Qualcosa si muove a sinistra
200 militanti nella pineta dei Cappuccini a caccia di idee e proposte per rilanciare un'area
domenica 26 luglio 2015
03.02
A metà strada tra i greci di Syriza e gli spagnoli di Podemos. Con un pizzico di cattolicesimo che sa guardare all'accoglienza e senza mai prestare il fianco ai grandi interessi finanziari.
È questo in sintesi il messaggio lanciato ieri dal palco di "GenerAzioni - dove nasce la politica", una sorta di viatico ad un scuola politica lanciata da Guglielmo Minervini e che ha avuto come cornice la pineta del Convento dei Frati Cappuccini, alla periferia nord di Giovinazzo.
La giornata era iniziata con la lectio magistralis del prof. Leonardo Becchetti, ordinario di Economia Politica e membro del Comitato scientifico di Next (Nuova Economia Per Tutti), dal titolo "Così non va: un altro mondo è possibile. Anzi necessario". Poi i workshop pomeridiani e gli interventi dei "big", Nichi Vendola e Stefano Fassina in testa, due che, oggi, definire alternativi al Partito Democratico renziano appare perfino riduttivo.
Proprio l'economista fuoriuscito dai Dem ha evidenziato: «Da quando ho lasciato il PD ho ritrovato una passione politica fortissima». Per lui è la crasi tra il pensiero progressista di "ulivista" memoria e quello cattolico l'arma vincente per raccogliere consensi e sviluppare un percorso politico nuovo ma affidabile al tempo stesso. «Le grandi visioni - ha detto - vengono dal mondo cattolico: rimettere al centro la persona, per non rassegnarci all'idea di un lavoro senza diritti e di una politica come gestione dell'esistente».
L'ex Presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, guardando Giuglielmo Minervini ha rimarcato senza esitazione «la disponibilità di SEL ad un nuovo percorso comune», sottolineando però come «non ci può mai essere un nuovo soggetto politico se non succede quello che è successo qui oggi: un popolo che si interroga e si mette in gioco».
La casa della nuova sinistra sembra ancora essere in costruzione, ma pezzi importanti di quell'area stanno sempre più prendendo le distanze dal Governo a guida Matteo Renzi. Se ci sia spazio lo diranno i prossimi incontri, i workshop che hanno tutta l'aria di essere le fondamenta su cui costruire una risposta ad un popolo che in questo momento fa fatica a sentirsi rappresentato da Roma.
E non è un caso che si riparta da Giovinazzo, un pezzo di Puglia e di Mezzogiorno, dove la richiesta di risposte concrete dall'elettorato appaiono più pressanti e chiedono più urgenti soluzioni.
È questo in sintesi il messaggio lanciato ieri dal palco di "GenerAzioni - dove nasce la politica", una sorta di viatico ad un scuola politica lanciata da Guglielmo Minervini e che ha avuto come cornice la pineta del Convento dei Frati Cappuccini, alla periferia nord di Giovinazzo.
La giornata era iniziata con la lectio magistralis del prof. Leonardo Becchetti, ordinario di Economia Politica e membro del Comitato scientifico di Next (Nuova Economia Per Tutti), dal titolo "Così non va: un altro mondo è possibile. Anzi necessario". Poi i workshop pomeridiani e gli interventi dei "big", Nichi Vendola e Stefano Fassina in testa, due che, oggi, definire alternativi al Partito Democratico renziano appare perfino riduttivo.
Proprio l'economista fuoriuscito dai Dem ha evidenziato: «Da quando ho lasciato il PD ho ritrovato una passione politica fortissima». Per lui è la crasi tra il pensiero progressista di "ulivista" memoria e quello cattolico l'arma vincente per raccogliere consensi e sviluppare un percorso politico nuovo ma affidabile al tempo stesso. «Le grandi visioni - ha detto - vengono dal mondo cattolico: rimettere al centro la persona, per non rassegnarci all'idea di un lavoro senza diritti e di una politica come gestione dell'esistente».
L'ex Presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, guardando Giuglielmo Minervini ha rimarcato senza esitazione «la disponibilità di SEL ad un nuovo percorso comune», sottolineando però come «non ci può mai essere un nuovo soggetto politico se non succede quello che è successo qui oggi: un popolo che si interroga e si mette in gioco».
La casa della nuova sinistra sembra ancora essere in costruzione, ma pezzi importanti di quell'area stanno sempre più prendendo le distanze dal Governo a guida Matteo Renzi. Se ci sia spazio lo diranno i prossimi incontri, i workshop che hanno tutta l'aria di essere le fondamenta su cui costruire una risposta ad un popolo che in questo momento fa fatica a sentirsi rappresentato da Roma.
E non è un caso che si riparta da Giovinazzo, un pezzo di Puglia e di Mezzogiorno, dove la richiesta di risposte concrete dall'elettorato appaiono più pressanti e chiedono più urgenti soluzioni.