Maestra aggredita, il Gip accoglie la richiesta di archiviazione
Il giudice Mattiace ha accolto la richiesta del pm Ruggiero: l'imputata, una 40enne, non sarà giudicata penalmente
mercoledì 6 ottobre 2021
10.13
Non vi saranno altre indagini, nè alcun ulteriore procedimento giudiziario a carico di una 40enne del posto, in merito all'aggressione di una maestra. Lo ha stabilito il giudice per le indagini preliminari, Francesco Mattiace, accogliendo la richiesta d'archiviazione dell'inchiesta avanzata dalla Procura della Repubblica di Bari.
I fatti risalgono al 12 giugno 2018, quando un testimone oculare giurò di aver visto la 40enne, nessun precedente, fedina penale immacolata, mentre danneggiava l'autovettura, parcheggiata sulla pubblica via, in uso ad un'insegnante dell'istituto comprensivo don Bavaro-Marconi. Lo stesso testimone puntò l'indice nei confronti della donna, accusata di danneggiamento, anche durante il riconoscimento fotografico svolto durante le indagini espletate dai Carabinieri della locale Stazione.
Adesso, dopo oltre 3 anni, si può dire: la 40enne non deve finire sotto processo perché, nella richiesta di archiviazione avanzata dal pubblico ministero Michele Ruggiero, lo stesso ha rilevato che «il fatto non sarebbe più previsto dalla legge come reato». Inoltre secondo il gip «il massimo edittale della pena detentiva non supera i 5 anni», mentre «il comportamento dell'indagata non risulta abituale», la cui «condotta - ha messo nero su bianco il giudice di Bari - non ha arrecato offese a terzi».
Con l'archiviazione ha prevalso dunque la linea evidenziata dal pubblico ministero secondo il quale il fatto, seppur accaduto, non è previsto dalla legge come reato. Dopo alcuni giorni è arrivato il verdetto del Tribunale di Bari, che ha chiuso la vicenda. Per la donna, difesa dall'avvocato Nicola Parente, si è trattato della fine di un incubo.
I fatti risalgono al 12 giugno 2018, quando un testimone oculare giurò di aver visto la 40enne, nessun precedente, fedina penale immacolata, mentre danneggiava l'autovettura, parcheggiata sulla pubblica via, in uso ad un'insegnante dell'istituto comprensivo don Bavaro-Marconi. Lo stesso testimone puntò l'indice nei confronti della donna, accusata di danneggiamento, anche durante il riconoscimento fotografico svolto durante le indagini espletate dai Carabinieri della locale Stazione.
Adesso, dopo oltre 3 anni, si può dire: la 40enne non deve finire sotto processo perché, nella richiesta di archiviazione avanzata dal pubblico ministero Michele Ruggiero, lo stesso ha rilevato che «il fatto non sarebbe più previsto dalla legge come reato». Inoltre secondo il gip «il massimo edittale della pena detentiva non supera i 5 anni», mentre «il comportamento dell'indagata non risulta abituale», la cui «condotta - ha messo nero su bianco il giudice di Bari - non ha arrecato offese a terzi».
Con l'archiviazione ha prevalso dunque la linea evidenziata dal pubblico ministero secondo il quale il fatto, seppur accaduto, non è previsto dalla legge come reato. Dopo alcuni giorni è arrivato il verdetto del Tribunale di Bari, che ha chiuso la vicenda. Per la donna, difesa dall'avvocato Nicola Parente, si è trattato della fine di un incubo.