Morto in cantiere, la diocesi: «Lavoro sia luogo di crescita». La salma a Bari

Ieri l'incidente sul lavoro costato la vita al 79enne Cesare Dibitetto: il corpo è stato trasportato al Policlinico per l'autopsia

mercoledì 6 marzo 2024 13.34
A cura di La Redazione
«Il lavoro deve ritornare a essere luogo di crescita e di realizzazione della persona umana e non di morte». È quanto si legge in una nota della diocesi di Molfetta, Ruvo di Puglia, Giovinazzo e Terlizzi, all'indomani della morte del 79enne Cesare Dibitetto, impegnato in un cantiere di via Battisti, nel centro storico di Terlizzi.

L'uomo, originario di Giovinazzo, operaio edile di lunga data e che lunedì aveva festeggiato il suo compleanno, era capocantiere e stava eseguendo delle verifiche con una livella tubolare ad un pavimento dello stabile, quando è precipitato nel vuoto finendo sul fondo del vano ascensore. «È una strage che si sta consumando giorno per giorno nelle nostre città», prosegue la nota in cui si evidenzia che «inasprire le sanzioni non può essere la sola strada per ridurre le morti sul lavoro».

«Occorre lavorare su una cultura della sicurezza sin dalla scuola superiore - si legge nel comunicato -, inserendola come una materia curriculare, contenendo così il rischio di sottovalutazione del pericolo da parte degli operai anziani e di quelli più giovani». Intanto, il pubblico ministero della Procura della Repubblica di Trani, Marcello Catalano, che dirige l'attività dei Carabinieri, intende fare chiarezza su alcuni aspetti come la presenza o meno sul cantiere dei dispositivi di sicurezza.

La salma, intanto, è stata portata all'Istituto di Medicina Legale del Policlinico di Bari per l'autopsia, prevista per domani. Resta da capire se la vittima sia morta a causa di un malore che può aver provocato la caduta nel vuoto o se il decesso è stato causato dai traumi riportati dopo che il 79enne è cascato per dieci metri.