Le note possibili di Teresa Dangelico e Federica Severini
Musica ed emozioni nel concerto per violino e viola andato in scena in Cattedrale
domenica 22 novembre 2015
12.22
Uno straordinario inno alla musica ed all'arte. Questo è stato il concerto di ieri sera in Cattedrale della giovinazzese Teresa Dangelico e della salernitana Federica Severini, andato in scena alla vigilia della festa di Santa Cecilia, protettrice della musica, di strumentisti e cantanti.
Un programma inusuale il loro, con brani tecnici e di grande precisione, composti da autori di nicchia, pietre miliari della tecnica violinistica e violistica. Musiche concepite per dare la possibilità agli strumenti di esprimersi al meglio e di mettere in risalto la bravura dell'artista che li suona.
I capolavori di Antonio Bartolomei Bruni, Eugène-Auguste Ysaye, Ludwig Spohr, Henri Vieuxtemps, Georg Friedrich Handel e, per finire di Handel, riadattato da Johan Halvorsen, sono stati eseguiti con eccezionale trasporto ed empatia con il pubblico da parte delle due bravissime musiciste, entrambe allieve della prestigiosa Accademia di Santa Cecilia di Roma. Un'intesa tra i loro strumenti, ma soprattutto tra le loro anime da artiste, percepita sin dalle primissime note e che ha raggiunto l'apice con l'ultimo brano, "Passacaglia per violino e viola", in cui le melodie prodotte dal violino della Severini e dalla viola della Dangelico, inizialmente in contrasto quasi come in un duello, si sono fuse in un unico suono.
La serata si è dipanata al meglio anche grazie alla guida all'ascolto di Anna Catino, docente di musica e musicista, che ha catturato l'attenzione del pubblico presentando curiosità legate alle musiciste, ai loro strumenti, ai compositori ed ai brani eseguiti.
«Un elogio della bellezza - così ha definito l'esibizione del duo Marianna Paladino, Assessora alla Cultura, che ha colto con entusiasmo l'idea di organizzare il concerto nella nostra città -. Il vostro talento - ha poi chiosato - dimostra che la cultura non è solo bella, ma è soprattutto espressione di sacrificio e professionalità ed è nel rispetto e nella consapevolezza di questi aspetti che compongono la cultura che possiamo cambiare la storia». Sulla stessa scia, il Sindaco Tommaso Depalma ha ribadito che «la cultura è l'unica arma che abbiamo per provare a contrastare la violenza ed il terrore di questo nostro tempo».
Le parole finali sono poi toccate al padrone di casa, Don Benedetto Fiorentino, che si è complimentato con le artiste per la loro capacità di ispirare, attraverso la loro esibizione appassionata, «sentimenti che invitano a svegliarci, ad imparare a camminare insieme e ad armonizzare le differenze».
Un programma inusuale il loro, con brani tecnici e di grande precisione, composti da autori di nicchia, pietre miliari della tecnica violinistica e violistica. Musiche concepite per dare la possibilità agli strumenti di esprimersi al meglio e di mettere in risalto la bravura dell'artista che li suona.
I capolavori di Antonio Bartolomei Bruni, Eugène-Auguste Ysaye, Ludwig Spohr, Henri Vieuxtemps, Georg Friedrich Handel e, per finire di Handel, riadattato da Johan Halvorsen, sono stati eseguiti con eccezionale trasporto ed empatia con il pubblico da parte delle due bravissime musiciste, entrambe allieve della prestigiosa Accademia di Santa Cecilia di Roma. Un'intesa tra i loro strumenti, ma soprattutto tra le loro anime da artiste, percepita sin dalle primissime note e che ha raggiunto l'apice con l'ultimo brano, "Passacaglia per violino e viola", in cui le melodie prodotte dal violino della Severini e dalla viola della Dangelico, inizialmente in contrasto quasi come in un duello, si sono fuse in un unico suono.
La serata si è dipanata al meglio anche grazie alla guida all'ascolto di Anna Catino, docente di musica e musicista, che ha catturato l'attenzione del pubblico presentando curiosità legate alle musiciste, ai loro strumenti, ai compositori ed ai brani eseguiti.
«Un elogio della bellezza - così ha definito l'esibizione del duo Marianna Paladino, Assessora alla Cultura, che ha colto con entusiasmo l'idea di organizzare il concerto nella nostra città -. Il vostro talento - ha poi chiosato - dimostra che la cultura non è solo bella, ma è soprattutto espressione di sacrificio e professionalità ed è nel rispetto e nella consapevolezza di questi aspetti che compongono la cultura che possiamo cambiare la storia». Sulla stessa scia, il Sindaco Tommaso Depalma ha ribadito che «la cultura è l'unica arma che abbiamo per provare a contrastare la violenza ed il terrore di questo nostro tempo».
Le parole finali sono poi toccate al padrone di casa, Don Benedetto Fiorentino, che si è complimentato con le artiste per la loro capacità di ispirare, attraverso la loro esibizione appassionata, «sentimenti che invitano a svegliarci, ad imparare a camminare insieme e ad armonizzare le differenze».