Morte la Forgia, il ricordo commosso dell'avvocato Tedeschi
Il legale giovinazzese: «Ha indossato la divisa con orgoglio, dedizione e non si è mai risparmiato»
mercoledì 2 ottobre 2024
12.12
Domenico la Forgia, di Molfetta, appuntato scelto dell'Arma, è volato in cielo a 54 anni, stroncato da un male che non gli ha lasciato scampo. Protagonista di una vicenda su presunti legami con la mafia quando lavorava a Giovinazzo: fu arrestato nel 2020 e poi assolto due anni più tardi «per non avere commesso il fatto».
Un vero e proprio calvario giudiziario che l'ha portato a processo - difeso dall'avvocato Tiziano Tedeschi - per reati mai commessi, secondo il dispositivo di primo grado. «Il mio assistito la Forgia ha indossato la divisa di carabiniere con orgoglio, con totale dedizione e non si è mai risparmiato per il bene comune», ha scritto in un brevissimo messaggio il suo legale che ha accolto con profonda tristezza la notizia dell'improvvisa scomparsa dell'uomo, arrivato a Giovinazzo nel 2005.
«Lui - ha continuato Tedeschi - ha sofferto tantissimo per l'infamia ricevuta da "un delinquente, delatore, prezzolato" così osava definire il collaboratore di giustizia il dottor Mancuso. Ed il Tribunale di Bari, alla fine, gli ha reso giustizia assolvendolo dalle assurde accuse infondate. La mia vicinanza alla famiglia che ha vissuto con lui - ha concluso l'avvocato - il calvario di un ingiusto processo penale». I funerali si svolgeranno oggi nella basilica della Madonna dei Martiri alle ore 16.00.
Ieri, attraverso queste pagine, hanno ricordato la Forgia i suoi ex comandanti: Vito Ingrosso, in quegli anni al vertice della Compagnia di Molfetta, Antonio Galizia, suo primo comandante quando arrivò a Giovinazzo, e Dino Amato. «Ha sempre lavorato con entusiasmo, spiccata inclinazione e non s'è sottratto al suo dovere».
Un vero e proprio calvario giudiziario che l'ha portato a processo - difeso dall'avvocato Tiziano Tedeschi - per reati mai commessi, secondo il dispositivo di primo grado. «Il mio assistito la Forgia ha indossato la divisa di carabiniere con orgoglio, con totale dedizione e non si è mai risparmiato per il bene comune», ha scritto in un brevissimo messaggio il suo legale che ha accolto con profonda tristezza la notizia dell'improvvisa scomparsa dell'uomo, arrivato a Giovinazzo nel 2005.
«Lui - ha continuato Tedeschi - ha sofferto tantissimo per l'infamia ricevuta da "un delinquente, delatore, prezzolato" così osava definire il collaboratore di giustizia il dottor Mancuso. Ed il Tribunale di Bari, alla fine, gli ha reso giustizia assolvendolo dalle assurde accuse infondate. La mia vicinanza alla famiglia che ha vissuto con lui - ha concluso l'avvocato - il calvario di un ingiusto processo penale». I funerali si svolgeranno oggi nella basilica della Madonna dei Martiri alle ore 16.00.
Ieri, attraverso queste pagine, hanno ricordato la Forgia i suoi ex comandanti: Vito Ingrosso, in quegli anni al vertice della Compagnia di Molfetta, Antonio Galizia, suo primo comandante quando arrivò a Giovinazzo, e Dino Amato. «Ha sempre lavorato con entusiasmo, spiccata inclinazione e non s'è sottratto al suo dovere».