Luigi Piscitelli vince il Concorso di poesia dialettale della Touring Juvenatium
Il suo componimento su una storica famiglia giovinazzese ha convinto la giuria. In crescita la rassegna giunta alla sua nona edizione
domenica 30 luglio 2023
12.42
La bellezza di tramandare e far conoscere le tradizioni culturali e sociali del passato, attraverso il dialetto, sta nell'utilizzare i termini che sono andati in disuso e dei modi di dire che affondano le radici nella storia della nostra città. Tanti e belli i riferimenti al passato nella IX Edizione del Concorso di Poesia dialettale ideato e organizzato dall'Associazione Culturale Touring Juvenatium con il patrocinio dell'amministrazione comunale di Giovinazzo, della Regione Puglia, della Città Metropolitana di Bari e la preziosa collaborazione della Fondazione "Famiglia Piscitelli D'Agostino". Il progetto con la rete scolastica è stato curato da Florinda Bavaro e da Mariagrazia Magenta, mentre la comunicazione è stata affidata a Cristina Iride.
Il vincitore è stato Luigi Piscitelli con un suo componimento su una storica famiglia giovinazzese.
Il progetto del concorso della poesia dialettale, divenuto un punto di riferimento tra le iniziative della Touring Juvenatium, è stato supportato dalla suddetta Fondazione così come illustrato da Michele Piscitelli nel corso della serata. Il tema "Storeie d'alte timbe", proposto agli autori in questa edizione, non solo originari di Giovinazzo, ha portato in gara undici poesie, una per ciascuno dei seguenti autori: Serafina Amoia, Corrado Spadavecchia, Giuseppina Demartino, Luciano De Leonardis, Elisabetta Raguseo, Isabella Papagna, Gaetano Cervone, Gennaro De Gabriele, Rita Schino, Rosa Maria Dangelico e Luigi Piscitelli.
Nell'atrio dell'Istituto Vittorio Emanuele II si è svolto il momento di declamazione e di premiazione dei componimenti poetici il lingua dialettale. In tutte le poesie abbiamo riscontrato riferimenti al passato, a parole che hanno avuto un significato preciso in quei tempi lontani perché era lingua originale del popolo. L'italiano era una lingua utilizzata dai nobili.
La lingua dialettale giovinazzese scritta correttamente, elemento importante da non sottovalutare perché riferimento preciso da tramandare in futuro, è racchiusa nei testi a noi lasciati da autori locali degli anni '50/'60 tra i quali ricordiamo Donato Maldarelli, Adelaide Armato De Martini, Franco Andriano, Giuseppe Camporeale e Rosa Labombarda. Nella serata è stato possibile ammirare il lavoro messo in campo dagli alunni delle classi di quinta di scuola primaria e dalle docenti dei due istituti scolastici della città che hanno svolto il progetto scuola presentato dalla Touring Juvenatium "Il nonno mi racconta" avente come titolo "Scevenazze mange pestazze e fra' Menucce 'menze a la chiazze".
In una prima fase i componimenti sono stati valutati dalla Commissione Cultura dell'Associazione Touring mentre durante la serata sono passate al vaglio della giuria tecnica.
In questa edizione sono stati consegnati dei particolari riconoscimenti: una targa a Nicola De Matteo per la proficua collaborazione in atto dal 2013 e una targa al maestro Nicola Giotti per l'impegno, la passione e la dedizione che infonde nella sua attività donando prestigio alla città di Giovinazzo. Inoltre, sono stati assegnati un diploma per l'Originalità del componimento a Rita Schino; un diploma di Merito a Dangelico Rosa Maria e un diploma per la Musicalità a Luigi Piscitelli. Questo il Podio dell'edizione 2023 del concorso di poesia dialettale: primo classificato, Luigi Piscitelli, con la poesia dedicata alla famiglia Lacalamita "Stòreie de na nòbele famìgghie"; secondo classificato Rosa Maria Dangelico con "Resabbètte c'acchiamendàve u mére", poesia dedicata a svariate e belle tradizioni antiche; terzo classificato Corrado Spadavecchia con la poesia in lingua dialettale molfettese " Nu alte Netàle". Una chicca che abbiamo apprezzato la poesia di Gennaro De Gabriele, napoletano di origine, che ha scritto in dialetto giovinazzese la poesia " Ci nasc bell, nasc spsèt" ma l'ha declamata in napoletano.
Le ha fatto eco l'Assessore alla Cultura e al Turismo Cristina Piscitelli che ha posto in evidenza l'attivismo della Touring Juvenatium e la bellezza della nostra città viva e ricca di realtà associative dedite alla promozione del territorio. Nicola De Matteo delegato dell'Ive per la Città Metropolitana di Bari ha sottolineato l'azione meritoria della poesia dialettale, salvaguardia delle tradizioni popolari e l'importanza della lingua dialettale.
Così Agostino Picicco. «Il dialetto ha un calore che deve essere trasmesso ai bambini come esercizio di vita nel ricordo dei nonni e di tutto quello che ci hanno lasciato in eredità-ha affermato lo scrittore e docente».
Uno spazio speciale è stato rivolto al maestro pasticcere Nicola Giotti socio Touring da tanti anni, che ha donato alla serata dolci preparati con un ingrediente del tempo passato: la farina dell'albero di carrubo. Questo frutto è stato anche al centro del concorso rivolto alle scuole "Scevenazze mange pestazze e fra' Menucce 'menze a la chiazze". Il carrubo " u pestazze " è un frutto molto zuccherato della nostra campagna la cui farina era utilizzata anche per preparare il pane e il mangime per i cavalli. La farina di carrubo è diventata, da anni or sono, un ingrediente particolare che il maestro pasticcere Nicola Giotti ha utilizzato per preparare deliziosi pasticcini che sono stati la sorpresa finale della serata. Il concorso ha messo insieme un antico detto legato al popolo e dall'altra parte la storia di un frate domenicano" fra' Menucce" che rappresentava l'opulenza della chiesa in contrapposizione alla tradizione povera del popolo.
Nicola Giotti ha fatto riferimento a storia antica e leggende sul carrubo, che si utilizzava per fare i decotti, ne ha valorizzato le proprietà nutritive: contiene zucchero ma controlla i livelli di glicemia; è ricco di valori nutrizionali ed è stato definito il cioccolato dei poveri.
«Il pasticcino che ho portato in dono a tutti questa sera è stato realizzato con farina di carrubo che richiama l'aspetto architettonico del rosone della Cattedrale di Giovinazzo - ha affermato -. Con l' Università di Bari verrà realizzato uno stampo perfetto del simbolo del rosone, elemento storico del nostro territorio che sarà candidato tra i rosoni pugliesi patrimonio dell'Unesco. Mi impegno a raccontare storia e tradizione anche con questi dolci in modo da veicolare più velocemente la bellezza del patrimonio del territorio».
Un plauso a tutti i soci dell'Associazione Touring Juvenatium per l'organizzazione della serata che rafforza quell'emozionale legame con il passato che si spera non svanisca mai.
Il vincitore è stato Luigi Piscitelli con un suo componimento su una storica famiglia giovinazzese.
Il progetto del concorso della poesia dialettale, divenuto un punto di riferimento tra le iniziative della Touring Juvenatium, è stato supportato dalla suddetta Fondazione così come illustrato da Michele Piscitelli nel corso della serata. Il tema "Storeie d'alte timbe", proposto agli autori in questa edizione, non solo originari di Giovinazzo, ha portato in gara undici poesie, una per ciascuno dei seguenti autori: Serafina Amoia, Corrado Spadavecchia, Giuseppina Demartino, Luciano De Leonardis, Elisabetta Raguseo, Isabella Papagna, Gaetano Cervone, Gennaro De Gabriele, Rita Schino, Rosa Maria Dangelico e Luigi Piscitelli.
Nell'atrio dell'Istituto Vittorio Emanuele II si è svolto il momento di declamazione e di premiazione dei componimenti poetici il lingua dialettale. In tutte le poesie abbiamo riscontrato riferimenti al passato, a parole che hanno avuto un significato preciso in quei tempi lontani perché era lingua originale del popolo. L'italiano era una lingua utilizzata dai nobili.
Una antica lingua
Abbiamo scoperto, grazie ad un interessante scambio culturale e di conoscenze approfondite con Paolo Lasorsa e Dino Soranna, componenti della giuria tecnica ed esperti conoscitori della lingua dialettale sia scritta che parlata, che esisteva una lingua che si differenziava in base al ceto di appartenenza: artigiani cioè "artir ", "marener"-marinai, "zappateur " i contadini e "retuen " gli ortolani e la lingua parlata dai nobili, che avendo provenienza spagnola, francese, normanna, bizantina, araba, parlavano con la loro inflessione linguistica che si è miscelata con la lingua locale.La lingua dialettale giovinazzese scritta correttamente, elemento importante da non sottovalutare perché riferimento preciso da tramandare in futuro, è racchiusa nei testi a noi lasciati da autori locali degli anni '50/'60 tra i quali ricordiamo Donato Maldarelli, Adelaide Armato De Martini, Franco Andriano, Giuseppe Camporeale e Rosa Labombarda. Nella serata è stato possibile ammirare il lavoro messo in campo dagli alunni delle classi di quinta di scuola primaria e dalle docenti dei due istituti scolastici della città che hanno svolto il progetto scuola presentato dalla Touring Juvenatium "Il nonno mi racconta" avente come titolo "Scevenazze mange pestazze e fra' Menucce 'menze a la chiazze".
La serata e i premiati
«Attraverso le emozioni e la penna degli autori, vogliamo ricordare la storia passata del loro territorio», ha affermato Vito Fumai, presidente dell'Associazione Touring Juvenatium. La musica dal vivo con le sua voce e altri componenti dell'associazione ha intervallato la declamazione delle poesie.In una prima fase i componimenti sono stati valutati dalla Commissione Cultura dell'Associazione Touring mentre durante la serata sono passate al vaglio della giuria tecnica.
In questa edizione sono stati consegnati dei particolari riconoscimenti: una targa a Nicola De Matteo per la proficua collaborazione in atto dal 2013 e una targa al maestro Nicola Giotti per l'impegno, la passione e la dedizione che infonde nella sua attività donando prestigio alla città di Giovinazzo. Inoltre, sono stati assegnati un diploma per l'Originalità del componimento a Rita Schino; un diploma di Merito a Dangelico Rosa Maria e un diploma per la Musicalità a Luigi Piscitelli. Questo il Podio dell'edizione 2023 del concorso di poesia dialettale: primo classificato, Luigi Piscitelli, con la poesia dedicata alla famiglia Lacalamita "Stòreie de na nòbele famìgghie"; secondo classificato Rosa Maria Dangelico con "Resabbètte c'acchiamendàve u mére", poesia dedicata a svariate e belle tradizioni antiche; terzo classificato Corrado Spadavecchia con la poesia in lingua dialettale molfettese " Nu alte Netàle". Una chicca che abbiamo apprezzato la poesia di Gennaro De Gabriele, napoletano di origine, che ha scritto in dialetto giovinazzese la poesia " Ci nasc bell, nasc spsèt" ma l'ha declamata in napoletano.
Gli interventi degli ospiti
Il sindaco Michele Sollecito si è complimentato con la Touring Juvenatium per l'attivismo messo in campo durante tutto l'anno.« Interessante promuovere attenzione verso la poesia durante la stagione estiva perché leggere dovrebbe essere un impegno a cui dedicarsi sempre. La lettura e la poesia aiutano a cogliere la bellezza di ciò che è intorno a noi- ha affermato il sindaco in riferimento al concorso di poesia dialettale».Le ha fatto eco l'Assessore alla Cultura e al Turismo Cristina Piscitelli che ha posto in evidenza l'attivismo della Touring Juvenatium e la bellezza della nostra città viva e ricca di realtà associative dedite alla promozione del territorio. Nicola De Matteo delegato dell'Ive per la Città Metropolitana di Bari ha sottolineato l'azione meritoria della poesia dialettale, salvaguardia delle tradizioni popolari e l'importanza della lingua dialettale.
Così Agostino Picicco. «Il dialetto ha un calore che deve essere trasmesso ai bambini come esercizio di vita nel ricordo dei nonni e di tutto quello che ci hanno lasciato in eredità-ha affermato lo scrittore e docente».
Uno spazio speciale è stato rivolto al maestro pasticcere Nicola Giotti socio Touring da tanti anni, che ha donato alla serata dolci preparati con un ingrediente del tempo passato: la farina dell'albero di carrubo. Questo frutto è stato anche al centro del concorso rivolto alle scuole "Scevenazze mange pestazze e fra' Menucce 'menze a la chiazze". Il carrubo " u pestazze " è un frutto molto zuccherato della nostra campagna la cui farina era utilizzata anche per preparare il pane e il mangime per i cavalli. La farina di carrubo è diventata, da anni or sono, un ingrediente particolare che il maestro pasticcere Nicola Giotti ha utilizzato per preparare deliziosi pasticcini che sono stati la sorpresa finale della serata. Il concorso ha messo insieme un antico detto legato al popolo e dall'altra parte la storia di un frate domenicano" fra' Menucce" che rappresentava l'opulenza della chiesa in contrapposizione alla tradizione povera del popolo.
Nicola Giotti ha fatto riferimento a storia antica e leggende sul carrubo, che si utilizzava per fare i decotti, ne ha valorizzato le proprietà nutritive: contiene zucchero ma controlla i livelli di glicemia; è ricco di valori nutrizionali ed è stato definito il cioccolato dei poveri.
«Il pasticcino che ho portato in dono a tutti questa sera è stato realizzato con farina di carrubo che richiama l'aspetto architettonico del rosone della Cattedrale di Giovinazzo - ha affermato -. Con l' Università di Bari verrà realizzato uno stampo perfetto del simbolo del rosone, elemento storico del nostro territorio che sarà candidato tra i rosoni pugliesi patrimonio dell'Unesco. Mi impegno a raccontare storia e tradizione anche con questi dolci in modo da veicolare più velocemente la bellezza del patrimonio del territorio».
Un plauso a tutti i soci dell'Associazione Touring Juvenatium per l'organizzazione della serata che rafforza quell'emozionale legame con il passato che si spera non svanisca mai.