Mercatone Uno, c'è uno spiraglio: «Proroga della cassa integrazione per i lavoratori»
L'ha chiesta il deputato Lacarra, del Partito Democratico, grazie all'interessamento dell'associazione Nuova Giovinazzo
martedì 10 novembre 2020
Uno spiraglio di luce nel tunnel che attraversano gli ex lavoratori del Mercatone Uno. Dopo anni travagliati, condizionati dalla paura, con un lungo periodo di cassa integrazione, segnali importanti sono arrivati grazie all'intervento dell'onorevole Marco Lacarra grazie all'interessamento di Nuova Giovinazzo.
«Sono 5 anni che i lavoratori del Mercatone Uno - si legge su un post dell'associazione giovinazzese - non sanno nulla del loro futuro. Tra casse integrazioni straordinarie e riduzioni di ore richieste delle nuove proprietà che si sono susseguite, non è stato evitato il fallimento e ora quei lavoratori che sopravvivevano grazie alla cassa integrazione, nell'attesa di essere ricollocati, rischiano di non avere più nulla. Non possiamo permetterci di perdere altro tempo».
In questi 5 anni si può soltanto immaginare cosa abbiano passato questi lavoratori, privati della propria stabilità economica. La ricerca di risposte ha prodotto delle domande insolute, accolte da Nuova Giovinazzo: è stato proprio il direttivo dell'associazione ad interessare il deputato del Partito Democratico, il quale si è fatto portavoce della vicenda degli ex lavoratori alla Camera dei Deputati, ricevendo una risposta dal sottosegretario al Ministero del Lavoro.
«Sono soddisfatto della risposta del Governo su Mercatone Uno, se riuscirà a mantenere le sue promesse tutelando in ogni modo i lavoratori ancora in cassa integrazione - ha detto Lacarra, che ha presentato un'interrogazione al Governo in commissione Lavoro -, attuando tutte le misure necessarie per prorogarla durante il periodo dell'emergenza Coronavirus. Mercatone Uno è una importante catena italiana della grande distribuzione nata nel 1978».
«Nel momento di massimo sviluppo ha contato 80 punti vendita e circa 3.700 dipendenti. La crisi di Mercatone Uno - ricorda il deputato Dem - iniziò nel 2012, quando furono dichiarati 900 esuberi. Oggi, dopo il susseguirsi di una serie di proprietari, scadrà la cassa integrazione per i circa 1.800 lavoratori. Io mi auguro che il Governo intervenga al più presto e con le dovute misure, almeno per prorogare la cassa integrazione straordinaria durante la pandemia».
Da un anno e mezzo 1.842 ex dipendenti sono senza un'occupazione e il 23 novembre vedranno scadere la cassa integrazione straordinaria. «Questa delicata questione è stata oggetto di una mia interrogazione parlamentare - dice ancora Lacarra -. Una risposta fortunatamente confortante per tutti i lavoratori dell'ex Mercatone Uno. Infatti il 16 novembre verrà esaminata la domanda per un ulteriore periodo di 12 mesi di cassa integrazione per 1.377 dipendenti».
«Nei prossimi 12 mesi, inoltre, il Ministero ha ribadito il suo impegno a portare a termine interventi di reindustrializzazione e riconversione degli stabilimenti e la realizzazione di politiche di reinserimento lavorativo per gli ex dipendenti. La proroga della cassa integrazione non sazierà la necessità di queste persone di tornare a lavorare, ma in questo momento - conclude - è la risposta indispensabile al bisogno di sostenere economicamente tutte le loro famiglie».
Soddisfazione giunge anche da Nuova Giovinazzo: «Abbiamo rappresentato una delegazione di lavoratori chiedendo alle istituzioni di dare delle risposte perché il lavoro è un diritto. Non si può dire che sia la fine del tunnel, ma con questo spiraglio la speranza che la fine si avvicini al più presto è concreta».
«Sono 5 anni che i lavoratori del Mercatone Uno - si legge su un post dell'associazione giovinazzese - non sanno nulla del loro futuro. Tra casse integrazioni straordinarie e riduzioni di ore richieste delle nuove proprietà che si sono susseguite, non è stato evitato il fallimento e ora quei lavoratori che sopravvivevano grazie alla cassa integrazione, nell'attesa di essere ricollocati, rischiano di non avere più nulla. Non possiamo permetterci di perdere altro tempo».
In questi 5 anni si può soltanto immaginare cosa abbiano passato questi lavoratori, privati della propria stabilità economica. La ricerca di risposte ha prodotto delle domande insolute, accolte da Nuova Giovinazzo: è stato proprio il direttivo dell'associazione ad interessare il deputato del Partito Democratico, il quale si è fatto portavoce della vicenda degli ex lavoratori alla Camera dei Deputati, ricevendo una risposta dal sottosegretario al Ministero del Lavoro.
«Sono soddisfatto della risposta del Governo su Mercatone Uno, se riuscirà a mantenere le sue promesse tutelando in ogni modo i lavoratori ancora in cassa integrazione - ha detto Lacarra, che ha presentato un'interrogazione al Governo in commissione Lavoro -, attuando tutte le misure necessarie per prorogarla durante il periodo dell'emergenza Coronavirus. Mercatone Uno è una importante catena italiana della grande distribuzione nata nel 1978».
«Nel momento di massimo sviluppo ha contato 80 punti vendita e circa 3.700 dipendenti. La crisi di Mercatone Uno - ricorda il deputato Dem - iniziò nel 2012, quando furono dichiarati 900 esuberi. Oggi, dopo il susseguirsi di una serie di proprietari, scadrà la cassa integrazione per i circa 1.800 lavoratori. Io mi auguro che il Governo intervenga al più presto e con le dovute misure, almeno per prorogare la cassa integrazione straordinaria durante la pandemia».
Da un anno e mezzo 1.842 ex dipendenti sono senza un'occupazione e il 23 novembre vedranno scadere la cassa integrazione straordinaria. «Questa delicata questione è stata oggetto di una mia interrogazione parlamentare - dice ancora Lacarra -. Una risposta fortunatamente confortante per tutti i lavoratori dell'ex Mercatone Uno. Infatti il 16 novembre verrà esaminata la domanda per un ulteriore periodo di 12 mesi di cassa integrazione per 1.377 dipendenti».
«Nei prossimi 12 mesi, inoltre, il Ministero ha ribadito il suo impegno a portare a termine interventi di reindustrializzazione e riconversione degli stabilimenti e la realizzazione di politiche di reinserimento lavorativo per gli ex dipendenti. La proroga della cassa integrazione non sazierà la necessità di queste persone di tornare a lavorare, ma in questo momento - conclude - è la risposta indispensabile al bisogno di sostenere economicamente tutte le loro famiglie».
Soddisfazione giunge anche da Nuova Giovinazzo: «Abbiamo rappresentato una delegazione di lavoratori chiedendo alle istituzioni di dare delle risposte perché il lavoro è un diritto. Non si può dire che sia la fine del tunnel, ma con questo spiraglio la speranza che la fine si avvicini al più presto è concreta».