Natalicchio a PVA: «Non facciamo più l'errore di non fare un percorso comune»

Ieri sera in Sala San Felice il primo congresso di PrimaVera Alternativa. Ed il Consigliere piddino apre a nuovi scenari

domenica 20 maggio 2018 06.00
A cura di Gianluca Battista
La politica ha la capacità di rigenerarsi. Sempre.

Ieri sera in Sala San Felice è stato celebrato il primo congresso di PrimaVera Alternativa, alla presenza del Presidente, Girolamo Capurso, dei Consiglieri comunali Daniele de Gennaro, Sabrina Mastroviti e Vincenzo Castrignano, quest'ultimo anima del progetto politico partito un paio d'anni fa, e di tanti simpatizzanti ed iscritti.

E quel luogo, quel momento di confronto, aperto anche ad esponenti di altri partiti della sinistra e del mondo associativo laico e cattolico, non solo giovinazzesi, ha forse sancito un passaggio importante nella trasformazione della politica locale. Una trasformazione positiva, che vuol dire aggregazione e tentativo di battere strade comuni.

Quello di Antonello Natalicchio, Consigliere e leader in pectore del Partito Democratico locale, sebbene breve, ci è sembrato l'intervento più atteso se si guarda al futuro prossimo di quell'area politica a Giovinazzo.

«Stiamo facendo un percorso in Consiglio comunale - ha detto l'ex Sindaco - che noi del PD avevamo anticipato. E il non averlo completato lo abbiamo pagato tutti. Non facciamo di nuovo l'errore di non farlo. Non abbiamo la forza per creare grossi contenitori politici e quindi l'obiettivo è cercare di migliorare quelli che già ci sono.

Ci sono tutti i presupposti - ha rimarcato - perché quel percorso iniziato come una collaborazione in Consiglio comunale sfoci in un accordo politico».

Parole importanti di Natalicchio, che in verità sin dalla campagna elettorale della primavera 2017 aveva lanciato, a volte strenuamente e poco ascoltato, l'idea di un percorso condiviso, che non spaccasse la sinistra e che le desse nuova linfa nonostante diverse visioni e talvolta alcuni distinguo. Quel percorso si era rinvigorito dopo la sua uscita di scena al primo turno e l'accordo conseguente per sostenere Daniele de Gennaro al ballottaggio ne era stata la diretta conseguenza.

Non era bastato ad evitare l'affermazione di Tommaso Depalma, ma era stato il seme che aveva inaugurato forse una nuova stagione politica per la sinistra giovinazzese. Una stagione che sembra vedere la luce in queste settimane, anche grazie a serate come quella della Sala San Felice.

In precedenza, Antonello Natalicchio aveva augurato buon lavoro a PrimaVera Alternativa, sottolineando tuttavia alcuni aspetti, a suo modo di vedere essenziali per lavorare insieme. In primo luogo, il professore aveva ribadito come oggi sia essenziale «Recuperare anche gli interessi a cui guarda la politica per portare avanti la storia. Si tratta di interessi legittimi, che non esprimono solo il lato oscuro della politica».

Quella stessa politica, quindi, non solo portatrice di aria nuova, ma anche capace di sintesi per il bene comune. E poi, per Natalicchio un altro imperativo è quello di perseguire «la legalità nella nostra azione. Ma la legalità è cosa diversa dalla giustizia - ha rimarcato -. Quella facciamola esercitare ai giudici, sperando che lo facciano bene. Sono esseri umani anche loro e possono sbagliare».

E poi, il richiamo costante di tanti esponenti di PVA a Guglielmo Minervini, ha portato il Consigliere comunale del Partito Democratico a sottolineare ancora una volta come la storia dell'indimenticato politico molfettese, bisogna saperla leggere: «Dobbiamo approfondire meglio la sua eredità - ha detto -. Per governare ed amministrare, c'è bisogno di percorrere la politica delle alleanze. Uno deve essere pronto a guardare gli altri per quello che sono - è stato il messaggio lanciato ai nuovi compagni di percorso sempre guardando a ciò che Minervini aveva saputo fare a sua volta -, senza presupposizione che gli altri agiscano per loro interesse privato».

Non vi sono, quindi, secondo Natalicchio, figli e figliastri della sinistra giovinazzese ed il futuro dovrà definitivamente partire proprio da questo nodo essenziale per spingere verso l'unità di intenti di forze che hanno anime differenti al loro interno, ma visione comune del futuro di questa città. Il prossimo quadriennio ci dirà se quella strada sarà stata battuta sino in fondo e dove ha portato.