Piano comunale delle Coste, il Comitato "Per la Salute Pubblica" punge Depalma

Dopo il comizio di presentazione della sua candidatura

venerdì 4 novembre 2016
A cura di Gianluca Battista
Ancora un attacco del Comitato "Per la Salute Pubblica" a Tommaso Depalma. Questa volta sotto la lente d'ingrandimento quanto affermato dal primo cittadino circa il Piano delle Coste durante il comizio di presentazione della sua ricandidatura.

Il Comitato del portavoce Santo Restivo si è soffermato sul passaggio in cui Depalma ha asserito di essersi rifiutato di approvare il nuovo Piano delle Coste così come pensato dalla Regione Puglia. Per i suoi oppositori non è così. Ed infatti il Comitato, in una nota, ripercorre l'iter burocratico che avrebbe dovuto portare all'approvazione.

Secondo loro si tratterebbe di «Un'altra bugia, un altro gioco a nascondino. Questa volta - scrivono - con una fantastica invenzione: le "pecore della Murgia", anzi di "Minervino Murge" per la precisione. Stando al suo racconto sui guai del Piano delle Coste, egli si sarebbe rifiutato di approvarlo secondo le linee guida indicate dalla Regione. Anzi avrebbe detto alla professoressa Angela Barbanente – ex Assessora all'Urbanistica della Regione Puglia – che la sua amministrazione si rifiutava di approvare un piano per le coste che prevedeva terreni a pascolo. Testualmente avrebbe affermato che si rifiutava di ridurre le nostre coste a "soggiorno estivo per le pecore della Murgia", di approvare un piano che "avrebbe devastato l'economia della costa". Peccato che le cose non siano andate assolutamente come ha raccontato - è l'attacco - e che le carte del Comune narrino un'altra storia, molto poco edificante per Depalma».

«Pochi passaggi per capire la verità - cercano di spiegare dal Comitato -. Il Piano delle Coste regionale viene approvato definitivamente nel novembre 2011 dalla Regione Puglia (nelle sue pagine non c'è mai nemmeno la parola 'pascolo'). A settembre 2013 Depalma affida alla società Ecologica (costo circa 30.000 euro) l'incarico di redigere il Piano comunale delle Coste.

Successivamente - continua la nota - con due delibere di giunta (3-3-2014 e 20-11-2014) Depalma e i suoi adottano, fanno proprio il Piano delle Coste proposto da Ecologica. Poco dopo, l'11 marzo 2015 in Sala San Felice, sotto la sapiente guida dell'ing. Raffaele Sannicandro, divenuto Assessore all'Urbanistica accanto a Depalma, si svolge una allucinante presentazione del Piano comunale.

Si scopre che - è la sottolineatura -, in base alle prescrizioni del Piano adottato dalla Giunta comunale e dalla maggioranza Depalma, tutte le attrezzature turistiche esistenti riceverebbero danni certi. In qualche caso addirittura si intima lo spostamento di interi stabilimenti balneari. Nelle carte del Piano comunale compaiono ad un certo punto anche le "aree a pascolo", in due piccole zone delimitate in località Peschiera e San Matteo, di fronte all'attuale Hotel President. Ma non sono una prescrizione del Piano regionale delle Coste. Sono un adeguamento al PPTR - evidenzia il Comitato -, ovvero al Piano paesaggistico regionale.

Il bello è che Depalma non le contesta assolutamente. Le fa proprie e le riporta nel Piano comunale delle coste. È direttamente Depalma con la sua Giunta comunale a far proprio questo vincolo del PPTR e a trasferirlo nel Piano comunale delle Coste adottato all'unanimità per due volte. E senza contestare mai nulla alla Regione. Di fronte alle proteste di tutti gli operatori quel piano non è più stato portato all'approvazione definitiva del Consiglio comunale. Alcuni suoi elaborati però sono stati inoltrati alla Regione Puglia per gli atti dovuti di legge. Quel Piano sciagurato, con quei vincoli e sconquassi per tutta l'industria alberghiera e turistico-balneare di Giovinazzo, sta ancora lì. Tanto al Comune quanto alla Regione. Depalma all'epoca lo volle strenuamente anche contro chi lo avvertiva che sprecava tempo e denaro. Depalma non lo ha mai revocato o annullato - è l'accusa -. Speriamo non succeda che anche lì la Regione Puglia, come al solito, non decida di andare avanti senza avvertire nessuno. Sarebbero guai per tutti».