Maturità in totale sicurezza al Liceo "Spinelli" ed all'IPSIA "Banti"
Il nostro breve viaggio negli Esami di Stato ai tempi del Covid-19
venerdì 19 giugno 2020
Non è stato un anno scolastico semplice per docenti e studenti del Liceo Classico e Scientifico "Matteo Spinelli" e per quelli dell'IPSIA "Banti" di Giovinazzo. Un 2020 marchiato a fuoco dalla più grande tragedia nazionale dai tempi della Seconda Guerra Mondiale, che però non ha fiaccato la voglia di ben figurare dei nostri ragazzi.
In questi giorni si stanno svolgendo gli Esami di Stato e siamo andati a verificare come si fosse organizzato lo storico plesso giovinazzese.
Il percorso è stato obbligato e siamo entrati da via Framarino.
I ragazzi accedono a scuola uno alla volta accompagnati da un numero minimo di parenti o congiunti, tutti muniti di dispositivi di protezione individuali. Agli ingressi dell'istituto e prima di entrare in aula per lo svolgimento dell'esame, unico, orale, che dura un'ora ed è articolato in cinque passaggi, ci si deve sanificare le mani con gel a base alcoolica, esattamente come prevedono i protocolli sanitari nazionali e regionali.
Non è possibile creare capannelli al termine della prova e molti genitori attendono i loro figli in auto parcheggiate lungo le traverse di via Alcide De Gasperi.
All'interno dell'aula, come testimoniano le nostre foto, i candidati siedono lontani di circa 3 metri dai loro esaminatori, una distanza decisamente superiore a quella di sicurezza. Tutti indossano mascherina, tranne l'esaminando che può quindi argomentare senza affanni. In uscita dalla aule dove si svolge la prova orale, tutti gli studenti trovano un percorso prestabilito, inverso a quello d'entrata e non sono concesse deroghe.
I servizi igienici vengono sanificati più volte al giorno, così come le aule al termine dell'esame. Le stesse vengono continuamente fatte arieggiare anche durante l'esame.
I ragazzi dell'IPSIA termineranno oggi, venerdì 19 giugno, le loro prove d'esame, mentre sabato toccherà ai liceali dell'indirizzo classico. Per gli studenti dello scientifico ci sarà da attendere sabato 27 giugno.
La prof.ssa Patrizia Petta ha così commentato queste giornate che resteranno, si spera, un unicum nella storia dell'istituto: «Non è stato semplice in questi ultimi mesi portare avanti la didattica a distanza, ma ce l'abbiamo fatta - ha detto -. Tuttavia non nascondo che vi siano state difficoltà durante il periodo del lockdown, superate grazie alla professionalità del nostro corpo docente ed alla volontà dei nostri studenti.
Per loro - ha quindi spiegato - le lezioni, sebbene a distanza, hanno scandito i lunghi giorni della quarantena obbligatoria ed a mio avviso sono riusciti a cogliere l'opportunità per completare il loro percorso formativo. Non sono esami "normali", lo sappiamo, ma so anche che dietro c'è un grande lavoro che non poteva andare sprecato».
E sul futuro prossimo della scuola in genere, la docente è stata chiara: «Penso sia cambiato il nostro modo di approcciarci ad essa, il nostro modo di insegnare e di viverla. Dobbiamo metabolizzarlo, ma credo che i nostri ragazzi possano imparare molto da questo periodo storico. O almeno lo spero - ha precisato -. Sarebbe un peccato incontrarli per strada, come talvolta mi è già capitato, e realizzare che le regole del distanziamento e dell'approccio a questo virus subdolo non sia stato recepito del tutto. Nessuno si senta invincibile».
Considerazioni che sposiamo e sottoscriviamo.
In questi giorni si stanno svolgendo gli Esami di Stato e siamo andati a verificare come si fosse organizzato lo storico plesso giovinazzese.
PERCORSI OBBLIGATI E SICUREZZA ANCHE IN AULA
Ad accoglierci il personale ATA che non permette di entrare senza autorizzazione. Il breve giro è stato quindi possibile solo grazie al nulla osta della dirigenza scolastica e ad accompagnarci è stata la prof.ssa Patrizia Petta, da anni prima collaboratrice del preside, prof. Carmelo D'Aucelli.Il percorso è stato obbligato e siamo entrati da via Framarino.
I ragazzi accedono a scuola uno alla volta accompagnati da un numero minimo di parenti o congiunti, tutti muniti di dispositivi di protezione individuali. Agli ingressi dell'istituto e prima di entrare in aula per lo svolgimento dell'esame, unico, orale, che dura un'ora ed è articolato in cinque passaggi, ci si deve sanificare le mani con gel a base alcoolica, esattamente come prevedono i protocolli sanitari nazionali e regionali.
Non è possibile creare capannelli al termine della prova e molti genitori attendono i loro figli in auto parcheggiate lungo le traverse di via Alcide De Gasperi.
All'interno dell'aula, come testimoniano le nostre foto, i candidati siedono lontani di circa 3 metri dai loro esaminatori, una distanza decisamente superiore a quella di sicurezza. Tutti indossano mascherina, tranne l'esaminando che può quindi argomentare senza affanni. In uscita dalla aule dove si svolge la prova orale, tutti gli studenti trovano un percorso prestabilito, inverso a quello d'entrata e non sono concesse deroghe.
I servizi igienici vengono sanificati più volte al giorno, così come le aule al termine dell'esame. Le stesse vengono continuamente fatte arieggiare anche durante l'esame.
I ragazzi dell'IPSIA termineranno oggi, venerdì 19 giugno, le loro prove d'esame, mentre sabato toccherà ai liceali dell'indirizzo classico. Per gli studenti dello scientifico ci sarà da attendere sabato 27 giugno.
LE DICHIARAZIONI DELLA PROF.SSA PETTA
La prof.ssa Patrizia Petta ha così commentato queste giornate che resteranno, si spera, un unicum nella storia dell'istituto: «Non è stato semplice in questi ultimi mesi portare avanti la didattica a distanza, ma ce l'abbiamo fatta - ha detto -. Tuttavia non nascondo che vi siano state difficoltà durante il periodo del lockdown, superate grazie alla professionalità del nostro corpo docente ed alla volontà dei nostri studenti.Per loro - ha quindi spiegato - le lezioni, sebbene a distanza, hanno scandito i lunghi giorni della quarantena obbligatoria ed a mio avviso sono riusciti a cogliere l'opportunità per completare il loro percorso formativo. Non sono esami "normali", lo sappiamo, ma so anche che dietro c'è un grande lavoro che non poteva andare sprecato».
E sul futuro prossimo della scuola in genere, la docente è stata chiara: «Penso sia cambiato il nostro modo di approcciarci ad essa, il nostro modo di insegnare e di viverla. Dobbiamo metabolizzarlo, ma credo che i nostri ragazzi possano imparare molto da questo periodo storico. O almeno lo spero - ha precisato -. Sarebbe un peccato incontrarli per strada, come talvolta mi è già capitato, e realizzare che le regole del distanziamento e dell'approccio a questo virus subdolo non sia stato recepito del tutto. Nessuno si senta invincibile».
Considerazioni che sposiamo e sottoscriviamo.