Michele Sollecito: «Giovinazzo non è una città di parassiti»

Una precisazione doverosa dopo l'articolo de La Gazzetta del Mezzogiorno sulle presunte richieste di moduli in Comune sul Reddito di Cittadinanza

giovedì 8 marzo 2018 18.53
Era giunto un primo comunicato stampa del Comune di Giovinazzo, da noi riportato, sulla vicenda delle presunte richieste sui modelli Caf relativi al Reddito di Cittadinanza, riportato da "La Gazzetta del Mezzogiorno", misura presente nel programma del MoVimento 5 Stelle, ma evidentemente non ancora operativa nel nostro Paese, senza un Governo insediatosi.
In quel comunicato si spiegava la posizione del Sindaco, Tommaso Depalma, e si faceva riferimento alla sua presenza domattina, 9 marzo, nella trasmissione "I Funamboli" di Radio 24. Molte testate nazionali hanno chiesto lumi agli amministratori in queste ore e quella che vi riportiamo e la precisazione integrale dell'Assessore alle Politiche Sociali, Michele Sollecito. (G.B).

Giovinazzo è finita su tutti i media nazionali dopo l'articolo pubblicato oggi su "La Gazzetta del Mezzogiorno" che racconta l'assalto a due Caf cittadini per le richieste del Reddito di Cittadinanza promesso dal Movimento 5 Stelle durante la campagna elettorale. Premetto che sia in Comune e sia ai Caf molti nostri concittadini si sono recati per le domande sul Reddito di Dignità (ReD) della Regione Puglia e si recano tuttora per le domande del Reddito di Inclusione (REI) del Governo e che quindi non c'è nessuna nuova frenesia per il nuovo reddito proposto dai 5 Stelle, ma curiosità sì. E ieri e l'altro ieri, che ho avuto un ricevimento con il pubblico, consistente oltre i soliti chiarimenti sulle soglie ISEE e altri parametri, la domanda dei richiedenti verteva poi sull'ipotetico futuro Reddito di Cittadinanza proposto dal Movimento. Ma nessun pugno sul tavolo o nessuna rivendicazione animata. Perché Giovinazzo non è una città di indolenti parassiti. Perché su queste misure non si scherza. Ci hanno consentito finora di gestire una situazione di tensione altissima vista la ormai cronica assenza di lavoro e occupazione per molti nostri concittadini. Sono scettico, per altri motivi, sull'effettiva inclusione sociale che tali strumenti vorrebbero raggiungere perché manca ad oggi una vera saldatura tra queste misure di welfare e il mondo delle imprese e del lavoro. E, fin quando sarà il pubblico a gestire i progetti di inclusione sociale, questi tirocini lavorativi avranno sempre un inizio e una fine. Quando, invece, sporadicamente il tirocinio è svolto in imprese private, accade che al termine del progetto si profili una reale assunzione. Spero che questo serva a dare la giusta chiave di lettura alla questione e che il delicato argomento non diventi una strumentalizzazione di tipo politico.