Processo "Pandora": 4 condanne e 4 assoluzioni
La pena più alta al boss Giuseppe Mercante. Risarcimento per la Federazione delle Associazioni Antiracket
giovedì 28 maggio 2020
10.29
Quattro condanne e quattro assoluzioni: arrivate le sentenze per altrettanti imputati coinvolti in un troncone del processo "Pandora", ribattezzato così dal nome del vaso della mitologia greca all'interno del quale sarebbero racchiusi tutti i mali della mafia barese degli ultimi 15 anni.
La pena più alta per il boss Giuseppe Mercante, condannato a 13 anni di reclusione. Per Domenico Amoruso la pena è stata rideterminata complessivamente a 15 anni e 8 mesi di reclusione. A Giuseppe Diomede il giudice ha aumentato la pena di due anni, rideterminandola complessivamente in 6 anni di reclusione. Fedele Somma è stato condannato a 7 anni di reclusione. Per tutti libertà vigilata e interdizione perpetua dai pubblici uffici.
Inoltre dovranno risarcire i danni documentati alla Federazione delle Associazioni Antiracket e Antiusura italiane, quella regionale con sede a Molfetta e quella italiana con sede a Napoli. Rigettata la richiesta di risarcimento dal Comune di Terlizzi e le richieste di provvisionale avanzate dalle altre parti civili.
Assolti, invece, Roberto De Blasio, ex vice presidente dell'associazione Antiracket di Molfetta, e Giuseppe Frittelli, perché il fatto non costituisce reato, e Giovanni Battista Lanotte e Vincenzo Leuci perché il fatto non sussiste. Per Vincenzo Di Liddo si è ritenuto di non doversi procedere in quanto risulta già condannato per i reati contestati.
La pena più alta per il boss Giuseppe Mercante, condannato a 13 anni di reclusione. Per Domenico Amoruso la pena è stata rideterminata complessivamente a 15 anni e 8 mesi di reclusione. A Giuseppe Diomede il giudice ha aumentato la pena di due anni, rideterminandola complessivamente in 6 anni di reclusione. Fedele Somma è stato condannato a 7 anni di reclusione. Per tutti libertà vigilata e interdizione perpetua dai pubblici uffici.
Inoltre dovranno risarcire i danni documentati alla Federazione delle Associazioni Antiracket e Antiusura italiane, quella regionale con sede a Molfetta e quella italiana con sede a Napoli. Rigettata la richiesta di risarcimento dal Comune di Terlizzi e le richieste di provvisionale avanzate dalle altre parti civili.
Assolti, invece, Roberto De Blasio, ex vice presidente dell'associazione Antiracket di Molfetta, e Giuseppe Frittelli, perché il fatto non costituisce reato, e Giovanni Battista Lanotte e Vincenzo Leuci perché il fatto non sussiste. Per Vincenzo Di Liddo si è ritenuto di non doversi procedere in quanto risulta già condannato per i reati contestati.