Michele Salomone conquista i lettori giovinazzesi
Presentato ieri sera, presso il Vecchio Caffè Amoia, il libro "La mia voce in biancorosso"
lunedì 5 gennaio 2015
11.07
Una festa più che una presentazione di un libro. L'incontro tra Michele Salomone, storica voce radiofonica al seguito del Bari calcio, ed i giovinazzesi, presso il Vecchio Caffè Amoia, è stato questo e tanto altro.
Il libro "La mia voce in biancorosso" (Mario Adda Editore) racconta un pezzo di storia calcistica barese, unita a doppio filo con i sentimenti spesso contrastanti di una città, gli stessi che la voce di Salomone sa ancora far vibrare via etere. Così la serata di ieri, organizzata dall'associazione "Led" (Laboratorio di Energie Democratiche) in collaborazione con lo storico caffè di piazza Vittorio Emanuele II, introdotta da Stefano Bonvino e moderata da Francesco Serrone, ha avuto il merito indiscusso di far tornare a parlare del Bari in quel posto, un tempo fulcro delle passioni per i galletti. Giovinazzo, spesso fredda e "doppiofedista", si è riscoperta coinvolta da un Michele Salomone a tutto campo, come una squadra di calcio vincente e convincente. Gli aneddoti raccontati nel libro hanno fatto da filo conduttore in una piacevolissima chiacchierata con l'autore, durata oltre due ore ma che non ha annoiato nessuno.
Dall'arrivo in Puglia di Zibì Boniek al posto di Gaetano Salvemini, passando per il duro ed allo stesso tempo divertente duello a distanza con Eugenio Fascetti, fino ad arrivare all'esonero inopinato di Rolando Maran nella stagione 2006/2007, il testo del giornalista di Radionorba racconta quello che altri non hanno avuto il coraggio di raccontare. E lo fa con la schiettezza che è propria di Michele Salomone (in foto nella gallery di Lucia Palmiotto), capace di grandi battaglie in nome della libertà di stampa e mai prono ai poteri forti dello sport e del giornalismo. I retroscena dei successi e degli insuccessi dell'era Matarrese sono, ad esempio, messi spesso a nudo non partendo dagli effetti dell'operato dei vecchi proprietari del club, ma dagli uomini, dai personaggi che hanno ruotato attorno all'universo Bari. Un universo composito, dilatato in diverse stagioni calcistiche, tutte raccontate col mezzo d'informazione più affascinante: la radio.
Gli esordi, in un mondo dei media ancora poco affollato, la passione da tifoso, la Bari del professor Angelo De Palo, il passaggio da Bari Canale Cento a Telenorba, un gran signore chiamato Nando Martellini, i tecnici come Gaetano Salvemini e Beppe Materazzi, Rolando Maran ed Antonio Conte, fino a giungere alla cavalcata della scorsa stagione, conclusasi con la beffa di Latina, ed il tribolato avvio di questa annata. "La mia voce in biancorosso" appare una sorta di mini-romanzo a puntate in salsa biancorossa, in cui ogni capitolo fa storia a sé ed è allo stesso tempo indispensabile per leggere il prosieguo del testo.
«Ho sempre distinto il livello umano da quello professionale. Per questo le persone si sono spesso fidate di me, raccontandomi particolari che ho sofferto a non usare per un articolo, ma che mi sono valse la loro stima». Il Salomone pensiero spiazza i duri e puri dello scoop ad ogni costo, ma la "voce" della Bari all'etica non sa e non vuole mai rinunciare. Dalle sue labbra pendono molti tifosi, soprattutto quelli lontani dal capoluogo che non hanno mai abbandonato la fede biancorossa, vista come risorsa per tenersi attaccati alle radici e tenersi stretta una porzione di cuore. Lui è ormai riferimento di un popolo, inteso come quello di una provincia intera, quella che gli continua a rendere omaggio in questo suo fortunato tour di presentazione. Oltre duemila le copie volatilizzatesi in poche settimane, con l'editore impegnato in una ristampa ad uso e consumo di chi ha sorriso, anche ieri sera, con le battute in dialetto di un giornalista che si sente «un privilegiato a far questo lavoro».
Uno a cui dar del lei appare impresa ardua ed a cui piace stare tra i giovani giornalisti, ascoltarli, guidarli, valorizzarli. Lui che, in una fredda serata di gennaio, ha saputo riscaldare anche i cuori dei lettori giovinazzesi.
Il libro "La mia voce in biancorosso" (Mario Adda Editore) racconta un pezzo di storia calcistica barese, unita a doppio filo con i sentimenti spesso contrastanti di una città, gli stessi che la voce di Salomone sa ancora far vibrare via etere. Così la serata di ieri, organizzata dall'associazione "Led" (Laboratorio di Energie Democratiche) in collaborazione con lo storico caffè di piazza Vittorio Emanuele II, introdotta da Stefano Bonvino e moderata da Francesco Serrone, ha avuto il merito indiscusso di far tornare a parlare del Bari in quel posto, un tempo fulcro delle passioni per i galletti. Giovinazzo, spesso fredda e "doppiofedista", si è riscoperta coinvolta da un Michele Salomone a tutto campo, come una squadra di calcio vincente e convincente. Gli aneddoti raccontati nel libro hanno fatto da filo conduttore in una piacevolissima chiacchierata con l'autore, durata oltre due ore ma che non ha annoiato nessuno.
Dall'arrivo in Puglia di Zibì Boniek al posto di Gaetano Salvemini, passando per il duro ed allo stesso tempo divertente duello a distanza con Eugenio Fascetti, fino ad arrivare all'esonero inopinato di Rolando Maran nella stagione 2006/2007, il testo del giornalista di Radionorba racconta quello che altri non hanno avuto il coraggio di raccontare. E lo fa con la schiettezza che è propria di Michele Salomone (in foto nella gallery di Lucia Palmiotto), capace di grandi battaglie in nome della libertà di stampa e mai prono ai poteri forti dello sport e del giornalismo. I retroscena dei successi e degli insuccessi dell'era Matarrese sono, ad esempio, messi spesso a nudo non partendo dagli effetti dell'operato dei vecchi proprietari del club, ma dagli uomini, dai personaggi che hanno ruotato attorno all'universo Bari. Un universo composito, dilatato in diverse stagioni calcistiche, tutte raccontate col mezzo d'informazione più affascinante: la radio.
Gli esordi, in un mondo dei media ancora poco affollato, la passione da tifoso, la Bari del professor Angelo De Palo, il passaggio da Bari Canale Cento a Telenorba, un gran signore chiamato Nando Martellini, i tecnici come Gaetano Salvemini e Beppe Materazzi, Rolando Maran ed Antonio Conte, fino a giungere alla cavalcata della scorsa stagione, conclusasi con la beffa di Latina, ed il tribolato avvio di questa annata. "La mia voce in biancorosso" appare una sorta di mini-romanzo a puntate in salsa biancorossa, in cui ogni capitolo fa storia a sé ed è allo stesso tempo indispensabile per leggere il prosieguo del testo.
«Ho sempre distinto il livello umano da quello professionale. Per questo le persone si sono spesso fidate di me, raccontandomi particolari che ho sofferto a non usare per un articolo, ma che mi sono valse la loro stima». Il Salomone pensiero spiazza i duri e puri dello scoop ad ogni costo, ma la "voce" della Bari all'etica non sa e non vuole mai rinunciare. Dalle sue labbra pendono molti tifosi, soprattutto quelli lontani dal capoluogo che non hanno mai abbandonato la fede biancorossa, vista come risorsa per tenersi attaccati alle radici e tenersi stretta una porzione di cuore. Lui è ormai riferimento di un popolo, inteso come quello di una provincia intera, quella che gli continua a rendere omaggio in questo suo fortunato tour di presentazione. Oltre duemila le copie volatilizzatesi in poche settimane, con l'editore impegnato in una ristampa ad uso e consumo di chi ha sorriso, anche ieri sera, con le battute in dialetto di un giornalista che si sente «un privilegiato a far questo lavoro».
Uno a cui dar del lei appare impresa ardua ed a cui piace stare tra i giovani giornalisti, ascoltarli, guidarli, valorizzarli. Lui che, in una fredda serata di gennaio, ha saputo riscaldare anche i cuori dei lettori giovinazzesi.