Natalicchio a tutto campo su alloggi popolari e D1.1

Ieri sera comizio di quartiere in largo Matteotti nel rione Immacolata

martedì 23 maggio 2017 15.30
A cura di Gianluca Battista
«Con questa storia dei nuovi alloggi popolari attenzione a non finire in reati di lottizzazione abusiva». Arriva chiaro e forte il monito di Antonello Natalicchio, impegnato ieri sera in un comizio di quartiere in largo Matteotti, pieno rione Immacolata.

Il candidato Sindaco di PD, UDC, Nuova Giovinazzo e Con Antonello-Area Progressista è tornato a parlare di alloggi popolari ed accordi con Arca Puglia Centrale, appena siglati da Tommaso Depalma.

«Noi vogliamo gli alloggi popolari: sappiamo del dramma di chi non ha una situazione abitativa dignitosa - ha precisato Natalicchio -. Crescere figli in case fatiscenti, vergogna che nessun genitore deve conoscere.
L'accordo con l'Arca può essere un'opportunità, ma su altre zone - ha specificato -. Nessuno si ricorda del vincolo caduto in località Cappella oppure della zona di espansione oltre la ferrovia (C3), bloccata con un cavillo su cui sono poi sorti contenziosi».

Natalicchio non è affatto tenero con Depalma su questo ed altri punti della sua campagna elettorale, definendolo «cuore di tenebra» ed attaccandolo in maniera frontale: «Ci sarà modo e tempo per costruire - ha detto l'ex Sindaco -. Depalma in questi cinque anni di mandato ha assegnato due case: una l'ha data ad una famiglia con 4 punti in graduatoria, quando ce ne erano altre con 15 punti, facendosi consegnare le chiavi da chi ci stava dentro, e l'altra l'ha assegnata ad una famiglia con soli 6 punti. Tutto il contrario della legalità tanto sbandierata».

Poi è passato ad analizzare la situazione del rione in cui ha tenuto il comizio ed è quasi stato spontaneo toccare il tema del Lugo Terminal: «Il quartiere Immacolata soffre in questi anni della presenza del Lugo Terminal. Si tratta di un luogo in cui si fa interscambio.

La ritengo una grande risorsa ambientale, perché ogni treno di Lugo Terminal che giunge in Puglia sta a significare che non ci sono più 30 tir su strada. C'è tuttavia un problema - ha spiegato Natalicchio -: per arrivare al Lugo Terminal i tir fanno la strada sbagliata, passando dentro il quartiere. La soluzione sta nella chiusura definitiva della vicenda legata alla zona artigianale. Lì è prevista una strada che passi intorno alla zona artigianale. Si tratta quindi di far amministrare questa città a persone che sanno leggere le carte, che non improvvisano».

E non appena ha toccato il tasto D1.1, a lungo dolente per la sua parte politica, Natalicchio ha sentito il dovere di spiegare come sono andate le cose fino a giungere al processo per lottizzazione abusiva, almeno dal suo punto di vista: «Depalma - ha attaccato nuovamente - sulla D1.1 sa poco o nulla, salvo che ha costruito impianti elettrici per i proprietari dei lotti. Durante la scorsa campagna elettorale diceva che avrebbe risolto tutto lui. Quando è arrivato a gestire la cosa pubblica si è costituito parte civile fino ad arrivare alla vergogna di chiedere un milione di euro ai lottizzanti. Non sono capace, per questi motivi, di pensare a residenti della D1.1 che votino ad uno come lui.

Quanto alle nostre idee in merito - ha voluto spiegare -, restituiremo dignità a quelle persone e faremo capire loro che non c'è un milione da pagare. E questo lo dico a gran voce, perché sono stato io l'unico a dirlo in tribunale: non è vero che è lottizzazione abusiva. Ci sono abusi edilizi e parte del lavoro per sanarli è stato fatto da parte della mia Amministrazione.

Durante la campagna elettorale del 2007 - ha raccontato forse per la prima volta in pubblico - furono messe in giro voci di tangenti al comune di Giovinazzo. Le indagini furono fatte e non si trovò nulla. Si trattava di menzogne di una campagna elettorale che preparava quella del 2012.

La procura però procedette a nominare un tecnico che si rivelò essere d'accordo con noi sul fatto che vi fossero abusi da sanare ma non lottizzazione abusiva.

Ma, cosa rara, fu nominato un nuovo perito perché qualcuno soffiava nelle orecchie del procuratore. Partì così un nuovo filone che sappiamo dove è andato a finire. Io - ha detto con orgoglio Natalicchio rivolto alla gente della D1.1 - sono venuto in tribunale a sostenere le vostre ragioni, non vi ho abbandonato nè voltato le spalle».

Infine la ricetta conclusiva dopo i tanti veleni di questi anni: «Se intervenisse la prescrizione - ha rimarcato - non è detto verrebbe meno la confisca, secondo una prassi diffusa in Italia.

Tuttavia, con nuove tendenze giurisprudenziali che vanno affermandosi - ha messo in evidenza - la confisca potrebbe anch'essa cadere in caso di prescrizione del reato ed allora si potrebbe procedere con le sanatorie e a costruire e far vivere quella zona come merita. Bisognerà - ha chiosato - poi pensare a mitigare il problema sorto in questi anni dell'assetto idrogeologico con un'opera idraulica per il deflusso delle acque verso il mare».