Maltrattamenti e lesioni alla compagna, ma le accuse non reggono: assolto
Un 51enne di Giovinazzo era accusato anche di tentata violenza sessuale, ma per il giudice «i fatti non sussistono». Rimesso in libertà
venerdì 10 novembre 2023
10.21
Era finito al banco degli imputati per avere maltrattato la compagna e avere tentato di abusare di lei. Ma, stando al processo di primo grado, queste accuse non hanno retto: l'imputato, un 51enne di Giovinazzo, è riuscito a dimostrare l'infondatezza degli addebiti, ottenendo un'assoluzione perché «i fatti non sussistono».
Il verdetto, dopo il giudizio immediato, è stato emesso dai giudici della prima sezione penale del Tribunale di Bari (presidente Antonio Diella), al vaglio del quale è finita uno scritto difensivo dell'avvocato Francesco Mastro, da cui è emersa una ricostruzione dei fatti differente da quella accusatoria. Stando alla denuncia, l'11 agosto, l'uomo «con l'aggravante di aver commesso il fatto nei confronti di persona a cui è legato da stabile relazione affettiva» avrebbe aggredito la compagna.
Una violenza consistita nel «colpirla in pieno volto con schiaffi, nel graffiarla sul collo e nello stringerle il collo con entrambi le mani», minacciando di «ucciderla, palpeggiandola e provando a spogliarla». Infine «compiva atti idonei e diretti in modo non equivoco ad obbligare la compagna a subire un rapporto sessuale, non riuscendo nel suo intento in quanto la donna si divincolava e si rifugiava in bagno». La prognosi, a causa di numerosi graffi e escoriazioni sul collo, fu di 5 giorni.
L'uomo, invece, già arrestato a Natale scorso, fu confinato ai domiciliari. La sentenza di assoluzione ha inoltre accordato l'immediata liberazione del 51enne, così subito dopo la lettura del dispositivo, l'imputato (che era recluso nel penitenziario di Lucera) è tornato in libertà. Per le motivazioni bisognerà attendere 90 giorni.
Il verdetto, dopo il giudizio immediato, è stato emesso dai giudici della prima sezione penale del Tribunale di Bari (presidente Antonio Diella), al vaglio del quale è finita uno scritto difensivo dell'avvocato Francesco Mastro, da cui è emersa una ricostruzione dei fatti differente da quella accusatoria. Stando alla denuncia, l'11 agosto, l'uomo «con l'aggravante di aver commesso il fatto nei confronti di persona a cui è legato da stabile relazione affettiva» avrebbe aggredito la compagna.
Una violenza consistita nel «colpirla in pieno volto con schiaffi, nel graffiarla sul collo e nello stringerle il collo con entrambi le mani», minacciando di «ucciderla, palpeggiandola e provando a spogliarla». Infine «compiva atti idonei e diretti in modo non equivoco ad obbligare la compagna a subire un rapporto sessuale, non riuscendo nel suo intento in quanto la donna si divincolava e si rifugiava in bagno». La prognosi, a causa di numerosi graffi e escoriazioni sul collo, fu di 5 giorni.
L'uomo, invece, già arrestato a Natale scorso, fu confinato ai domiciliari. La sentenza di assoluzione ha inoltre accordato l'immediata liberazione del 51enne, così subito dopo la lettura del dispositivo, l'imputato (che era recluso nel penitenziario di Lucera) è tornato in libertà. Per le motivazioni bisognerà attendere 90 giorni.