Lettera ad un amico
Enzo Posca scrive ad Agostino Picicco per sottolineare un’amicizia nata da poco ma destinata a durare
giovedì 18 dicembre 2014
16.06
«Un amico, come il diamante, è per sempre». Così pensa Enzo Posca, che durante il suo mandato da assessore alla cultura ha avuto modi di apprezzare Agostino Picicco, giovinazzese residente a Milano, che mai ha dimenticato le sue origini. E dato che i debiti di riconoscenza si possono pagare anche a distanza, in occasione delle festività natalizie, l'ex assessore ha voluto scrivere una lettera pubblica al suo amico Picicco di cui pubblichiamo uno stralcio.
«Uscendo la sera dal comune spesso incontravo in piazza Ciccio Marolla e ogni volta mi diceva che voleva presentarmi una persona che avrei giudicato interessante. A tanta insistenza non poteva che seguire una grande curiosità. All'inizio pensavo si trattasse di un suo parente o di un amico tanto schivo e discreto che, a Giovinazzo (cittadina a cui sono legato dai tempi di mio padre che l'aveva nella circoscrizione di ufficio) non si vedeva tanto in giro.
Quando infine ci incontrammo in piazza con Agostino Picicco, davanti a un bar, in un afoso pomeriggio d'estate, provai una bella sensazione. Tratto signorile, voce tranquilla, un leggero gesticolare quasi a rafforzare il senso delle parole. Agostino, professionista di primo piano, uomo del Sud legato alla propria terra d'origine che si è affermato nella più importante città del Nord, Milano, ha dedicato dei libri a Giovinazzo. Per questa città prova tanto affetto e non manca mai la sua presenza, puntuale, ogni estate.
Un modo per far parte dell'umanità di questo posto. È entrato nella mia vita in punta di piedi, con discrezione, in silenzio, onorando l'amicizia, come mi ha dimostrato per tutto il periodo che ci siamo visti e confrontati.
Qualità che si ritrovano proprio in lui, in Agostino. E parlare così di un amico significa nello stesso tempo parlare un po' di sé, dell'affetto che l'amico suscita e dei momenti che, vissuti insieme, hanno suggellato una fraterna amicizia (…)».
«Uscendo la sera dal comune spesso incontravo in piazza Ciccio Marolla e ogni volta mi diceva che voleva presentarmi una persona che avrei giudicato interessante. A tanta insistenza non poteva che seguire una grande curiosità. All'inizio pensavo si trattasse di un suo parente o di un amico tanto schivo e discreto che, a Giovinazzo (cittadina a cui sono legato dai tempi di mio padre che l'aveva nella circoscrizione di ufficio) non si vedeva tanto in giro.
Quando infine ci incontrammo in piazza con Agostino Picicco, davanti a un bar, in un afoso pomeriggio d'estate, provai una bella sensazione. Tratto signorile, voce tranquilla, un leggero gesticolare quasi a rafforzare il senso delle parole. Agostino, professionista di primo piano, uomo del Sud legato alla propria terra d'origine che si è affermato nella più importante città del Nord, Milano, ha dedicato dei libri a Giovinazzo. Per questa città prova tanto affetto e non manca mai la sua presenza, puntuale, ogni estate.
Un modo per far parte dell'umanità di questo posto. È entrato nella mia vita in punta di piedi, con discrezione, in silenzio, onorando l'amicizia, come mi ha dimostrato per tutto il periodo che ci siamo visti e confrontati.
Qualità che si ritrovano proprio in lui, in Agostino. E parlare così di un amico significa nello stesso tempo parlare un po' di sé, dell'affetto che l'amico suscita e dei momenti che, vissuti insieme, hanno suggellato una fraterna amicizia (…)».