè di garantire una maggiore sicurezza delle utenze deboli del traffico (pedoni, bambini, disabili in carrozzella, ciclisti, etc).
«Troppi - secondo de Candia - i restringimenti di carreggiata che costringono a continue interruzioni della pista ciclopedonale (soprattutto in piazza e nel centro storico), eccessiva la promiscuità con il traffico veicolare; numerose le caditoie per la raccolta delle acque piovane sulle stesse corsie; pericolosi i cordoli in rilievo e le numerose interferenze con gli accessi privati carrabili; molto ravvicinata la distanza dalle aree parcheggio che non consente spazi adeguati per l'apertura delle portiere delle auto senza il pericolo di colpire ciclisti e/o pedoni».
Ed ancora: «Nessun raccordo o coordinamento con gli strumenti di pianificazione della mobilità (piano urbano del traffico generale, esecutivo e particolareggiato, piano dei parcheggi), con conseguente riduzione di aree di sosta e con tutte le negative ripercussioni dei restringimenti di carreggiata sul traffico veicolare, soprattutto nelle aree più sensibili (piazza, centro storico, in prossimità di scuole, aree mercatali, ecc.)».
«Non è dato neanche sapere - dice ancora de Candia - se si sia acquisito un parere di fattibilità del responsabile del servizio viabilità sul progetto! Il dubbio, non remoto viste le precedenti esperienze sulla ciclovia Giovinazzo-Santo Spirito, è che opere realizzate così in fretta, oltre che sospette per le modalità di attuazione, rischino di apportare molti più danni che benefici e possano costringere a posteriori a misure correttive molto onerose per le casse comunali».
Ma PVA, da sempre convintamente favorevole alla mobilità sostenibile, non si è limitata alla sola fase della critica ed ha provato anche a tendere una mano all'amministrazione, chiedendo la immediata convocazione delle commissioni Urbanistica e Lavori Pubblici, dove tali problematiche possano essere istituzionalmente e pubblicamente discusse e superate.
Una proposta che non può cadere nel vuoto, anche in considerazione della straordinaria partecipazione popolare all'incontro di ieri sera.