Pieno di pubblico e tanti consensi per l'ultimo libro di Agostino Picicco

"Narcisismo digitale" è stato presentato sabato 4 febbraio in sala San Felice

lunedì 6 febbraio 2023 10.19
A cura di Marzia Morva
Nella gelida serata di sabato 4 febbraio si è svolta, in una gremita sala San Felice, la presentazione del libro "Narcisismo digitale" di Agostino Picicco, scrittore, giornalista, straordinario megafono della comunità pugliese a Milano, dove svolge un ruolo di primaria importanza nell'ufficio comunicazioni dell'Università Cattolica.
Non si è trattato, tuttavia, di un semplice presentazione, ma di un vero e proprio incontro-dibattito attorno agli stimoli che sono arrivati nei giorni precedenti proprio dalla rete.
La moderazione è stata del prof. Gianni Palumbo, mentre l'evento sulla pagina social è stato curato con attenzione e particolare cura da Sara Achille che ha creato circa trenta slide arricchite di domande divenute oggetto del dibattito.
È possibile oggi vivere senza social, fosse pure per un tempo limitato? Di questo ci si è occupati in una sala San Felice gremita.

GLI INTERVENTI DEGLI OSPITI
Nelle parole del vescovo della diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi, Monsignor Domenico Cornacchia, i ringraziamenti di rito e subito un pensiero rivolto ai più giovani. «Vorrei che i ragazzi, nostro terreno incolto - ha esordito -, in cui siamo chiamati, insieme agli insegnanti, a seminare qualcosa di buono, possano leggere questo libro molto bello. Noi comunichiamo anche con le parole, con il silenzio e la solitudine. I nostri ragazzi devono avere un motivo in più per mettersi in relazione, il cellulare è utile solo per comunicazioni veloci. "Ti devo guardare negli occhi", questo dico ai miei amici e collaboratori. Abbiamo da imparare dai nostri ragazzi e loro devono imparare da noi. Del cellulare non si può fare a meno, per servire meglio dobbiamo correre con i tempi di oggi. I ragazzi devono però recuperare il linguaggio, lo sguardo e il silenzio come forme più autentiche per comunicare».

«Il libro mi è piaciuto tanto, - ha affermato il primo cittadino Michele Sollecito -. Io non faccio parte della generazione dei "Millenials" che non comunicava con il cellulare e ho vissuto questo cambio generazionale con equilibrio in tutto. Ogni tanto, anzi spesso, è bene non rispondere sui social, poiché la piazza virtuale diventa luogo di incontro di facinorosi. Molte volte rivolgo soltanto un saluto cordiale, perché sui social non si possono affrontare temi importanti: se pensiamo di affrontare temi rilevanti, sbagliamo, perché non è luogo in cui fare comunicazione istituzionale. Nel libro mi sono piaciuti i profili assegnati alle persone: il prezzemolino, il livoroso…È bene mostrare ai nostri ragazzi come comunicare perché non siamo perfetti ma perfettibili», ha concluso il sindaco.

Il prof. Gianluca Simonetta, curatore della postfazione del libro, ha sottolineato l'uso virtuoso dei social, ha descritto la tipologia dell'attivista digitale e l'importanza del linguaggio e dei contenuti dei video sui social. Un nutrito gruppo di studenti del Liceo "Matteo Spinelli", seguiti dalle docenti Petta e De Trizio, che hanno fatto leggere loro "Il mito di Narciso", ha posto quesiti sui quali ha soffermato l'attenzione l'autore del libro tra cui il galateo dei social, i leoni da tastiera, gli emoticon e le fake news.

«Sono molto preoccupato per il fattore tempo che non abbiamo - ha risposto Agostino Picicco - . Possiamo essere presenti sui social non solo per pubblicizzare qualcosa di privato o una nostra gioia, ma anche per creare "una convivenza civica", un sorta di galateo che diviene antitodo per quello che creano i leoni da tastiera».

L'autore ha altresì sottolineato a più riprese l'importanza di sviluppare, soprattutto nelle nuove generazioni, il senso critico, la verifica delle notizie, creando comunità virtuose e non astiose. «Si può fare a meno dei social? - si è chiesto Picicco - Io direi di no, oggi non si può più tornare indietro, se hai ruoli e incarichi non puoi non essere sui social. È uno strumento valido per comunicare».

Le conclusioni nelle parole del vescovo Cornacchia che ha quindi esortato tutti a porsi in ascolto dei ragazzi ai quali va dedicato più spazio e quel tempo che sembra sempre sfuggirci.

Pienamente condivisibile il pensiero finale del sindaco di Giovinazzo, il quale ha detto chiaramente ai ragazzi che la modalità di evasione è racchiusa nei libri. «Non troverete nulla sui social network ma nei classici, che vivono di ristampe che si vendono ancora, perché belli e perché parlano della vita vera. Leggete tanto e leggete soprattutto i romanzi di formazione come " Le Illusioni perdute" di Balzac. Ricordate: i libri non vi tradiscono!».