Maltrattamenti alla sorella convivente. Assolto: «Il fatto non sussiste»

Protagonista un 48enne giovinazzese difeso dall'avvocato Mastro. L'uomo, recluso a Bari, è tornato in libertà

mercoledì 12 maggio 2021 11.09
A cura di La Redazione
Le minacce di morte, gli episodi di violenza e le continue richieste di denaro? Assolto perché il fatto non sussiste. Era accusato di maltrattamenti, verso la sorella affetta da un grave problema psichico, un 48enne del posto, recluso nel carcere di Bari e difeso dall'avvocato Francesco Mastro, assolto invece da ogni accusa dal giudice Michele Parisi.

Nel fascicolo in cui era indagato per maltrattamenti era descritto come un uomo violento, che avrebbe inveito contro la sorella in più circostanze, con minacce di morte, alcune esternate con un martello e uno scalpello, e continue richieste di denaro rivolte alla donna, al cui diniego sarebbero scaturiti ulteriori episodi di violenza e sopraffazione. Per tutte queste ragioni il pubblico miniatero, alla fine del giudizio direttissimo, ha invocato la condanna, ma, come detto, le pesanti accuse non hanno retto.

Il magistrato, dopo aver spremuto i testi e ascoltato la tesi difensiva, ha ribaltato la sua immagine, stabilendo che non fu responsabile di nessuno dei gravi episodi di cui era accusato. Per il giudice monocratico che ieri ha giudicato il 48enne, noto alle forze dell'ordine, a cui era stata applicata la misura cautelare degli arresti domiciliari - da cui è pure riuscito ad evadere per ottenere il Reddito di Cittadinanza -, attesa la gravità degli indizi e delle esigenze cautelari, «il fatto non sussiste».

Le motivazioni non sono ancora note, ma ad incidere sul verdetto di assoluzione è stata di certo la convincente arringa difensiva del suo legale di fiducia, professore universitario di Procedura Penale, che sin da subito ha creduto nella piena innocenza del suo assistito ed è riuscito a dimostrare la inattendibilità delle accuse. L'uomo è tornato libero.