Presentato il libro "Sono solo pupazzi"
In Sala San Felice, Francesco Minervini ha ricordato Gaetano Marchitelli
sabato 7 marzo 2015
04.04
"Sono solo pupazzi" (Stilo Editrice) non è solo un libro che racconta la storia di Gaetano Marchitelli, il ragazzo di 15 anni ucciso dalla mafia nel quartiere barese di Carbonara nel 2003. È la ricostruzione di una giornata con lui, in mezzo alla sua gente, ai suoi amici. È la voglia di non dimenticarlo, di non dimenticare il dolore atroce di una famiglia che se lo è visto portare via da un fucile a pompa e dalla vigliaccheria dei padroni oscuri del quartiere.
Francesco Minervini, insegnante di liceo classico a Bari, è uno scrittore che conosce il capoluogo e la sua provincia, le sue dinamiche sociali e le deviazioni che ne scaturiscono. Ieri sera in Sala San Felice ha raccontato il suo libro ad un pubblico non foltissimo, ma attento, in un evento organizzato dall'Assessorato alla Pubblica Istruzione del Comune di Giovinazzo guidato da Michele Sollecito.
Alla presenza di alcuni alunni del liceo classico-scientifico "Matteo Spinelli", di buona parte della Giunta comunale e della stampa, Minervini ha unito il suo essere educatore con il suo essere divulgatore, raccontando tutti gli aspetti agghiaccianti della morte di un ragazzino che ha avuto il solo torto di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato. "Sono solo pupazzi" è oggi anche uno spettacolo per attore e marionette, già andato in scena presso il I circolo didattico "San Giovanni Bosco" grazie alla Compagnia Teatro Casa di Pulcinella.
Il libro è un racconto nel racconto, è la vitae la morte di Gaetano viste con i suoi occhi e con quelli del suo amico Mario, ferito nell'agguato che voleva colpire altre persone. Scrivere di lui, di loro, significa non dimenticarli, come ha ricordato l'autore, e significa portare avanti la battaglia della legalità, quella a cui Francesco Minervini crede fermamente. Lui che è insegnante di liceo a Bari, ha mostrato la sua duplice qualità di educatore e di divulgatore, ricostruendo i passaggi che portarono a quell'agguato. Ha saputo guardare negli occhi il dolore dei genitori di Gaetano e li ha saputi capire, prima di riempire quelle pagine che hanno il pregio di essere alla portata di tutti, adulti e soprattutto ragazzi.
Il dibattito successivo alla presentazione di Sala San Felice, ha posto di nuovo l'accento sulla necessità di una capillare diffusione della cultura della legalità anche a Giovinazzo, solo apparentemente isola felice rispetto ad altri contesti limitrofi. In una fredda serata di marzo, autore, stampa, istituzioni locali ed agenzie educative si sono ritrovate a dialogare su tematiche di fondamentale importanza, grazie ad un libro in cui i burattini ci sono, ma chi tira le fila è un demone affamato che divora vite per brama di potere effimero.
Francesco Minervini, insegnante di liceo classico a Bari, è uno scrittore che conosce il capoluogo e la sua provincia, le sue dinamiche sociali e le deviazioni che ne scaturiscono. Ieri sera in Sala San Felice ha raccontato il suo libro ad un pubblico non foltissimo, ma attento, in un evento organizzato dall'Assessorato alla Pubblica Istruzione del Comune di Giovinazzo guidato da Michele Sollecito.
Alla presenza di alcuni alunni del liceo classico-scientifico "Matteo Spinelli", di buona parte della Giunta comunale e della stampa, Minervini ha unito il suo essere educatore con il suo essere divulgatore, raccontando tutti gli aspetti agghiaccianti della morte di un ragazzino che ha avuto il solo torto di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato. "Sono solo pupazzi" è oggi anche uno spettacolo per attore e marionette, già andato in scena presso il I circolo didattico "San Giovanni Bosco" grazie alla Compagnia Teatro Casa di Pulcinella.
Il libro è un racconto nel racconto, è la vitae la morte di Gaetano viste con i suoi occhi e con quelli del suo amico Mario, ferito nell'agguato che voleva colpire altre persone. Scrivere di lui, di loro, significa non dimenticarli, come ha ricordato l'autore, e significa portare avanti la battaglia della legalità, quella a cui Francesco Minervini crede fermamente. Lui che è insegnante di liceo a Bari, ha mostrato la sua duplice qualità di educatore e di divulgatore, ricostruendo i passaggi che portarono a quell'agguato. Ha saputo guardare negli occhi il dolore dei genitori di Gaetano e li ha saputi capire, prima di riempire quelle pagine che hanno il pregio di essere alla portata di tutti, adulti e soprattutto ragazzi.
Il dibattito successivo alla presentazione di Sala San Felice, ha posto di nuovo l'accento sulla necessità di una capillare diffusione della cultura della legalità anche a Giovinazzo, solo apparentemente isola felice rispetto ad altri contesti limitrofi. In una fredda serata di marzo, autore, stampa, istituzioni locali ed agenzie educative si sono ritrovate a dialogare su tematiche di fondamentale importanza, grazie ad un libro in cui i burattini ci sono, ma chi tira le fila è un demone affamato che divora vite per brama di potere effimero.