Mons. Cornacchia: «Luciano Pignatelli esempio di gratuità dell'amore» (FOTO)
Ieri le celebrazioni per commemorare il trentennale della morte
martedì 5 dicembre 2017
05.30
«Luciano Pignatelli ed il suo commilitone Carmelo Ganci sono esempi di gratuità dell'amore».
Lo ha detto Monsignor Domenico Cornacchia, Vescovo della Diocesi di Molfetta, Ruvo, Giovinazzo, Terlizzi, durante la celebrazione del trentennale della loro scomparsa, tenutasi ieri mattina, 4 dicembre, presso la chiesa del Convento dei Frati Cappuccini. Presenti tutte le più alte cariche cittadine, civili e militari, con l'Associazione Nazionale Carabinieri guidata dal Presidente, Antonio Galizia, in prima fila.
Con loro il Sindaco, Tommaso Depalma, il Presidente del Consiglio comunale, Alfonso Arbore, il Comandante della Compagnia dei Carabinieri di Molfetta, il Capitano della Compagnia di Molfetta, Vito Ingrosso, il Comandante della Stazione dei Carabinieri di Giovinazzo, il Luogotenente Dino Amato, ed il Comandante della Polizia Locale, il Maggiore Mimmo Camporeale.
Monsignor Cornacchia, durante l'omelia, ha riportato alla mente un concetto espresso da don Tonino Bello, che auspicava, quasi utopisticamente, un mondo in cui le carceri avessero porte aperte in quanto vuote. Un mondo, in cui la pace e la fratellanza tra gli uomini avessero la meglio sul male, sull'odio e sulla violenza.
Luciano e Carmelo amici ed eroi inconsapevoli, votati alla causa, all'amore per la patria, ma soprattutto, come ha ricordato Sua Eccellenza, «difensori dei più deboli, che hanno messo il dono della loro vita a disposizione di cui aveva subito un sopruso».
Dopo la messa, un corteo composto, silenziosissimo, si è diretto verso il vicino cimitero comunale, dove la locale sezione dell'Associazione Nazionale Carabinieri ha deposto una corona sulla tomba del valoroso commilitone.
Don Giuseppe Milillo, amico della famiglia di Luciano Pignatelli, ha ricordato, proprio sulla sua tomba, la bontà d'animo di un giovane partito dalla Puglia per servire la nazione ed il dolore straziante di una intera comunità alla notizia della sua morte.
Sotto una pioggia che si è fatta battente, è stato suonato il silenzio d'ordinanza, mentre la corona veniva deposta e le lacrime solcavano il viso di più d'uno.
Nella nostra gallery fotografica i momenti di una commemorazione che resterà a lungo nel cuore dei giovinazzesi.
Lo ha detto Monsignor Domenico Cornacchia, Vescovo della Diocesi di Molfetta, Ruvo, Giovinazzo, Terlizzi, durante la celebrazione del trentennale della loro scomparsa, tenutasi ieri mattina, 4 dicembre, presso la chiesa del Convento dei Frati Cappuccini. Presenti tutte le più alte cariche cittadine, civili e militari, con l'Associazione Nazionale Carabinieri guidata dal Presidente, Antonio Galizia, in prima fila.
Con loro il Sindaco, Tommaso Depalma, il Presidente del Consiglio comunale, Alfonso Arbore, il Comandante della Compagnia dei Carabinieri di Molfetta, il Capitano della Compagnia di Molfetta, Vito Ingrosso, il Comandante della Stazione dei Carabinieri di Giovinazzo, il Luogotenente Dino Amato, ed il Comandante della Polizia Locale, il Maggiore Mimmo Camporeale.
Monsignor Cornacchia, durante l'omelia, ha riportato alla mente un concetto espresso da don Tonino Bello, che auspicava, quasi utopisticamente, un mondo in cui le carceri avessero porte aperte in quanto vuote. Un mondo, in cui la pace e la fratellanza tra gli uomini avessero la meglio sul male, sull'odio e sulla violenza.
Luciano e Carmelo amici ed eroi inconsapevoli, votati alla causa, all'amore per la patria, ma soprattutto, come ha ricordato Sua Eccellenza, «difensori dei più deboli, che hanno messo il dono della loro vita a disposizione di cui aveva subito un sopruso».
Dopo la messa, un corteo composto, silenziosissimo, si è diretto verso il vicino cimitero comunale, dove la locale sezione dell'Associazione Nazionale Carabinieri ha deposto una corona sulla tomba del valoroso commilitone.
Don Giuseppe Milillo, amico della famiglia di Luciano Pignatelli, ha ricordato, proprio sulla sua tomba, la bontà d'animo di un giovane partito dalla Puglia per servire la nazione ed il dolore straziante di una intera comunità alla notizia della sua morte.
Sotto una pioggia che si è fatta battente, è stato suonato il silenzio d'ordinanza, mentre la corona veniva deposta e le lacrime solcavano il viso di più d'uno.
Nella nostra gallery fotografica i momenti di una commemorazione che resterà a lungo nel cuore dei giovinazzesi.