Michele Emiliano tuona: «In galera, è il posto che si meritano»

Durissimo il commento del governatore della Regione Puglia dopo le indagini sull'ospedale di Molfetta

lunedì 8 luglio 2019 19.23
«30 indagati di cui 12 arrestati. Noi abbiamo collaborato con la Guardia di Finanza, li abbiamo fatti arrestare e siamo contenti che siano finiti in galera perché quello è il posto che si meritano».

Lo ha affermato il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, in relazione alla notizia del blitz di questa mattina della Guardia di Finanza, a margine di un incontro che aveva per oggetto la riorganizzazione dei servizi assistenziali.

«Quelli che non vanno a lavorare e non hanno voglia di farlo - dice - bisogna licenziarli: d'altra parte, voglio solo ricordare che c'è qualcuno dei nostri dipendenti che si lamenta del fatto che viene trasferito grazie al piano di riordino, per esempio nei PTA, i Presidi Territoriali di Assistenza: questi sono i dipendenti che vogliono i vecchi ospedali come funzionavano una volta e che vanno a protestare dai sindaci quando noi ristrutturiamo e riorganizziamo un po' per migliorare le strutture sanitarie. Avete visto come si comportano?

E quindi abbiamo proprio ragione alle volte a mettere in atto il piano di riordino perché se un'organizzazione come quella di un ospedale riesce a sopportare gente che non va a lavorare o si assenta così facilmente, evidentemente quelli sono ospedali che vanno ridimensionati anche perché è evidente che servono a meno, perché non non c'è altra spiegazione.

Sarebbe concepibile in una redazione di un giornale, in una televisione, in una fabbrica un fenomeno di assenteismo come quello, peraltro di massa dove uno copre l'altro? No, infatti quelli che sono stati arrestati sono i nemici di quelli che lavorano. Sono i nemici di quelli che si ammazzano di fatica per aiutare il presidente e soprattutto tutti i cittadini e i pazienti e che lavorano dalla mattina alla sera.

Rivolgo un invito a tutti i dipendenti onesti: se non hanno diciamo voglia di dirlo al direttore generale, avvisate me, tanto il mio numero di telefono ce l'hanno tutti, 335.84.02.227. Se chiamano me - conclude Emiliano -, li faccio arrestare io. Non c'è nessun problema».