Lozupone, il primo sindaco della Giovinazzo del Dopoguerra
“Quando la Politica”, il confronto tra passato e presente, alla Biblioteca dei Ragazzi
giovedì 23 ottobre 2014
9.55
Per voler fare un confronto tra la politica e i politici del passato con quelli attuali, almeno per quel che riguarda la gestione amministrativa locale, è necessario partire dal libro "Vitantonio Lozupone - Il governo democristiano di una periferia del Mezzogiorno" di Francesco Altamura (Adda editore). Il libro sarà presentato domani nella "Biblioteca dei ragazzi - Antonio Daconto" alle 19. A presentarlo insieme all'autore, Isidoro Mortellaro e Umberto Depalma. Interverranno Nico Bavaro, Pantaleo Binetti, Antonello Natalicchio e Michele Sollecito.
Il testo incentrato è sul primo sindaco di Giovinazzo eletto democraticamente, nel 1946, all'indomani della fine del secondo conflitto mondiali. Un sindaco che si è dovuto commentare con la ricostruzione del comune da lui amministrato, che ha dovuto ed è riuscito ad attirare fondi e a redigere progetti per far tornare alla normalità un paese messo in ginocchio dalla guerra. «È stato il politico capace di fare da mediatore tra le richieste del territorio e i cespiti di finanziamento messi a disposizione dal Governo centrale - ha affermato l'autore - Un personaggio politico che meglio ha rappresentato la volontà di fare risorgere anche le periferie dello Stato dalle rovine della guerra». A Lozupone si deve la completa ricostruzione di Giovinazzo, le costruzioni di nuovi alloggi, quelli popolari grazie ai fondi dell'Ina casa, la costruzione del porto. Ma come è stato possibile che il sindaco di una piccolo comune riuscisse a dirottare risorse economiche tali da permettere la ricostruzione? Semplice, grazie al gioco di squadra. Quello giocato tra i politici locali e quelli nazionali, in pratica tutta la "Dc" dell'epoca, che lo stesso Lozupone aveva contribuito a fondare nel 1943.
Il confronto con la politica odierna e con i politici oggi in auge viene da se. La politica nazionale oggi è molto distante dalle periferie e i politici troppo spesso sono autoreferenziali, riescono a malapena a rappresentare se stessi. «Oggi – ha affermato Altamura – a differenza dell'immediato dopoguerra, mancano i punti di riferimento e i quadri normativi ben definiti. I tagli economici inevitabilmente si abbattono sulle periferie, i sindaci non sono per questo in grado di prevedere o predisporre progetti di sviluppo a favore delle popolazioni che amministrano». Lozupone per altro è stato tra il 1954 e il 1962, anche consigliere prima e presidente successivamente della Provincia di Bari.
«È stato l'apice della carriera politica del sindaco – ha concluso l'autore del libro – A lui si devono i piani di sviluppo industriale e del territorio. Conosceva molto bene le realtà economiche dell'intera Provincia e grazie alle relazioni con i colleghi democristiani che sedevano a Roma in Parlamento è riuscito a intercettare risorse sufficienti da destinare ai nuovi insediamenti produttivi». Ha per esempio gettato le basi per la realizzazione della zona industriale barese. «La redazione del libro è stata possibile – ha concluso Altamura – grazie ai documenti ben conservati dalla famiglia Lozupone e ai documenti custoditi negli archivi comunali. Atti e delibere che raccontano il lavoro del sindaco e tutte le fasi della ricostruzione della città. Archivi molto interessanti».
Peccato però che siano abbandonati nascosti e quasi accatastati nei locali dell'istituto Vittorio Emanuele.
Il testo incentrato è sul primo sindaco di Giovinazzo eletto democraticamente, nel 1946, all'indomani della fine del secondo conflitto mondiali. Un sindaco che si è dovuto commentare con la ricostruzione del comune da lui amministrato, che ha dovuto ed è riuscito ad attirare fondi e a redigere progetti per far tornare alla normalità un paese messo in ginocchio dalla guerra. «È stato il politico capace di fare da mediatore tra le richieste del territorio e i cespiti di finanziamento messi a disposizione dal Governo centrale - ha affermato l'autore - Un personaggio politico che meglio ha rappresentato la volontà di fare risorgere anche le periferie dello Stato dalle rovine della guerra». A Lozupone si deve la completa ricostruzione di Giovinazzo, le costruzioni di nuovi alloggi, quelli popolari grazie ai fondi dell'Ina casa, la costruzione del porto. Ma come è stato possibile che il sindaco di una piccolo comune riuscisse a dirottare risorse economiche tali da permettere la ricostruzione? Semplice, grazie al gioco di squadra. Quello giocato tra i politici locali e quelli nazionali, in pratica tutta la "Dc" dell'epoca, che lo stesso Lozupone aveva contribuito a fondare nel 1943.
Il confronto con la politica odierna e con i politici oggi in auge viene da se. La politica nazionale oggi è molto distante dalle periferie e i politici troppo spesso sono autoreferenziali, riescono a malapena a rappresentare se stessi. «Oggi – ha affermato Altamura – a differenza dell'immediato dopoguerra, mancano i punti di riferimento e i quadri normativi ben definiti. I tagli economici inevitabilmente si abbattono sulle periferie, i sindaci non sono per questo in grado di prevedere o predisporre progetti di sviluppo a favore delle popolazioni che amministrano». Lozupone per altro è stato tra il 1954 e il 1962, anche consigliere prima e presidente successivamente della Provincia di Bari.
«È stato l'apice della carriera politica del sindaco – ha concluso l'autore del libro – A lui si devono i piani di sviluppo industriale e del territorio. Conosceva molto bene le realtà economiche dell'intera Provincia e grazie alle relazioni con i colleghi democristiani che sedevano a Roma in Parlamento è riuscito a intercettare risorse sufficienti da destinare ai nuovi insediamenti produttivi». Ha per esempio gettato le basi per la realizzazione della zona industriale barese. «La redazione del libro è stata possibile – ha concluso Altamura – grazie ai documenti ben conservati dalla famiglia Lozupone e ai documenti custoditi negli archivi comunali. Atti e delibere che raccontano il lavoro del sindaco e tutte le fasi della ricostruzione della città. Archivi molto interessanti».
Peccato però che siano abbandonati nascosti e quasi accatastati nei locali dell'istituto Vittorio Emanuele.