Palazzo Ducale riaperto grazie al vernissage di Valentina Iacovelli
L’artista conversanese in mostra lo scorso weekend a Giovinazzo
martedì 23 dicembre 2014
10.59
Palazzo Ducale finalmente riaperto al pubblico lo scorso fine settimana. Il 20 ed il 21 dicembre il palazzo eretto nel 1639 è tornato ad animarsi grazie alla mostra personale di Valentina Iacovelli, eclettica artista conversanese, dal titolo "Il paese delle Meraviglie".
Le sue figure filiformi, al confine con la caricatura, sono state esposte in un vernissage che ha riscontrato parecchi consensi del pubblico sin dalla prima serata, quando ad accompagnare il visitatore ci sono state le coreografie di Carlos Martinez. Un'occasione per vedere dall'interno sale che anche i giovinazzesi non conoscono, apprezzando l'arte di una figlia della Puglia formatasi fuori. «Questa location - ci ha detto indicando il Palazzo Ducale illuminato da sole candele - mi ispirava, perché la nostra regione ospita scrigni magnifici come questo spesso sconosciuti ai più. Giovinazzo ed i giovinazzesi - ha proseguito - hanno così avuto l'opportunità di riscoprire un pezzo della loro storia».
Dalle figure, dalle forme rappresentate emerge il pathos, il senso profondo di quanto custodisce l'animo dell'artista, il suo sguardo sul mondo. Un mondo fatto di personaggi particolari, dipinti su un collage di trame di juta cucite per creare un'unica grande opera. Sono il bianco ed il nero i protagonisti cromatici, alfa ed omega di sensazioni, che sfumano lentamente in tonalità di grigi. E quelle sfumature rappresentano proprio l'animo dell'artista, ricco di correnti emozionali intense. Quando le abbiamo chiesto come avesse ritrovato la Puglia al suo rientro, ci ha detto che «forse non siamo ancora pronti abbastanza per sperimentare, aprendoci a nuove tendenze artistiche. Ma stiamo crescendo. Ho già esposto le mie opere in palazzi nobiliari nella mia Conversano - ha poi sottolineato - ed anche nella mia bella cittadina ho riscontrato che non tutti sono pronti ad abbandonarsi al bello». Guardando quelle sale e la loggia superiore illuminate con la fioca luce delle candele abbiamo pensato che quello potesse essere effettivamente l'unico teatro possibile per ospitare questo connubio fra moderno e antico.
Un connubio che, ripensando a quanto dettoci dall'artista, in tanti hanno potuto apprezzare, mentre altri hanno continuato ad ignorare, passando distratti e non fermandosi neanche un attimo. Il bello deve ancora vincere la sua battaglia contro il banale e mostre come quella di Valentina Iacovelli stanno lì a ricordarcelo.
Le sue figure filiformi, al confine con la caricatura, sono state esposte in un vernissage che ha riscontrato parecchi consensi del pubblico sin dalla prima serata, quando ad accompagnare il visitatore ci sono state le coreografie di Carlos Martinez. Un'occasione per vedere dall'interno sale che anche i giovinazzesi non conoscono, apprezzando l'arte di una figlia della Puglia formatasi fuori. «Questa location - ci ha detto indicando il Palazzo Ducale illuminato da sole candele - mi ispirava, perché la nostra regione ospita scrigni magnifici come questo spesso sconosciuti ai più. Giovinazzo ed i giovinazzesi - ha proseguito - hanno così avuto l'opportunità di riscoprire un pezzo della loro storia».
Dalle figure, dalle forme rappresentate emerge il pathos, il senso profondo di quanto custodisce l'animo dell'artista, il suo sguardo sul mondo. Un mondo fatto di personaggi particolari, dipinti su un collage di trame di juta cucite per creare un'unica grande opera. Sono il bianco ed il nero i protagonisti cromatici, alfa ed omega di sensazioni, che sfumano lentamente in tonalità di grigi. E quelle sfumature rappresentano proprio l'animo dell'artista, ricco di correnti emozionali intense. Quando le abbiamo chiesto come avesse ritrovato la Puglia al suo rientro, ci ha detto che «forse non siamo ancora pronti abbastanza per sperimentare, aprendoci a nuove tendenze artistiche. Ma stiamo crescendo. Ho già esposto le mie opere in palazzi nobiliari nella mia Conversano - ha poi sottolineato - ed anche nella mia bella cittadina ho riscontrato che non tutti sono pronti ad abbandonarsi al bello». Guardando quelle sale e la loggia superiore illuminate con la fioca luce delle candele abbiamo pensato che quello potesse essere effettivamente l'unico teatro possibile per ospitare questo connubio fra moderno e antico.
Un connubio che, ripensando a quanto dettoci dall'artista, in tanti hanno potuto apprezzare, mentre altri hanno continuato ad ignorare, passando distratti e non fermandosi neanche un attimo. Il bello deve ancora vincere la sua battaglia contro il banale e mostre come quella di Valentina Iacovelli stanno lì a ricordarcelo.