Marijuana, hashish e una pistola. Arrestati padre e figlio
Saverio e Giuseppe Pappagallo, ai domiciliari dopo essere stati trovati con droga ed un'arma a salve
lunedì 14 dicembre 2015
10.16
La casa dei baresi Saverio e Giuseppe Pappagallo, rispettivamente di 44 e 27 anni, padre e figlio, arrestati con l'accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, è stata davvero una sorpresa per i Carabinieri della locale Stazione, e non solo perché vi hanno trovato, un chilo di marijuana e 100 grammi di hashish, ma anche per via di una pistola giocattolo, modificata, e dunque abile a far fuoco.
Tutto è accaduto nella serata di giovedì scorso a Giovinazzo dove, nel corso di un mirato servizio finalizzato al contrasto del traffico di sostanze stupefacenti, svolto in collaborazione con i militari della Compagnia di Molfetta diretti dal capitano Vito Ingrosso, Saverio Pappagallo alla guida della sua Fiat Altea è stato fermato e invitato dagli investigatori del posto a sottoporsi ad una verifica lungo via Daconto.
Nell'auto i Carabinieri hanno rinvenuto, sul sedile posteriore, una busta che copriva un involucro. All'interno, i militari della locale Stazione hanno scoperto circa 500 grammi di marijuana, dichiarati immediatamente sotto sequestro. Ma gli inquirenti, diretti dal maresciallo aiutante Dino Amato, hanno comunque deciso di vederci chiaro, estendendo la perquisizione anche in casa dell'uomo, un'abitazione sita in via De Ninno. Dove le sorprese non sono mancate.
All'interno di una cassettina di sicurezza, riposta nell'armadio della camera da letto, infatti, sono stati scovati 950 euro, in banconote di diverso taglio, mentre in un ripostiglio sono stati recuperati ulteriori 500 grammi di marijuana. Il figlio Giuseppe, invece, è finito nei guai perché, durante l'accurato controllo, circa 100 grammi di hashish, suddivisi in dieci ovuli, sono saltati fuori dal suo comodino, dove è stata trovata anche una pistola a salve, modificata e completa di caricatore con cinque cartucce calibro 6.35.
«Un'arma pronta a sparare, - evidenziano dal Comando Provinciale dei Carabinieri di Bari in un comunicato ufficiale - contenuta in una borsa da donna appesa all'attaccapanni. Per questo motivo il giovane dovrà rispondere anche di detenzione di armi clandestine e ricettazione». Dopo la convalida degli arresti, Saverio e Giuseppe Pappagallo, su disposizione della Procura della Repubblica di Bari, sono stati ricondotti a casa, in regime di arresti domiciliari.
La droga, l'arma e «il denaro, - secondo gli inquirenti - ritenuto provento dell'illecita attività», sono stati posti sotto sequestro. «I due arresti - hanno spiegato i vertici della Compagnia di Molfetta - sono il frutto dell'incessante attività di indagine condotta dall'Arma dei Carabinieri sui suddetti soggetti, entrambi già noti alle forze dell'ordine e originari di Bari, ma trapiantati a Giovinazzo».
Proprio il 27enne Giuseppe Pappagallo era già indagato per i reati in materia di armi e stupefacenti, nell'ambito dell'operazione "Hinterland 2", portata a termine dalla Squadra Mobile del capoluogo a luglio del 2014, nei confronti del clan Di Cosola, (tra i più agguerriti di Bari che gestiva il traffico di droga in nove comuni della provincia barese, tra cui Giovinazzo, ndr), con l'esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare a carico di 28 persone.
L'arrestato, inoltre, è il fratello di Giacomo Pappagallo, appena 25enne ma già elemento di spicco del clan Lorusso (un tempo alleato con i Capriati), gruppo criminale in violenta contrapposizione al clan Campanale, articolazione degli Strisciuglio. Una faida in atto da anni nel quartiere San Girolamo di Bari.
Tutto è accaduto nella serata di giovedì scorso a Giovinazzo dove, nel corso di un mirato servizio finalizzato al contrasto del traffico di sostanze stupefacenti, svolto in collaborazione con i militari della Compagnia di Molfetta diretti dal capitano Vito Ingrosso, Saverio Pappagallo alla guida della sua Fiat Altea è stato fermato e invitato dagli investigatori del posto a sottoporsi ad una verifica lungo via Daconto.
Nell'auto i Carabinieri hanno rinvenuto, sul sedile posteriore, una busta che copriva un involucro. All'interno, i militari della locale Stazione hanno scoperto circa 500 grammi di marijuana, dichiarati immediatamente sotto sequestro. Ma gli inquirenti, diretti dal maresciallo aiutante Dino Amato, hanno comunque deciso di vederci chiaro, estendendo la perquisizione anche in casa dell'uomo, un'abitazione sita in via De Ninno. Dove le sorprese non sono mancate.
All'interno di una cassettina di sicurezza, riposta nell'armadio della camera da letto, infatti, sono stati scovati 950 euro, in banconote di diverso taglio, mentre in un ripostiglio sono stati recuperati ulteriori 500 grammi di marijuana. Il figlio Giuseppe, invece, è finito nei guai perché, durante l'accurato controllo, circa 100 grammi di hashish, suddivisi in dieci ovuli, sono saltati fuori dal suo comodino, dove è stata trovata anche una pistola a salve, modificata e completa di caricatore con cinque cartucce calibro 6.35.
«Un'arma pronta a sparare, - evidenziano dal Comando Provinciale dei Carabinieri di Bari in un comunicato ufficiale - contenuta in una borsa da donna appesa all'attaccapanni. Per questo motivo il giovane dovrà rispondere anche di detenzione di armi clandestine e ricettazione». Dopo la convalida degli arresti, Saverio e Giuseppe Pappagallo, su disposizione della Procura della Repubblica di Bari, sono stati ricondotti a casa, in regime di arresti domiciliari.
La droga, l'arma e «il denaro, - secondo gli inquirenti - ritenuto provento dell'illecita attività», sono stati posti sotto sequestro. «I due arresti - hanno spiegato i vertici della Compagnia di Molfetta - sono il frutto dell'incessante attività di indagine condotta dall'Arma dei Carabinieri sui suddetti soggetti, entrambi già noti alle forze dell'ordine e originari di Bari, ma trapiantati a Giovinazzo».
Proprio il 27enne Giuseppe Pappagallo era già indagato per i reati in materia di armi e stupefacenti, nell'ambito dell'operazione "Hinterland 2", portata a termine dalla Squadra Mobile del capoluogo a luglio del 2014, nei confronti del clan Di Cosola, (tra i più agguerriti di Bari che gestiva il traffico di droga in nove comuni della provincia barese, tra cui Giovinazzo, ndr), con l'esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare a carico di 28 persone.
L'arrestato, inoltre, è il fratello di Giacomo Pappagallo, appena 25enne ma già elemento di spicco del clan Lorusso (un tempo alleato con i Capriati), gruppo criminale in violenta contrapposizione al clan Campanale, articolazione degli Strisciuglio. Una faida in atto da anni nel quartiere San Girolamo di Bari.