Ludopatia, il M5S attacca Emiliano

I Consiglieri pentastellati: «Legge regionale mai rispettata»

sabato 24 ottobre 2015 23.31
A cura di Gianluca Battista
La nuova manovra finanziaria presentata dal Governo guidato da Matteo Renzi, nell'ambito della Legge di stabilità per il 2016, ha posto sul tavolo della discussione politica un aspetto non trascurabile nel nostro Paese, quale quello delle dipendenze patologiche per il gioco d'azzardo.

Nelle ultime ore, Roma ha incassato un primo sì da Bruxelles, proprio sulla composizione della bozza della Legge di stabilità 2016. In quella bozza, diverse norme riguardano i giochi, dall'aumento del prelievo per slot e VLT ad una nuova sanatoria per i punti scommesse collegati ai bookmaker esteri e le gare per scommesse, bingo e gioco online. Il Governo ha chiarito, viste le polemiche degli ultimi giorni, invece, che nella manovra non c'è «nessuna nuova licenza per le slot machine, ma l'esatto contrario: le licenze in scadenza per alcuni giochi vengono messe a gara, invece di essere semplicemente prorogate, con un incasso stimato di 500 milioni».

Non sono di questo parere i Consiglieri regionali pugliesi del Movimento 5 Stelle ed i parlamentari grillini. I primi, infatti, hanno fatto sentire la loro voce anche contro Michele Emiliano, Presidente della Regione Puglia, che non starebbe facendo quanto possibile per impedire alcuni passaggi della manovra che agevolerebbero la crescita delle sale scommesse, che aumenterebbero di 22.000 unità sull'intero territorio nazionale.

«Un dato allarmante - commentano i 5 Stelle - se pensiamo ai danni causati alle persone dalla ludopatia connessa al gioco d'azzardo. Una vera e propria invasione - commentano gli otto Consiglieri regionali Barone, Bozzetti, Casili, Conca, Di Bari, Galante, Guarini e Laricchia, da sempre in prima linea nella battaglia contro la ludopatia - visto che attualmente i corner sono 6.500 e le agenzie 5.000, oltre alle 2.200 sanate con la scorsa Legge di stabilità».

La nutrita schiera di Consiglieri del Movimento 5 Stelle, prosegue ricordando la legge regionale pugliese n. 43/2013, in cui si chiede che ci sia una distanza di almeno 500 metri tra questi centri di gioco e i centri di socialità: «questa legge- scrivono - non solo non è mai stata rispettata ma non è mai neanche sorto l'Osservatorio regionale per la diffusione del gioco d'azzardo (Gap) richiesto dalla stessa norma. Ci chiediamo - proseguono i Consiglieri pentastellati - come si possa pensare di far cassa sulla pelle dei cittadini? Mentre si dice di voler tagliare la Tasi, si taglia sulla salute e si incentiva il gioco patologico. Gli italiani pagheranno di più per curarsi proprio per le azzardopatie e per ripagare i debiti».

Secondo dati emersi da recenti studi portati avanti dal CNR di Pisa, circa 3 milioni di italiani sarebbero a rischio, con circa 1.500.000 fortemente predisposto alla ludopatia. Il Movimento 5 Stelle rimarca anche lo stand-by in cui è caduta, da giugno scorso, al discussione su un disegno di legge nazionale sul tema, che «giace in commissione Bilancio».

«Siamo di fronte ad una vera e propria emergenza sociale. - insistono i Consiglieri grillini -. La ludopatia è infatti una dipendenza vera e propria, classificata nel DSM V, il manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, come "disordered gambling", ossia gioco problematico. Ad oggi il Governo Renzi, dello stesso partito del Presidente della Regione Puglia, si preoccupa di aumentare il numero delle concessioni ma non di aumentarne la tassazione».

Dal 2014, il Movimento 5 Stelle ha fatto suo un emendamento voluto dai Sindaci dell'ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) dell'Emilia Romagna, in cui si richiedeva un pesantissimo aumento delle tasse sul gioco d'azzardo.

La chiosa è ironica e porta un interrogativo: «Ci chiediamo - concludono i pentastellati - come si porranno di fronte a tale assurdità i parlamentari del Partito Democratico che si professano contro la ludopatia. Come sempre, quando si ha a che fare con loro, le parole non vengono mai seguite dai fatti».