«Mandorle a ruba come gioielli»: la denuncia di Coldiretti
L'ultimo episodio a Palo del Colle, portati via 20 quintali
sabato 9 settembre 2017
«Le nostre mandorle vanno letteralmente a ruba in campagna - denuncia il delegato confederale di Coldiretti Bari, Angelo Corsetti - perché sono poche e di ottima qualità, per cui spuntano prezzi che allettano la malavita locale.
Non si contano più i furti, soprattutto in provincia di Bari, dove i nostri imprenditori si stanno organizzando in ronde notturne, mettendo a repentaglio la propria incolumità. Chiediamo al Prefetto di Bari di intervenire con tempestività e fermezza. Spesso gli agricoltori devono addirittura anticipare la raccolta dalla prima decade di settembre ad agosto proprio per tentare di contrastare i furti.
Nel territorio tra Grumo, Palo e Toritto si tratta di vere e proprie squadre organizzate che agiscono di notte e riescono a portare via fino a 3/4 quintali di mandorle alla volta. A Palo del Colle in poche ore la notte scorsa sono spariti 20 quintali di mandorle dalle campagne di sole 2 aziende agricole. Praticamente non dormono più per presidiare la produzione».
Un problema che coinvolge, stando agli agricoltori, anche le campagne giovinazzesi. In Puglia le mandorle sono prevalentemente coltivate nelle province di Bari e Brindisi, rispettivamente con una produzione di 158.500 quintali e 54.000 quintali, a seguire le province di Foggia, Taranto e Lecce. Ben il 96% della superficie regionale destinata a frutta in guscio è investita a mandorlo.
«È un fenomeno che si ripete ormai senza soluzione di continuità da 4 anni – incalza il direttore di Coldiretti Bari, Marino Pilati – e costringe gli agricoltori a vigilare di notte, perché sono tanti i casi che vengono segnalati quotidianamente.
Il danno si aggiunge alla beffa, considerata la violenta grandinata che ad agosto ha letteralmente devastato i campi delle aree rurali di Palo del Colle, Grumo, Toritto, Bitetto, e ancora Molfetta e Terlizzi con gli alberi quasi potati dai chicchi di grandine.
La raccolta delle mandorle dura per fortuna poche settimane. Siamo, però, molto preoccupati per la prossima raccolta delle olive, perché i nostri imprenditori non possono certamente vivere così per oltre 3 mesi, oltre alla preoccupazione per l'incolumità personale che non è certamente un problema trascurabile».
Non si contano più i furti, soprattutto in provincia di Bari, dove i nostri imprenditori si stanno organizzando in ronde notturne, mettendo a repentaglio la propria incolumità. Chiediamo al Prefetto di Bari di intervenire con tempestività e fermezza. Spesso gli agricoltori devono addirittura anticipare la raccolta dalla prima decade di settembre ad agosto proprio per tentare di contrastare i furti.
Nel territorio tra Grumo, Palo e Toritto si tratta di vere e proprie squadre organizzate che agiscono di notte e riescono a portare via fino a 3/4 quintali di mandorle alla volta. A Palo del Colle in poche ore la notte scorsa sono spariti 20 quintali di mandorle dalle campagne di sole 2 aziende agricole. Praticamente non dormono più per presidiare la produzione».
Un problema che coinvolge, stando agli agricoltori, anche le campagne giovinazzesi. In Puglia le mandorle sono prevalentemente coltivate nelle province di Bari e Brindisi, rispettivamente con una produzione di 158.500 quintali e 54.000 quintali, a seguire le province di Foggia, Taranto e Lecce. Ben il 96% della superficie regionale destinata a frutta in guscio è investita a mandorlo.
«È un fenomeno che si ripete ormai senza soluzione di continuità da 4 anni – incalza il direttore di Coldiretti Bari, Marino Pilati – e costringe gli agricoltori a vigilare di notte, perché sono tanti i casi che vengono segnalati quotidianamente.
Il danno si aggiunge alla beffa, considerata la violenta grandinata che ad agosto ha letteralmente devastato i campi delle aree rurali di Palo del Colle, Grumo, Toritto, Bitetto, e ancora Molfetta e Terlizzi con gli alberi quasi potati dai chicchi di grandine.
La raccolta delle mandorle dura per fortuna poche settimane. Siamo, però, molto preoccupati per la prossima raccolta delle olive, perché i nostri imprenditori non possono certamente vivere così per oltre 3 mesi, oltre alla preoccupazione per l'incolumità personale che non è certamente un problema trascurabile».