Presentato a Milano il libro delle memorie dell’internamento di guerra del Preside giovinazzese Gaetano Garofalo
L'evento il 29 gennaio scorso curato dalla Fondazione Memoria della Deportazione
giovedì 31 gennaio 2019
Nell'ambito delle manifestazioni della Giornata della Memoria, la Fondazione Memoria della Deportazione di Milano ha organizzato presso la propria sede, a pochi passi da Piazza Duomo, la presentazione del volume "Un racconto oltre il silenzio. Dal fronte greco ai campi di internamento del Terzo Reich" (a cura di Sonia Gliera, con introduzione di Raffaella De Franco e la presentazione di Massimo Castoldi per PensaMultimedia) che ripercorre la storia degli Internati Militari Italiani e riporta la testimonianza del Preside Gaetano Garofalo, originario di Giovinazzo, autore di numerose pubblicazioni di filosofia.
Il diario di Gaetano Garofalo nasce da una testimonianza orale raccontata al figlio Manrico e alla figlia Liboria e da lei trascritta. Garofalo scelse di parlare a oltre quarant'anni da quelle vicende, gravato per tanti anni dal conflitto interiore tra il rifiuto di un passato che gli aveva "tolto ogni fiducia nel mondo", perché lo aveva messo di fronte alla ineluttabilità del male, apparentemente più forte dello spirito, della ragione e dell'etica, e la sua fiducia di filosofo e di docente in quello stesso pensiero generatore di regole di vita morale. Solo nel 1985 raccontò la sua esperienza di guerra e prigionia: dall'addestramento militare in Italia, al fronte greco, all'internamento nei campi di prigionia di Benjaminovo e di Oberlangen.
L'evento milanese, patrocinato anche dall'Associazione Regionale Pugliesi, ha riunito un numeroso pubblico composto anche da tanti giovinazzesi residenti a Milano, e ha visto tra i relatori il Generale Camillo de Milato, Presidente Associazione Regionale Pugliesi ed esperto di vicende belliche, la neuroradiologa Liboria Garofalo, la figlia cui Gaetano Garofalo ha affidato i suoi ricordi e che ha ripercorso alcucni episodi del papà legati a Giovinazzo, Raffaella De Franco, docente di Bioetica all'Università di Bari e nipote del Garofalo, nonché prefatrice del volume, la curatrice Sonia Gliera, e il prof. Diego Audero Bottero dell'Istituto italiano di cultura di Cracovia..
Nell'intervento introduttivo, il giovinazzese Agostino Picicco, responsabile culturale del sodalizio milanese, ha evidenziato l'importanza del volume per far conoscere una realtà che ha drammaticamente coinvolto oltre 700mila soldati italiani internati in Germania dopo l'8 settembre 1943 ed usati come lavoratori nelle campagne e nelle fabbriche tedesche per lo sforzo bellico della Germania. Di questi circa 70mila sono morti di malattia, freddo e deperimento.
Il prof. Garofalo è stato un sopravvissuto e con queste sue memorie postume ha suscitato interesse per una realtà ignorata a lungo ed emersa grazie alle sue memorie e di altri come lui che hanno subito crudeltà indicibili per testimoniare con la loro vita l'attaccamento al dovere e l'amore per la patria.
Il diario di Gaetano Garofalo nasce da una testimonianza orale raccontata al figlio Manrico e alla figlia Liboria e da lei trascritta. Garofalo scelse di parlare a oltre quarant'anni da quelle vicende, gravato per tanti anni dal conflitto interiore tra il rifiuto di un passato che gli aveva "tolto ogni fiducia nel mondo", perché lo aveva messo di fronte alla ineluttabilità del male, apparentemente più forte dello spirito, della ragione e dell'etica, e la sua fiducia di filosofo e di docente in quello stesso pensiero generatore di regole di vita morale. Solo nel 1985 raccontò la sua esperienza di guerra e prigionia: dall'addestramento militare in Italia, al fronte greco, all'internamento nei campi di prigionia di Benjaminovo e di Oberlangen.
L'evento milanese, patrocinato anche dall'Associazione Regionale Pugliesi, ha riunito un numeroso pubblico composto anche da tanti giovinazzesi residenti a Milano, e ha visto tra i relatori il Generale Camillo de Milato, Presidente Associazione Regionale Pugliesi ed esperto di vicende belliche, la neuroradiologa Liboria Garofalo, la figlia cui Gaetano Garofalo ha affidato i suoi ricordi e che ha ripercorso alcucni episodi del papà legati a Giovinazzo, Raffaella De Franco, docente di Bioetica all'Università di Bari e nipote del Garofalo, nonché prefatrice del volume, la curatrice Sonia Gliera, e il prof. Diego Audero Bottero dell'Istituto italiano di cultura di Cracovia..
Nell'intervento introduttivo, il giovinazzese Agostino Picicco, responsabile culturale del sodalizio milanese, ha evidenziato l'importanza del volume per far conoscere una realtà che ha drammaticamente coinvolto oltre 700mila soldati italiani internati in Germania dopo l'8 settembre 1943 ed usati come lavoratori nelle campagne e nelle fabbriche tedesche per lo sforzo bellico della Germania. Di questi circa 70mila sono morti di malattia, freddo e deperimento.
Il prof. Garofalo è stato un sopravvissuto e con queste sue memorie postume ha suscitato interesse per una realtà ignorata a lungo ed emersa grazie alle sue memorie e di altri come lui che hanno subito crudeltà indicibili per testimoniare con la loro vita l'attaccamento al dovere e l'amore per la patria.